Bibenda-Capichera: lite tra Franco Ricci e Mario Ragnedda


Mario Ragnedda

Mario Ragnedda

Una piccola storia, istruttiva dei rapporti non sempre facili tra le guide che si occupano di vino e i produttori del settore.

È dicembre: Franco M. Ricci, presidente della Fondazione Italiana Sommelier, nonché direttore della guida Bibenda, per anni rivista ufficiale (e anche guida, con la dicitura “Bibenda-Duemilavini”) dell’AIS prima della clamorosa scissione di due anni fa, scrive una lettera inviata via e-mail a numerose aziende vinicole in particolare ai produttori delle “etichette più esclusive del panorama enologico nazionale ed internazionale”. Si spiega che la FIS sta organizzando la 15^ Edizione del “Bibenda  Day”, un’iniziativa per la quale è prevista la “presenza di un numero altissimo di appassionati che annualmente sono presenti a questa giornata memorabile” . Ai destinatari viene richiesta “la disponibilità di un’annata importante per 36 bottiglie”. E si specifica di dare anche “l’indicazione del costo per bottiglia a noi riservato al fine di approntare una corretta analisi dei costi”.

Franco Ricci

Franco Ricci

 

Tra le aziende contattate c’è anche Capichera, storico marchio di Gallura. I fratelli Ragnedda producono da decenni vermentino caratterizzati, di qualità sempre alta, come testimoniano i riconoscimenti ricevuti dalle pubblicazioni nazionali e internazionali. Si può anzi affermare che è grazie a Capichera che il vermentino è uscito dall’anonimato, che molti altri produttori non solo galluresi ma di tutta la Sardegna hanno alzato l’asticella per quello che oggi è uno dei bianchi italiani più conosciuti e apprezzati.

Ma c’è un problema: l’ultima edizione di Bibenda non ha premiato i vini dei Ragnedda. Ecco quindi, la risposta: “La Vs. richiesta ci giunge inaspettata. Ci sembra, infatti, di non avere i requisiti per essere annoverati tra le etichette più esclusive del panorama enologico, impressione, tra l’altro, confermata dai risultati ottenuti recentemente sulla Vs. guida Bibenda 2016”.

 

La replica di Franco M. Ricci è secca: “La Sua risposta alla nostra mail del 2 Dicembre 2015 in relazione al Bibenda Day ci offende. Offende il nostro lavoro di comunicatori ed insegnanti del vino. Il Suo commento commerciale è fastidioso e lontano dalla nostra deontologia. Interrompiamo qui ogni rapporto di collaborazione e La informo che ho richiesto la rimozione della Sua pagina su Bibenda 2016 ai miei collaboratori”. Il direttore è offeso, sembra chiaro. Ma non si capisce per che cosa, e tanto meno è comprensibile il riferimento al “commento commerciale”. Il risultato inequivocabile è che per Capichera, a causa del suo rifiuto di inviare 36 bottiglie all’organizzazione ospitata dall’Hotel Rome Cavalieri (l’ex Hilton) di Roma, scatta immediata la tagliola: l’esclusione dalle pagine web della guida (che non esce più in versione cartacea).

 

La chiusura è affidata alla contro-replica di Mario Ragnedda: “La ns. educazione e formazione culturale ci impedisce di offendere chicchessia. Rilegga la e-mail e si accorgerà di avere equivocato… semmai intendeva essere ironica! Troviamo la sua reazione triste e antipatica, questa si offensiva. Conosco da anni le Sue intemperanze verbali (telefoniche)… ora anche scritte… ma si ricordi… verba volant, scripta manent”.

 

Questi i fatti.

14 Commenti

  1. Niente di nuovo per chi conosce la “Banda della FIS”!!! L’arroganza e l’affarismo di questi personaggi è il loro marchio di fabbrica, purtroppo ci sono ancora produttori che li foraggiano nelle loro scorribande. Memorabile una degustazione di qualche anno fa all’Hilton all’ingresso della quale erano in vendita a prezzi di enoteca i campioni avanzati dalle precedenti degustazioni, sarà stato per quello che per un evento di due ore avevano chiesto 18 bottiglie per tipo ai produttori. Ma veramente il mondo del vino Italiano ha bisogno di questa gente o piuttosto è questa gente che continua a proliferare sulla pelle dei produttori ? Benissimo ha fatto Ragnedda a “provocare” facendo venir fuori la vera natura di questo boss da due soldi.

