Aloara Bianco 2016 – Casa Vinicola Michele Moio


Aloara Bianco Moio 2016

Aloara Bianco Moio 2016

di Enrico Malgi

Ogni tanto con un mio caro amico ci scambiano bottiglie di vino da assaggiare e capita quasi sempre di godere di prodotti eccellenti da ambo le parti, proprio com’è capitato recentemente quando ho degustato l’Aloara Bianco di Michele Moio 2016.

Dopo la recente scomparsa del capofamiglia, l’azienda è guidata dal figlio Bruno che si avvale della consulenza enologica del fratello, il professore Luigi Moio, e/o della figlia Michela anch’ella enologa.

Falanghina in purezza allevata nell’Ager Falernus e maturata in acciaio e poi in barriques di primo e secondo passaggio per due-tre mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo orientativo di 11,00 euro, cioè un vero e proprio regalo per un vino di questo spessore.

Controetichetta Aloara Bianco Moio 2016

Controetichetta Aloara Bianco Moio 2016

Dal bicchiere occhieggia un lucente e giovanile cromatismo, segnato da un colore giallo dorato. Spettro aromatico depositario di un caleidoscopio di intensi e ben ricamati profumi, che risentono dell’influsso marino e per questo motivo le fragranze che salgono al naso sono più fruttate che floreali, tanto da evocare la mela, la pera, la clementina, l’ananas e la banana, insieme a captazioni di salsedine. Non mancano poi anche effusioni di eucalipto e di spezie orientali e lievi afflati di fiori di limone. In bocca penetra un sorso schietto, diretto, secco, fresco, sapido, minerale, balsamico, citrino e portatore di una marcata struttura di base. Percezione tattile morbida, sensuale, accattivante, corroborante, elegante, succosa e fruttata. Registro gustativo vivace e bene articolato nel tessuto e stimolante nel contrasto e comunque anche ammaliante, seducente, raffinato e dinamico, che sa imprimere una pregevole accelerazione palatale. Insomma si tratta di un vino decisamente identitario come definizione varietale. Zenit ancora lontano. Retroaroma ampio e persistente Da preferire su un risotto ai frutti di mare, carne bianca e latticini, ma volendo anche su piatti più elaborati e comunque è sempre un’ottima beva.

 

Casa Vinicola Michele Moio

Mondragone (Ce) – Viale Regina Margherita, 8

Tel e Fax 0823 978017 – Cell. 328 1743455

[email protected]www.cantinemoio.it

Enologi: Luigi Moio e Michela Moio.

 

2 Commenti

  1. Porta il nome di una principessa e tale è a tavola come ha sottolineato il “nosto”.Con gli amici amo ripetere:un ottimo bianco per spaghetti a vongole in bianco.D’altra parte sappiamo tutti che il prof Moio è uno specialista in falangina che ha nobilitato per profumi struttura e longevità.Ad maiora semper nel caro ricordo di quella grande persona che era Don Michele FM

  2. Eh si caro Francesco, si tratta davvero di un ottimo vino territoriale come tu ben sai. Ultimamente sto riscoprendo sempre più bottiglie datate di Falanghina campana che fanno concorrenza al Fiano di Avellino e Greco di Tufo per eccellenza e longevità.

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