Bischerate d’Estate 009, l’Estate condensata tra le righe


'O tiempo se ne va, lacrime o gocce di condensa…lei e la ragazza col trolley, due gocce d’acqua

‘O tiempo se ne va, lacrime o gocce di condensa…lei e la ragazza col trolley, due gocce d’acqua

di Marco Galetti

Alcune righe sono inguardabili, sarà il blocco dello scrittore…eppure basterebbe mettere in sequenza un puntino dopo l’altro con mano salda ma leggera, senza eccessi, i colori non dovrebbero essere necessariamente vistosi, ma dovrebbero adattarsi alla riga, invece niente, righe troppo lunghe, righe troppo corte, righe che sembrano disegnate da un pennarello dalla punta grossa che sbava o dalla punta sottile che non scrive quasi più.

Righe dai colori improponibili che sembrano non curarsi di suscitare grande perplessità, che sembrano dirci, mi metto “nu jeans e ‘na maglietta e sto a posto”, invece dovrebbero rimanere semplicemente puntini.
Righe non più lineari, cariche d’inutile, banali, che vogliono sembrare quello che non sono invece di essere quello che davvero sono, righette, che è sempre meglio di righe o rigone non autentiche, anche se vestissero Dolce&Gabbana, anche se osassero indossare un capo sopra media di Brunello Cucinelli, sarebbero comunque, trattini incompiuti.

Non basta il colpo di coda, o la prestazione di una notte, se manca l’armonia, hai voglia ad assoli.

Poi, inspiegabilmente succede che dal nulla un pittore crei il capolavoro, la quadratura del cerchio con una sola riga, sembra impossibile ma succede, ogni ventimila leghe, da sotto il mare, spunta la riga che non ti aspetti, il pennello rimane sospeso, ritto nell’aria e il pittore si gode il suo capolavoro.

Nella pittura ma anche nella musica, nella poesia, nel cibo, in un vino, arriva inaspettata l’armonia che lascia a bocca aperta, nella vana ricerca di un aggettivo, si perdono i descrittivi per strada e la strada stessa, allora c’è chi diventa Santo bevitore, chi guarda in su e grida al miracolo, chi non riesce a staccare lo sguardo, chi volge lo sguardo altrove sperando in un calo del desiderio, molto probabilmente queste righe non scritte hanno due gambe, due braccia, una testa, un cuore, l’insieme è armonico, irripetibile, si resta sospesi, immobili, si blocca il respiro, i sensi all’erta cercano di anticipare l’andamento della riga… più spesso invece, manca qualcosa o c’è qualcosa in più, oggi ad esempio manca qualcosa, avevo esaurito la sesta di ventuno e mi sarò fatto capire meno del solito, che è una soglia pericolosa, chiederò allo speziale di misurarmi colesterolo e comprensibilità, ma ho ritenuto giusto condividere un dono, la visione surreale, celestiale, irreale che mi è apparsa stamattina: una gran riga, per una ruga dalla realtà.

Ma non vorrei esagerare con i preliminari, la musica che indirizza la prua del post contro un’onda anomala, è la versione  porn di reality, quindi più che tempo delle mele…se dici ferie e non vacanze, quando le tue ferie stanno per finire, arriva una ragazza col trolley che inizia le sue vacanze, lei è petillant quanto basta, disinvolta, capelli mogano,  tacchi sopra media, occhiali da diva e smalto verde acqua.

La carnagione chiara, come i vestiti, niente che salti subito all’occhio, eppure impossibile non notarla.

Cammina sicura, lontana dalle vetrine ma non dagli sguardi, passo deciso ma non veloce, chiude le curve con facilità sui suoi tacchi alti senza perdere aderenza, la seguono il trolley, il cane e gli sguardi di tutti in una sorta di fluido movimento ondulatorio.

Sicuramente una ragazza che sa e che saprà prendere le sue posizioni, qualcuno stasera non avrà bisogno di dirle: “mettiti così”.

Il latte se si condensa diventa dolciastro, come un complimento senza cuore, condensare l’estate è un po’ Averna ma le erbe sono officinali…“sta luna pare pare ‘na scorza ‘e limone e comm’è blu stu cielo ‘e cartone “

7 Commenti

  1. Più del tempo che se ne va siamo noi che ce ne andiamo(De Andrè) e intanto guardiamo perché vecchi si ma con ancora tanta vita è l’anima la grida(Renato Zero) e il sorriso di chi correndo sventola le sue bandiere al vento e si compiace del mio sguardo rapace per la bella scena di una ragazza procace che poi ti porti dentro e non ti da pace .FM.

  2. Io dedico questa canzone
    ad ogni donna pensata come amore
    in un attimo di libertà
    a quella conosciuta appena
    non c’era tempo e valeva la pena
    di perderci un secolo in più.

    …A quella quasi da immaginare
    tanto di fretta l’hai vista passare
    dal balcone a un segreto più in là
    e ti piace ricordarne il sorriso
    che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
    in un vuoto di felicità.

    …Allora nei momenti di solitudine
    quando il rimpianto diventa abitudine,
    una maniera di viversi insieme,
    si piangono le labbra assenti
    di tutte le belle passanti
    che non siamo riusciti a trattenere.

    (Le passanti, De André)

  3. Io dedico quel che berrò stasera a chi ha colto l’essenza dell’assenza

  4. Dalla poesia al prosaico:me lo sento dentro che la famosa magnum di bianco non arriverà mai a cantare con noi “29 settembre”di Battisti.FM.

  5. La zucca lombarda si raccoglie a Settembre, l’ultimo venerdì del mese, Santa Clelia, sembra la data ideale per un risotto…

  6. Con o senza il tuo permesso questa me la rivendo :non si sa mai che aiuti nel curriculum vitae verso la produttrice che commossa poi tiri il collo a qualche pezzo raro.Grazie FM.

I commenti sono chiusi.