Aglianico 2014 Paestum igt Verrone, una bevuta in onore della bella estate di Paolo!


Aglianico Paestum 2014 Verrone

Aglianico Paestum 2014 Verrone

Iniziamo la settimana con questo Aglianico di Verrone Viticoltori. Ma stavolta parliamo un attimo di Paolo Verrone perchè mi fa piacere esternare il mio apprezzamento per la sua estate cilentana. A pensarci ha fatto quello che prima facevano tutti e che i bravi produttori ancora fanno, ossia il giro dei locali del proprio territorio.
Ma oggi questa cosa non è più così scontata: c’è l’illusione, ed è una delle cause strutturali della crisi italiana, che il web possa risolvere ogni ostacolo e fatica fisica con il clic.
Ma i clic, i like, i post non sono altro che un semplice barometro del clima antropologico in cui si vive, non sono fattuali, non sono reali se non in casi del tutto eccezionali.
Ora che la vendita di vino si possa organizzare on line con una bella campagna pubblicitaria è un fatto, ma è anche un fatto che siccome parliamo di un bene oramai voluttuario, il contato fisico non potrà mai essere sostituito e il web potrà essere complementare al rapporto umano vero, mai sostituirsi interamente ad esso.
Paolo Verrone questa estate ha girato come un matto nel suo Cilento andando a trovare i ristoratori che ancora non erano usciti dall’incubo: con determinazione e gioia ne ha parlato con post in cui oltre a far vedere i suoi ottimi vini, ha mostrato i loro piatti invitando tutti ad andare a trovarli. Non vi nascondo che alcune mie puntatine in zona sono dovute proprio da questo suo modo di promuovere il territorio.
Così facendo Paolo Verrone ha promosso il suo territorio senza mettersi sul cerasiello come si dice a Napoli, ossia senza supponenza e presunzione. Il risultato è stato quello di un piccolo produttore che si abbraccia il proprio territorio, lo batte in lungo e in largo presidiandolo e al tempo stesso promuovendolo.
Sono questi i piccoli gesti che poi alla fine diventano una tendenza.
Andando in un locale gestito da non cilentani, mi facevano notare come ormai ovunque i ristoratori del Parco mettono in primo piano i vini del territorio, un gesto ovvio nelle zone commercialmente più mature ma che qui è stata una conquista lenta e difficile, iniziata con l’apertura dell’Enoteca Dom Forigi ad Acciaroli nella seconda metà degli anni ’90 quando per la prima volta le etichette dei vini locali trovrono una loro vetrina.
Non so se vivrò abbastanza per vederlo, ma non ho dubbio che il futuro del Cilento è in un turismo sostenibile appoggiato ad una agricoltura sostenibile. Non c’è altra soluzione per evitare di far scappare i giovani e siano benvenuti gli immigrati che fanno lavori che altrimenti non sarebbero svolti.
L’inclusione non è buonismo, è convenienza.
Paolo ha fatto una cosa semplice, curando i propri interessi ha fatto anche quelli di una comunità, quella gastronomica cilentana, che ha vissuto una bella stagione senza le solite lamentele.
Ecco perchè ieri con mia moglie gli abbiamo dedicato questa bevuta.

7 Commenti

  1. Paolo Verrone è un personaggio straordinario, sempre attivo e presente sul territorio e innamorato pazzo del Cilento. Il papà Antonio, sulla breccia da tantissimi anni, è stato artefice della rinascita della viticoltura cilentana insieme a pochi altri esponenti locali. Una visita alla suggestiva e coreografica vigna,, collocata sulle dolci colline che circondano Agropoli in un corpo solo, è veramente emozionante. I vini aziendali, poi, possiedono le stimmate dell’eccellenza e contrassegnati da prezzi davvero convenienti.

  2. Bravissimo Luciano, che ha notato una cosa molto bella fatta da Paolo e a cui pure io avevo partecipato. Magari leggendo queste tue righe anche altri produttori faranno la stessa cosa, capire che per vendere i vini non basta mandare un rappresentante ma andare loro in prima persona a raccontare quello che fanno. Dieci anni fa mi raccontò un ristoratore cilentano che uno dei maggiori produttori di vino campani, irpino per la precisione, benchè avesse 80 anni, andò di persona a proporgli i suoi vini, perchè aveva sentito parlare bene del suo ristorante e non si capacitava del perchè non li pigliasse, con grande cordialità e umiltà, propria dei grandi uomini, prima ancora che grandi imprenditori. E dopo aver letto questo pezzo magistrale di Luciano mi levo un piccolo sassolino: diversi amici, produttori di vino come Paolo, mi hanno chiesto, tra il serio e il faceto, se fossi diventato un testimonial di Verrone poichè mi univo a Paolo in queste scampagnate, la verità è quella che oggi magistralmente ha messo in luce Luciano, era solo il piacere di andare a pranzo con amici(Paolo, Guido, Ida, Giuseppe) e dare il mio piccolo contributo a chi stava facendo una cosa bella, parlare del Cilento, oltre che legittima promozione ai suoi vini. Cosa che ovviamente sono pronto a fare con chiunque produttore vorrà emularlo, perchè le cose belle e ben fatte vanno copiate.

    1. Grazie Marco, soprattutto perché hai saputo cogliere fin dall’inizio lo spirito che ha animato la nostra iniziativa di comunicazione di tutto il territorio!

  3. Grazie di cuore caro Luciano, il Cilento è una terra difficile e affascinante al tempo stesso, e l’amore per lei ci unisce in tanti, soprattutto in questo periodo così difficile ed incerto per tutti coloro che fanno impresa…

  4. Persona amabile e concreta che va ad aggiungersi ad un’altro viticoltore sempre cilentano capace e preparato ma discreto e lontano dalle cronache che a suo tempo,rinunciando ad un distributore nazionale,cura da allora personalmente il propio mercato quasi interamente salernitano e grazie a questo non ha sofferto dell’attuale congiuntura negativa questo a dimostrazione che la solidità di un’azienda sopratutto familiare deve avere il nocciolo duro locale.Ad Maiora semper e lode ai Cilentani che lo mettono sempre in primo piano FM

  5. Non conosco Paolo ma conosco il suo aglianico: un prodotto eccezionale ad un prezzo correttissimo. Non dimentichiamo che il Cilento è la madre di tutto e tutto tornerà al Cilento.

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