Avellino-Rocchetta, il treno del vino


di Michela Guadagno

Michela Guadagno

Il treno parte sferragliando sui binari della stazione, in una domenica mattina tra la nebbia della bruma mattutina. Sembra di essere in un irreale fuori tempo, e così immagino come doveva essere l’epoca in cui la tratta Avellino – Rocchetta S. Antonio era una risorsa per i viaggiatori che attraversavano l’Irpinia; Francesco De Sanctis inaugurò su questo percorso il suo viaggio elettorale; e più tardi, moltissimi anni dopo, furono usati alcuni tratti di questa linea dismessa per raggiungere i paesi colpiti drammaticamente dal terremoto dell’80. Il vino di Taurasi prese il nome proprio dalla stazioncina da cui venivano caricate le uve dirette ad Avellino per la vinificazione; e le colline irpine tinteggiate dai colori autunnali delle vigne offrono un paesaggio vitato che richiama a quello che veniva chiamato “il treno del vino”.
Oggi la linea è in disuso, a parte una sola corsa giornaliera effettuata alle 6 del mattino, con l’utenza di pochissimi viaggiatori perlopiù studenti elementari, che giunta alla stazione di Rocchetta S. Antonio riparte per ritornare ad Avellino, e poi effettuare la corsa successiva il giorno seguente.

Sul treno

La domenica la corsa salta, nei giorni feriali è raddoppiata dalla linea per Lioni, e da giugno a settembre è soppressa: una ferrovia dimenticata.
Il progetto di Pietro Mitrione, ex dirigente delle Ferrovie dello Stato, e dell’associazione Amici della Terra ha in animo di rivalutare questa tratta, utilizzandola il sabato e nei giorni festivi in orari meglio accessibili, e di riproporla ad un pubblico di enoturisti, proprio per l’interesse ai luoghi legati ai territori del vino irpini, le zone attraversate sono quelle comprese negli areali delle docg campane, e anche per uno scopo didattico-divulgativo a favore delle scuole per i luoghi di importanza storico-paesaggistica, si attraversa la Valle del Calore con le campate del Ponte Principe a Lapìo e la valle dell’Ofanto, Montefusco con il suo Carcere Borbonico o l’Abbazia del Goleto a S. Angelo dei Lombardi, e il Castello di Gesualdo. Senza contare che il tracciato ferroviario percorre altre regioni, come la Basilicata fino ai laghi di Monticchio, e si ferma al confine con la Puglia.
Un progetto legato al territorio, per rinnovare le suggestioni di paesaggi incontaminati dal traffico autostradale, e perchè no, un modo di viaggiare slow, al di fuori del tempo.
Per chi vuole saperne di più: www.avellinorocchetta.wordpress.com e su Facebook
Amici della linea ferroviaria Avellino-Rocchetta