Al timone di Acquolina a Roma Daniele Lippi

Daniele Lippi
di Marina Betto
L’ambiente è moderno, dai toni freddi, i pochi tavoli sono ben distanziati tra loro, l’apparecchiatura essenziale e gli ampi tovaglioli di lino sono i primi elementi che si notano accomodandosi da Acquolina il ristorante una stella Michelin dell’Hotel The First Roma Arte. Lo shaker del barman è già in azione e subito arriva al tavolo un French 75 sprigionando il profumo inconfondibile del gin Tanqueray con cui è stato fatto. In sala vi accoglie Benito Cascone il benvenuto prosegue con piccoli assaggi un sandwich di mela verde ricciola e curry, raviolo ripieno di pollo alla cacciatora, chips al nero di seppia con baccalà mantecato passando ad assaporare bocconi ora freschi e pungenti ora sapori densi e caramellati, morbidi e dolci.

Acquolina – Piccoli assaggi di Benvenuto

Acquolina – Prosciutto e melone ed ostrica

Acquolina – Topinambur come un carciofo
Il gusto è orientaleggiante, acido e croccante, dolce e speziato, l’acquolina c’è. Il made in Italy vuole sempre il pomodoro, l’olio evo, il pane lo si condivide e lo si inzuppa in una salsa di pomodoro è lo stesso chef che invita a non usare le posate, la sua è una cucina anche tattile. Prosciutto e melone vengono proposti in maniera insolita con un’ostrica e sembra esserci l’estate nel piatto. Daniele Lippi classe 1990 è da poco al timone di Acquolina, amico dello chef che lo ha preceduto Alessandro Narducci prematuramente scomparso vuole rendergli omaggio lasciando per esempio il menù degustazione Bosco e Riviera e nello stesso tempo esprimere se stesso. Si è formato al Convivio di Massimo Troiani dove ha lavorato per nove anni e poi in giro per il mondo al Pavillion Ledoyen, a Piazza Duomo da Crippa solo per citarne alcuni.
La cucina di Daniele Lippi all’Aquolina

Acquolina – La capasanta e il midollo

Acquolina – Triglia arrosto con ciliegie

Acquolina – Pollo al Curry e sorbetto di riso basmati
La sua è una cucina divertente e raffinata, ama il gioco Lippi, lo stupore che si dipinge sul volto degli ospiti quando arrivano certe preparazioni, ricreare quell’ inganno che spesso i genitori fanno ai bambini per fargli mangiare quello che non vorrebbero. Il Topinambur come un carciofo appare in tutto un carciofo fritto, una rosa croccante e anche il sapore lo ricorda perfettamente. La Capasanta e il midollo, il mollusco è in gremolada con spuma di risotto mentre il midollo gratinato viene servito nella conchiglia Saint Jacques con a parte una scatoletta che sembra di Rice Krispies il riso soffiato alla milanese da spargere a piacere sulla pietanza. Chateau Fuissé 2002 uno chardonnay dai toni fruttati di pesca e susina tinta di tannino leggermente allappante è il vino consigliato in abbinamento. L’anguilla Hoink Hoink fa il verso del maiale e sembra un boccone gustoso di carne. La triglia arrosto ha un contorno di finte ciliegie ripiene di fegatini. Il pollo al curry con sorbetto di riso basmati è proposto anche con un osso fatto di cioccolato bianco, un dessert molto divertente degno dei Flintstones.
Acquolina
Via del Vantaggio 14- 00186 Roma
Un commento
I commenti sono chiusi.
Dall’articolo:
“La sua è una cucina divertente e raffinata, ama il gioco Lippi, lo STUPORE che si dipinge sul volto degli ospiti quando arrivano certe preparazioni, ricreare quell’ inganno che spesso i genitori fanno ai bambini per fargli mangiare quello che non vorrebbero”.(Dall’articolo)
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Se un bambino si lascia stupire non è un problema.
Un adulto può lasciarsi stupire e ritornare bambino: non è un problema.
Un recensore alla tavola della cucina creativa non deve farsi stordite dai fuochi d’artificio nati per stupire.
Deve andare più in fondo.
Deve cercare di capire se sotto
lo stupore iniziale c’è vera CREATIVITÀ e non semplice ESIBIZIONE TECNICA.
Leggendo i food blog italiani ho avuto spesso l’impressione che non sia chiara la Differenza. Penso che sia quasi impossibile leggere una critica, anche leggera, a un piatto(dico uno) di un cuoco che abbia ricevuto le mitiche stellette:
sembra che una, due o tre stelle lo rendano immune da qualsiasi critica.
Eppure, anche in questo blog, qualche volta è stata criticata la CUCINA NATA PER STUPIRE.
Poi, concretamente, non ho mai visto criticare un piatto di uno stellato.
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Prevale, nei food blog italiani, la FORMA MENTIS del blogger che deve ESALTARE lo chef.
(In alcuni food blog è scandalosamente evidente che la recensione è al servizio del marketing e non del cliente-consumatore-lettore).
Anche lo Stile espressivo con abbondanza di superlativi e figure retoriche di ESAGERAZIONE(iperbole e altre) lo rivela.
La critica gastronomica è un’altra cosa.