Addio a Raffaele Ferraioli, il sindaco che ha creato Furore e inventato la Costa d’Amalfi


Il bell’incontro con Raffaele Ferraioli assieme ad Andrea Ferraioli, 2013

Raffaele Ferraioli è morto sabato pomeriggio a Vico Equense mentre stava pranzando. Un colpo improvviso, si è alzato per andare in bagno e lì, poco dopo, lo hanno trovato esanime.
Non abbiamo nessuna remora a dire che se ne va il miglior sindaco che abbiamo mai conosciuto nel nostro eterno frenetico girare in lungo e largo: classe 1942, democristiano di ferro, è sopravvissuto a tutte le repubbliche che si sono succedute dopo il 1994, sarà ricordato non come il sindaco di Furore, ma come il sindaco che ha creato Furore e inventato la Costa d’Amalfi come riferimento di turismo enogastronomico. Ha fondato, insieme a Mimì Mortaruolo sindaco di Torrecuso, la sezione campana delle Città del Vino.

BACCO, Andrea Ferraioli

Raffaele Ferraioli

Figlio di albergatori e albergatore egli stesso, è stato tra i primi in Campania a capire il potere catalizzatore del cibo e del vino in una zona abituata al turismo di mare, target su cui quasi tutti si erano adagiati sugli allori. “Io non ho il mare, devo convincere la gente a salire e posso farlo solo creando l’atmosfera, facendo vivere una esperienza, spiegando la ricchezza e la biodiversità dei nostri prodotti e il valore delle nostre tradizioni”. Ha realizzato praticamente tutti i suoi sogni tranne uno, creare un ascensore interno alla montagna che dal Fiordo di Furore facesse arrivare i turisti fin sopra il paese.

Già, il paese, ma quale paese? Quando lo visitammo nel 1986 c’era praticamente solo l’albergo di famiglia, Bacco. Quattro case sparse e poco più di 600 abitanti residenti. Furore, così chiamato per la forza dei venti che fischiano fra i valloni rocciosi, era solo un casale fuori le mura di Amalfi che conosce un primo gancio con il mondo esterno quando si completa la strada che porta al valico di Agerola e di lì giù sino a Castellammare.
Raffaele intuì la forza della narrazione prima che in Italia si conoscesse il termine storytelling, e quando non c’era tradizione se la inventava di sana pianta dando sfogo al suo estro poetico e alla sua propensione al bello. Della povertà fece ricchezza, come i capperi con gli spaghetti da lui chiamati con le vongole fujiute, i percorsi dei vecchi contadini divennero sentieri attrezzati con nomi poetici (sentiero dei Pipistrelli Impazziti, della Volpe Pescatrice, dei Nidi di Corvo etc), ebbe anche l’intelligenza di favorire la nascita di nuovi posti letto non vivendoli come concorrenza ma come opportunità per fare massa critica, si dunque agli agriturismi e ai B&B. E poi i collegamenti con Slow Food, allora con Vito Puglia, l’appuntamento annuale con artisti di strada e maestri famosi per riempire il paese di murales e sculture che oggi lo rendono un museo all’aperto.
Ebbe anche l’intuizione di fare un grande albergo di lusso, ma qui emerse tutta la capacità di fare gioco di interdizione all’italiana da parte della burocrazia, della magistratura e dei suoi nemici. Già, perché come tutti i facitori e i leader Raffaele aveva anche tanti nemici che non vedevano di buon occhio questa crescita del paese e che iniziarono a lavorare ai suoi fianchi con la maldicenza, le illazioni, le lettere anonime, le denunce anonime, ovviamente tutte risolte con continue assoluzioni perché il fatto non costituisce reato.
Pochi, nel mondo del vino, sanno che dietro il fenomeno di Marisa Cuomo c’è stato l’amore di Raffaele, il suo sostegno continuo, i consigli, al punto che lo possiamo definire uno dei padri della nascita della viticultura moderna in Costiera Amalfitana insieme a Peppino Apicella di Tramonti.
Ma non basta: la sua capacità di fare rete con altri sindaci ebbe il grande risultato di far dichiarare la Costiera Amalfitana come Patrimonio Immateriale dell’Unesco e fu lui che volle lanciare la dizione Costa d’Amalfi, poi divenuto il termine per definire la doc con le tre sottozone (Furore, Tramonti e Ravello).
Amava le poesie, amava le canzoni, aveva sempre un sorriso per tutti e una battuta ironica e autoironica per tutti. Creò il premio Furore dopo aver messo a posto il Fiordo nelle cui case dei pescatori Anna Magnani e Roberto Rossllini vissero la loro furibonda storia d’amore.

