Caiazzo, Podere Bell’Angelo in Slide Show: e il dottore Rao tornò alla terra


Francesco Rao

di Monica Piscitelli

Francesco Rao, primario di odontostomatologia a Napoli, ha realizzato il suo buen ritiro nella campagna caiatina e ieri ha aperto le sue porte a pochi ospiti, tra cui i rappresentanti delle locali istituzioni e alcuni giornalisti, tra quali la sottoscritta impegnata nella moderazione della chiacchierata con i presenti, per salutare l’inizio ufficiale della sua nuova avventura.

Un evento che nasce sotto la buona stella di Slow Food con la presenza di Nicola Sorbo, fiduciario della condotta del Volturno e di Luciano Pignataro, tra i coordinatori di Slow Wine. Dopo decenni trascorsi tra i corridoi di un ospedale, sale di attesa affollate, pazienti impazienti e sofferenti, il dottor Rao, con sua moglie Ofelia, squisita padrona di casa, sceglie la campagna. E sceglie il vino. Il bello, per lui è un must, una tensione che lo spinge alla cura quasi maniacale dei dettagli, alla scelta di materiali e oggetti del passato che impreziosiscono il casale – dove conta di ritrovarsi presto immerso nella natura continuando in città la sua attività professionale – e la cantina su due livelli con la linea di imbottigliamento, i serbatoi d’acciaio e le barriques. Con la consulenza dell’enologo Pietro Razzino, che lo accompagna in questo percorso da poco più di un anno, ha messo a punto il Silvaura 2009 (80% pallagrello bianco e 20% fiano) e riorganizzato i vigneti il cui impianto risale al 2006. Intanto il Silvanigra 2008 (aglianico 55%, pallagrello nero 15%, casavecchia 15%, cabernet sauvignon 15%) si avvia a un lungo affinamento in bottiglia.
C’è tanto entusiasmo e curiosità di misurasi con il mercato senza, però, subirne i dictat, al Podere Bell’Angelo. Nell’aria, mentre si pensa a un’uscita per queste due prime etichette secondo i tempi del vino e non dell’uomo, si progetta il lancio di un Pallagrello Nero in purezza e, magari, alla creazione di un passito da Pallagrello Bianco.
L’azienda, che si trova a circa 200 metri sul livello del mare in località Bucciano di Caiazzo, conta 4,5 ettari complessivi di proprietà, dei quali 2,5 vitati e 1 ad uliveto. A sinistra e a destra della strada che conduce alla proprietà si estendono le vigne delle uve a bacca nera e bianca, su terreni a lieve pendenza e con esposizione est-ovest.
Le prime sperimentazioni in cantina risalgono al 2007, ma la prima annata imbottigliata è quella con la quale esce il Silvanigra: 2008. Un vino che mostra le grandi potenzialità del Pallagrello Nero, vitigno diffuso soprattutto nella zona alifana e caiatina. Sebbene si presenti in uvaggio, marca il bicchiere con i suoi sentori di composta di more e altri piccoli frutti neri, tra cui il mirtillo. Non manca in bocca di mostrare il suo tipico profilo morbido ed equilibrato, una struttura e un tenore alcolico sostenuto, aspetto nel quale il vitigno spesso incade.
Nel complesso sfodera una materia opulenta, ma è appena penalizzato da un eccesso di legno nuovo che andrà a stemperarsi con il tempo. Silvaura, invece, gioca con la freschezza. Paglierino scarico, con dei riflessi verdolini. Il Fiano, sebbene in piccola percentuale, si impone al naso, con ciò accontentando la passione del dottor Rao per questo straordinario vitigno. La sua presenza conferisce una leggiadria al bicchiere che fa venire fuori il meglio anche del Pallagrello. Al naso prevale una nota di nocciola e anche una meno amabile di mandorla, amara. Ma ci sono anche, a corredo del biancospino, mango e una sottile mineralità. In bocca c’è davvero tanto corpo per un vino dall’aspetto cosi’ pallidino che, però, sa muoversi con lentezza nel bicchiere.
La beva è sostenuta da un’acidità non da poco che, se per ora lo rende un pò sbilanciato verso le durezze, oltre a dare una piacevole sensazione di pulizia in bocca fa sperare in un lento e grandioso invecchiamento.

Un commento

  1. Il giudizio è rimandato all’assaggio del vino…..anche se conosciamo bene le qualità de maestro ! Prosit !

    annamaria rao incivile

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