Botti, ad Agropoli l'archetipo del vino cilentano


1 maggio 2003

Le aziende vitivinicole come guardie di confine sorvegliano l’ingresso del Cilento appollaiate tutte sulle colline che circondano Agropoli, la porta settentrionale del Parco. Poi, per oltre cento chilometri e più ancora, considerando il Golfo di Policastro e la Calabria, niente aziende, il vuoto produttivo. Non poteva essere diversamente considerate le distanze e le difficoltà di contatti prima della costruzione della superstrada e che ha costretto quasi tutti ad emigrare. Così il bicchiere cilentano è rivierasco, estroverso, allegro, versatile perché riflette una parte del territorio, quella più abituata al contatto con la Piana del Sele, mentre quella introversa del terroir si disvela con lampi selvaggi in qualche sorso del Naima di Bruno De Conciliis.
Carmine Botti (Contrada Moio, telefono 0974.822195) lavora appunto su una bella collina di Agropoli. Il suo Cilento bianco è fiano in purezza, meno acido di quello irpino, nel bicchiere il profumo dei fiori bianchi del Parco.
E insiste, Carmine, con il rosato, appena duemila belle bottiglie snobbate da chi ha perso il piacere dell’aperitivo al porto sgranocchiando gamberi di nassa pescati a punta Licosa. E infine lui, l’Aglianico passato in legno, da spendere sul capretto o sui cavatielli al ragu di castrato ben innevati dal cacioricotta stagionato. Ma questo Aglianico va bene anche su alcuni piatti di mare come i polpi affogati e le alici ’nchiappate, ossia riempite da formagetto fresco di capra.
Così l’azienda di Carmine, nella quale ora ha iniziato a lavorare anche una delle due figlie, è parte di quel movimento vitinicolo che sta facendo conoscere il Cilento, finora spesso confuso in Italia con il Salento causa l’infermità amministrativa accumulata negli anni. Vitigni autoctoni, certo, ma anche un Cabernet sauvignon voluto dall’agriturismo Le Favate, e poi il Fiano Cerzalonga di Nicola Tipaldi ad Acciaroli.
La nuova stagione si annuncia dunque molto interessante, punti di ristoro eccellenti come il Ceppo e La Veranda ad Agropoli avranno di che riempire gli scaffali per innaffiare i loro piatti.