Amici di Bevute in visita da Feudi San Gregorio


Sabato 8 Marzo è una giornata particolare per le donne di ogniddove e casualità ha voluto che in questo giorno speciale cadesse la scelta di concludere il PerCorso di approccio al vino “AMICI DI BEVUTE” ( de L’Arcante Enoteca, Pozzuoli) con la visita presso l’azienda Feudi di San Gregorio in quel di Sorbo Serpico. La folta comitiva, impavida di fronte ad un sabato mattina freddo e bagnato si è radunata di prim’ora in quel di Pozzuoli per definire i particolari dell’ impegnativa giornata di bivacco per le terre irpine.Il viaggio, come nella tradizione campestre non è mancato nei suoi imprevisti la perdita della bussola e come regola vige, molto spesso conosci il mondo ma non fai per nulla fatica a perderti per le tue vie…
Comunque riordinato il gruppo, in perfetto orario approdiamo a Sorbo e molti degli avventori che ci mi accompagnano in questa mattinata, alla prima uscita fuoriporta per camminare le vigne, subito non disdegnano di apprezzare la “maestosa architettura” con la quale la cantina dei Feudi domina la collina del piccolo centro irpino senza intaccare oltremodo il paesaggio.Ricevuti con perfetto stile e cordialità alla massima espressione da Carmela Danise, per oggi nostra accompagnatrice, ci siamo subito tuffati nel mondo virtualmente variegato dell’azienda guardando comodamente seduti, al calduccio, in un delizioso salotto la “cronostoria” che ci ha svelato tutte le anime del progetto con il quale oggi Feudi si esprime nel mondo del vino: l’Irpinia, la Puglia (Fattoria Ognissole) e non ultima la Basilicata (Vigne di Mezzo)
Mentre fuori la pioggia incessante ed il freddo pennellano l’ultimo scorcio autunnale irpino continuiamo il percorso conoscitivo con la visita all’enolaboratorio, dove le più moderne tecnologie vengono messe a disposizione degli agronomi ed enotecnici aziendali che attraverso esami specifici e microvinificazioni mirate cercano di tenere testa agli andamenti agronomici delle uve coltivate, l’Aglianico, il Fiano, il Greco e la Falanghina in primis cosicchè da effettuare sempre (nel limite del possibile) scelte ottimali ed interventi mirati al mantenimento degli elevati standard qualitativi che ormai l’azienda è capace di offrire attraverso tutta la linea dei suoi vini.La visita alla barriccaia ci apre ad uno scenario unico e “nuovo” per le realtà rurali del posto, non credo di mordermi la lingua nell’affermare che oggi la cantina di invecchiamento dei Feudi è tra le più suggestive del sud Italia: circa 2500 botti tra Barriques e Tonneaux di diverse capacità e legni pregiati riposano a circa 15 metri nel sottosuolo in un ambiente su due livelli dove i vini riposano continuamente coccolati dai canti Madrigali e dove due linee d’acqua scorrono lentamente da due fonti lungo la parte centrale della cantina a simboleggiare una rigenerazione continua che la terra dona ogni giorno…Il tour, alla fine un delizioso happening, seppur motivato dal forte interesse enoturistico, si è concluso con una piacevole degustazione che ha visto protagonisti alcuni dei migliori vini appena usciti con le nuove annate; Abbiamo iniziato con una elegantissima e (…e aggiungo finalmente) riconoscibilissima Falanghina ’07 che ha stemperato un palato ansioso di incontrare vini fin qui visti solo nel loro processo di affinamento/maturazione con la sua freschezza e la sua mineralità, caratteristiche tipiche di un vitigno che ogni anno stupisce sempre di più per immediatezza e gradevolezza del frutto. Il Fiano di Avellino ed il Greco di Tufo hanno confermato l’ottimo lavoro svolto sin qui seppur come sempre rimangono vini come sempre da apprezzare meglio dopo un certo periodo di bottiglia. Buoni se vi fosse ancora qualche dubbio il Rubrato ’05 ed il Taurasi 2004, che come alcune altre espressioni di grido continua il suo percorso di avvicinamento verso un preciso equilibrio gusto-olfattivo che personalmente ho iniziato ad intuire già alla scorsa Anteprima Taurasi 2004 dell’ultimo Dicembre.Lasciatoci alle spalle anche questa bella esperienza abbiamo puntato verso Pratola Serra, un vecchio amico ci ha consigliato di non perdere una capatina presso Lavacaloca (la mucca pazza, il nome è tutto un programma), una osteria nata non da poco dove il titolare Carlos, irpino-argentino di ritorno in maniera almeno sinceramente originale prova a coniugare una proposta di una onesta cucina irpina basata su antipasti rustici, salumi caserecci (preparati in casa) funghi porcini e tante tante verdure, elaborati bene e altrettanto bene presentati a tavola con la ricca offerta dell’Asado Argentino, dove tante carni davvero buone ci hanno rinfrancato di una giornata davvero spesa bene. Abbiamo mangiato bene, un menù completo innaffiato da diverse bottiglie di un onesto e profumatissimo Aglianico, curati e riveriti, lasciando sul tavolo poco più di 22 euro per persona. Da ritornarci: Lavacaloca, via variante 5, Pratola Serra (Av) Tel. 0825956067 . Angelo Di Costanzo