Acciaroli di Pollica, ristorante Mediterraneo


Via Nicotera
Tel. 0974.904747

Questo locale è il posto giusto per chi insegue in modo maniacale la freschezza del pescato del giorno senza poi pretendere troppi fronzoli in cucina. Contrariamente a quanto si possa credere, i ristoranti campani capaci di garantire ogni giorno sulla tavola quel che si pesca davanti alla propria terrazza non sono più di una ventina lungo tutto il litorale regionale. Qui siete appunto in uno di questi locali. Non è difficile poi capire il motivo, Acciaroli è uno del posti più belli e isolati della costa cilentana, i mercati più vicini per la sua flotta sono Agropoli e Salerno. La domanda è dunque equilibrata e calmierata per almeno dieci mesi l’anno, il mare è pescoso, protetto, bello bello pieno di aragostine di Palinuro, gamberetti e gamberoni, tonni di passaggio, ricciole, cernie e scorfani di scoglio, triglie e ancora alici, dentici.

Polipi e calamari sono all’ordine del giorno, solo i frutti di mare vengono da fuori. Per trovare questa situazione sul Tirreno bisogna andare a Sapri, oppure risalire in alcuni ristoranti della Penisola Sorrentina e di Pozzuoli, un paio a Napoli città. Dunque, tutto questo ben di Dio finisce nel piatto con molta semplicità, servito in un locale vivace, giovane, sfizioso, sistemato nella Torre del lungomare, il monumento alla speculazione edilizia che non c’è stata più e dunque ancora più orrida e affascinante perché non fa più paura. Uno spicchietto riminese sulla costa di Ulisse: al primo piano il wine bar, al secondo la pizzeria, al terzo il locale arredato con sobria eleganza, sempre aperto anche di domenica, anche d’inverno, a differenza di tanti altri apatici ristoratori cilentani abituati alla siesta. Questa voglia di fare riempe i locali, il ricambio è assicurato, serve solo un colpo di reni sui vini e, diciamolo, una specializzazione in questa direzione di chi serve a tavola. Via dunque alle linguine allo scoglio, pezzogna con patate, tubettini al sugo di pescatrice, insalata di polipo, fritture di paranza fatte a mestiere, spigole di mare catturate e passate al sale o al forno. Dimenticavo: si mangia a picco sul mare. I dolci vengono da Cava de’ Tirreni, il conto giustifica il viaggio, se conservato nei prossimi anni: sui 30 euro.