Furore

Furore

Con la sua scomparsa si chiude davvero un’epoca. Va via un uomo politico che ha avuto una visione precisa del suo territorio, che non ha scelto la scorciatoia della speculazione edilizia come il 90% dei suoi colleghi campani per tenere viva l’economia locale perché ha sempre pensato che il migliore investimento era la bellezza paesaggistica dei luoghi. Una visione non museale che ha attratto tantissime persone stanche del casino e della confusione moderna.
Dopo aver fatto tanto, ora riposerà in questa terra che ha amato ma vivrà nel ricordo dei familiari e di tutti noi.
Nel cimitero di Furore adesso potrà ridere e cantare con Lucianino De Crescenzo perché lo scrittore napoletano ha scelto questo posto per continuare a ridere e a scrivere delle debolezze di noi mortali insieme agli Dei dell’Olimpo.

10 Commenti

  1. Sono molto addolorato
    Lo conoscevo tramite Andrea come una persona onesta e propositiva. Sentite condoglianze alla famiglia e a Andrea Ferraioli. Che il Signore lo accolga nel suo regno.

  2. Presidente Ferraioli tutta la comunità degli arrampicatori deve moltissimo
    Anche in questo ambito ebbe una visione ampia credendo in noi quando bussavamo alla porta della comunità campana. Circa 30 anni or sono ci ha sostenuto con la realizzazione dei principali settori di arrampicata in Costiera
    Un amministratore coraggioso e lungimirante
    Grazie Presidente

  3. La notizia mi ha sorpreso, conoscevo Raffaele perché da giovani giocavamo a pallone lungo la strada statale.
    Che gli angeli lo accompagnino .
    Condoglianze alla famiglia

  4. Ho avuto il piacere di conoscere Raffaele negli anni ottanta ed ho avuto l’onore di essere invitato ad una tavola rotonda da lui organizzata nel comune di Furore. Una persona straordinaria, capace di vedere sempre oltre. Di grande sensibilità, umanità sapeva rapportarsi e relazionarsi con tutti grazie alla sua innata giovialita, spirito dell’accoglienza e dell’ospitalità. Dava e riceveva stima e rispetto da tutti perché per lui, democristiano nell’accezione più autentica, la politica è stata sempre un servizio da offrire alla comunità e giammai un esercizio di potere. Un momento di aggregazione e giammai occasione di divisione e di prevaricazione. Se ne va una persona buona. La grande famiglia degli amministratori è dell’UNCEM regionale perde nel giro di qualche anno dopo la scomparsa dell’indimenticabile storico presidente CUFARI un altro prestigioso esponente che ha dato lustro all’associazione. Ai familiari tutti e ad Andrea in particolare la mia affettuosa vicinanza a Raffaele un caro ricordo con la certezza che vive oltre nei ricordi di tutti noi, nella gloria del Signore conquistata meritatamente con il suo impegno e la sua luminosa testimonianza di Uomo e di Amministratore.

  5. Ciao Raffaele. Un visionario creatore di bellezza che ha salvato il territorio dal decadimento proiettandolo verso uno sviluppo economico e ambientale sostenibile.
    grazie per tutto quello che hai fatto , una vita spesa bene …che è l’unica cosa a cui ognuno di noi dovrebbe ambire !!
    un abbraccio ad Andrea e tutti i Suoi Cari

  6. Abbiamo condiviso un comune percorso nelle Città del Vino. Lo ricordo, in particolar modo, per le sue doti umane, intellettuali ed organizzative.
    Le mie più sentite condoglianze
    Antonio Gengaro

  7. Un grande uomo che ha avuto tanti meriti nello sviluppo della Costa d’Amalfi. Un uomo di grande modestia, di gigantesco spessore umano ma anche un uomo di grande intelligenza, avanti anni luce a molti dei suoi colleghi

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