Beneventano Igp rosso Corte Sellaroli 2014 – Bicu de Fremundi


Corte Sellaroli 2014

Corte Sellaroli 2014

Uva: ‘montepulciano’, lambrusco, cabernet

Fermentazione e maturazione: acciaio

Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro

 

Caparbi i fratelli Alfonso e Angelo Colangelo. Caparbietà è la parola d’ordine nella piccola realtà produttiva che hanno voluto avviare nel 2012, dando una sostanziosa virata alla storia agricola familiare. Una storia che prende le mosse qualche anno prima, nel 2010, quando ci si trova a ristrutturare alcuni vecchi vigneti. E’ allora che i due fratelli decidono di dare vita ad un percorso di bottiglie.

Se il nome dato all’azienda (Bicu de Fremundi) per qualcuno potrebbe rappresentare un qualcosa di difficile da pronunciare e memorizzare, per loro rappresenta il primo forte segnale di radicamento alla terra guardiese e sannita. Quella terra che hanno avuto in eredità da una famiglia sempre legata alla viticoltura. Circa otto ettari, sparsi nelle migliori contrade delle campagne titernine (località Calvese e Galano in tenimento guardiese, località Piana a San Lorenzo Maggiore, località San Giovanni a Telese e terreni a Puglianello).

Il logo aziendale

Il logo aziendale

Il vero artefice dei costanti e impegnativi lavori in campagna è Alfonso: tratti spigolosi e spalle muscolose, quasi a ricordare gli autentici contadini, quelli che in campagna trascorrevano gran parte delle proprie giornate, anche quelle di maltempo, perché – come dice un vecchio adagio guardiese –  «il bel tempo si aspetta in campagna».  E come i contadini di una volta Alfonso preferisce ancora le pratiche antiche, come ad esempio la concimazione ottenuta esclusivamente con spargimento di letame.

In queste campagne si coltivano ancora buona parte delle uve che qui ha piantato nonno Angelo prima e papà Giuseppe poi. C’è l’aglianico, c’è quel ‘montepulciano’ che nel Sannio arrivò – via Puglia – alla fine degli Anni Venti del secolo scorso, rappresentando una delle uve più gettonate dei viticoltori sanniti intenti a ripiantare le vigne all’indomani della fillossera. E poi ci sono le introduzioni più recenti, come il sangiovese e il cabernet, particolarmente piantato dai soci della cooperativa La Guardiense nel corso degli Anni Novanta. Infine c’è la falanghina, l’autentica superstar in questi ultimi lustri della campagna sannita.

I fratelli Angelo e Alfonso Colangelo

I fratelli Angelo e Alfonso Colangelo

I vini che vengono prodotti in azienda sono allo stato solo tre (e noi ci auguriamo che la gamma non si ampli a dismisura).

Dalle uve falaghina nasce l’etichetta ‘Bianco di Jecco’ (etichetta Beneventano Igp, prodotte 12.000 bottiglie). La versione degustata si presenta in un colore giallo particolarmente carico, frutto di una vendemmia che i due fratelli hanno voluto operare in epoca particolarmente tardiva. L’impatto olfattivo è molto vegetale, con le avvertenze floreali che passano in secondo piano proprio per le tecniche di lavorazione, che hanno mantenuto la soglia dei solfiti sotto i 40 mg/litro. In bocca il vino è baldanzosamente sapido, anche se leggermente magro. E’ il vino che più dovrà correggere la mano dell’amico (guardiese e giovane) enologo a cui Alfonso e Angelo hanno deciso di affidare le chiavi della cantina a partire dalla prossima vendemmia.

I tre vini aziendali

I tre vini aziendali

In attesa di conoscere le caratteristiche dell’aglianico in versione 2015 (a breve sul mercato) piace raccontare del ‘Beneventano Rosso Igp – Corte Selleroli’ vendemmia 2014, ottenuto da uvaggio, in cui entra tanto montepulciano, il lambrusco e l’avvertibile caberenet. Non storciamo il naso. Il motivo l’abbiamo detto sopra. Queste “contaminazioni”, anche le meno datate storicamente, rappresentano comunque una pagina della viticoltura sannita, che andrebbe analizzata e studiata anche per comprendere come spesso le potenzialità di questo territorio si sono trasformate in sostanziose opportunità soprattutto per soggetti esterni. Vegetale al naso, il ‘Corte Sellaroli’ (il nome è quello della famiglia del famosissimo costruttore di orologi attivo a Guardia alla metà dell’Ottocento) è ampio all’olfatto (graziato molto anche dal cabernet) e piacevolemente fresco e verde al palato, dove si mostra con una trama tannica mai invadente e dove mai si avvertono i 13°. Piace ancora più per un finale lungo, anch’esso sempre fresco, mai stancante.

Questa scheda è di Pasquale Carlo

Sede a Guardia Sanframondi (Bn) via Guglitiello, 103 – telefono 0824.864768 – www.bicudefremundi.it – [email protected]; [email protected] – Ettari: 8 di proprietà – Vitigni: aglianico, falanghina, ‘montepulciano’, lambrusco, cabernet