  2. Veramente la richiesta delle bottiglie era a pagamento e non a gratis. Viene chiesto di praticare un prezzo di favore, cioè uno sconto che di solito va dal 10% al 30%.
    Nessuna banda o associazione a delinquere o a scrocco.
    “L’educazione e formazione” dei Ragnedda è quella fondamentalista cattolica di CL, son sempre in prima fila in piazza contro gay e gender…. :-)

  3. Caro Oreste, come sa bene in questi casi la gran parte dei produttori, per una sorta di timore reverenziale o a volte di gratitudine, finisce con il mandare gratis tutte le bottiglie richieste. Mi sembra tra l’altro che le opinioni politiche della famiglia Ragnedda non siano oggetto della discussione. Risponda piuttosto Oreste se Lei è d’accordo che una guida elimini la pagina di un’azienda dalla Guida on Line, a fronte di una risposta come quella del signor Mario Ragnedda e motivi, ed argomenti le sue motivazioni. Grazie

  4. Compito di una Guida sarebbe quello di segnalare i vini migliori di una certa zona o di una denominazione. Se a fronte di un presunto diniego di mandare dei vini per un evento, la Guida cancella la pagina del produttore, traete voi le vostre conclusioni. I vini di Capichera sono da segnalare si o no? oppure sono da segnalare solo se manda il vino per l’evento? E poi un’azienda come Capichera se ne può tranquillamente fregare di stare o meno sulla Guida Bibenda, ma immaginatevi diversi piccoli produttori a che tipo di ricatto vengono sottoposti………….

  5. A dire il vero, non ci trovo nulle di osceno nel fatto che una associazione che gestisce una guida, chieda dei campioni “di un annata importante” da presentare ai propri appassionati, offrendo di pagarli e facendo richiesta di un trattamento di favore, a discrezione del produttore. Ben altra cosa è che il produttore, si senta offeso perché, sulla sola ultima annata, non sia stato premiato. Come si possono giudicare dei vini ogni anno, se poi la prima volta che non li premi, il padreterno della situazione si arrabbia? So bene che ci sono guide che, una volta entrati nelle loro grazie, poi ti premiano sempre, a condizione che contribuisci lautamente ai loro esosi Tour Mondiali ma, credo possano anche esistere guide che valutano ogni anno, perché la natura (e l’uomo), non lavorano mai allo stesso modo!

  6. Capichera è il vermentimo ed è sicuramente più forte di Bibenda e Franco Ricci.
    Se chiedete chi è Capichera la maggior parte saprà rispondere, lo stesso non credo succeda per Bibenda d Franco Ricci.
    Io sto per Capichera.

  7. Le guide dovrebbero comprare i vini dai rivenditori non dalle cantine per dare un giudizio più’ equo.

  8. Nulla da dire dell’azienda, anche se il vino è il prodotto di un duro lavoro del bracciante, dell’agronomo, dell’enologo, etc. etc. ed i signori Ragnedda/Capichera sono coloro che rischiano e che investono rischiando. Il Sig. Ricci lo conosco di persona con i suoi pregi ed i suoi difetti ma è il Sig. Ricci.
    In passato Bibenda ha più volte esaltato i prodotti Capichera anche quando non si esprimevano al massimo.
    Quindi secondo il mio modesto parere c’è stato soltanto un problema di comunicazione.
    Ricordiamoci che Bibenda ha dato un’immagine del vino e della passione del vino del tutto nuova in Italia e che quell’immagine ci ha fatto conoscere nel mondo anche con quelle realtà piccole e sconosciute.

  9. Sottoscrivo l’intervento di Valentino, conosco Ricci e i suoi ragazzi e la loro professionalitá. Non condivido che il produttore sia stato tolto dalla guida e spero che Bibenda ripristini la sua pagina.

  10. Sono d’accordo con il commento di Walter. L’unico modo di smetterla d’inscenare questi ridicoli teatrini è prendere le bottiglie da terzi. Ragnedda fa una protesta, ironica, ma chiara. E Ricci la fomenta impropriamente. Francamente non la miglior espressione della loro persona…

  11. Un vino buono è buono quando viende bevuto volentieri. È ancora più buono quando non fa parlare di sé ma faccia passare una bella serata tra i convitati; Il produttore che interpreta la convivialità a modo suo e la offre attraverso il vino ha interpretato il valore più altro del vino. Per questo una risposta come quelle di Capichera denuncia il più alto tradimento nei confronti del vino.
    Leggere la risposta di Ragnedda che prende posizione perché la rivista non ha mai commentato in modo positivo i propri vini è come leggere la richiesta prepotente di ottenere critiche solo positive.
    Dovremmo biasimare fortemente chi con argomenti bieghi ed ipocritici dice cose per farne intendere altre. Non abbiamo bisogno di coloro che del vino fanno una mercificazione della propria cultura… E che in aggiunta si auto definiacono acculturati secondo un proprio metro di giudizio.

    Gianni

I commenti sono chiusi.