Campania Stories – Seconda giornata di degustazione al Mec Hotel Paestum | Vini rosati spumanti e fermi e vini rossi frizzanti e fermi


Campania Stories Vini rossi in degustazione

Campania Stories Vini rossi in degustazione

di Enrico Malgi

Seconda giornata di degustazione dei vini campani nell’ambito della manifestazione Campania Stories al Mec Hotel Paestum. Stavolta il focus è stato acceso sui vini rosati fermi e spumanti e vini rossi frizzanti e fermi.

Campania Stories Gruppo di sommelier

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Com’è successo per i vini bianchi, anche i rossi mantengono una loro ben diritta linea di ottima qualità, anche se in fase di degustazione soffrono un poco l’ambiente caldo. Ma tutto sommato se la cavano benissimo, confermando così la tendenza ad un miglioramento costante nel tempo. Anche oggi ho selezionato alcune etichette delle centoventitre assaggiate.

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Vini Spumanti e Rosati Fermi di Aglianico

Gioì Spumante Brut Rosé Metodo Classico Biologico 2016. San Salvatore 1988. Soltanto Aglianico.

Tipico spumante cilentano sempre in gran forma, segnato da una spuma soffice e compatta, da minuscole e fitte bollicine e costellato da un bouquet stilisticamente perfetto. Sorso secco, fresco, brioso, fruttato, floreale, sontuoso, gaudente, cremoso, morbido ed elegante. Retroaroma voluttuoso.

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Vini Rosati e Rossi Frizzanti

Maricinè Rosato Paestum Igp 2019. Albamarina. Aglianico in purezza.

Il bouquet sprigiona al naso avvolgenti profumi fruttati di ciliegia e di sottobosco e/o tocchi floreali. L’impatto del sorso sulla lingua è fresco, suadente, elegante, affascinante e succoso. Palato morbido ed intrigante. Chiusura deliziosamente appagante.

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Rossi Monovarietali e Blend Misti 

Montevetrano Colli di Salerno Igt 2017. Montevetrano. Blend di Cabernet Sauvignon al 50%, Aglianico al 30% e saldo di Merlot.

Lo spettro aromatico è molto complesso: ricco corredo del sottobosco e poi sentori speziati e terziari. Sorso carnoso, corposo, sapido e vibrante. Silhouette aggraziata, fine e tagliente. Tannini presenti e ben risolti. Felice il finale.

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Rossi a base Piedirosso

Artus Piedirosso Sannio Sant’Agata dei Goti Doc 2018. Mustilli. Piedirosso al 100%.

Profilo aromatico intensamente affastellato di gradevoli ricordi di frutta, flora e vegetali locali. Sorso sapido, asciutto, morbido e bene equilibrato. Trama tannica delicata e sinuosa. Gusto pieno, giovane, vellutato, fresco e godibile. La chiusura è totalmente appagante.

Piedirosso Campi Flegrei Dop 2016. Contrada Salandra. Soltanto Piedirosso.

Vino profumato, gioioso, accattivante, sapido, fresco, dal colore giovane e luminoso, abbinabile a tante pietanze di mare e di terra. E poi è anche elegante e fine con un finale generosamente allietante. Cosa si vuole di più da un vino rosso?

Campania Stories Vini rossi

Campania Stories Vini rossi

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Rossi a base Pallagrello Nero

Montecardillo Terre del Volturno Pallagrello Nero Igt 2019. Sclavia. Pallagrello in purezza.

Puro e complesso questo Pallagrello Nero, che si avvale di una perfetta fusione organolettica. Da una parte l’ottimo timbro olfattivo e dall’altra la sorprendente vitalità ed esuberanza che caratterizza il sorso. Carica di freschezza, con un gusto tonico, sapido, avvolgente e balsamico. Chiusura persistente.

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Rossi a base Aglianico Alto Casertano

Terra di Lavoro Campania Igp 2017. Galardi. Blend di Aglianico 80% e saldo di Piedirosso.

Connotazioni ben precise di frutta bella fresca e polposa che colpisce parimenti le narici e la lingua. Energia sapida, terrosa e sulfurea. Sorso caldo, ma anche fresco e morbido, per via di tannini ben rifiniti. Retroaroma che più goloso ed appagante non si può.

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Aglianico Sannio

Terra di Rivolta Aglianico del Taburno Riserva Docg 2015. Terra di Rivolta. Aglianico in purezza.

Piglio olfattivo di grande presa. Bocca ampia ed avvolgente, che ospita un sorso caldo, potente, sontuoso, materico, vibrante, terroso e sulfureo. Tannini ancora attivi. Spalla acida ben sostenuta. Lunghezza finale senza alcun limite.

Vigna Cataratte Aglianico del Taburno Riserva Doc 2015. Fontanavecchia. Soltanto Aglianico.

Impronta olfattiva esemplare per cadenze fruttate, floreali, vegetali, speziate e terziarie di grande interesse organolettico. Gusto pieno, concentrato, persistente, intenso, preciso, integro e saturo. Vivida freschezza. Il sorso finisce in completa agilità come gazzella.

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Dop Irpinia Campi Taurasini

Campi Taurasini Irpinia Doc 2015.  De’ Gaeta. Aglianico al 100%.

Naso di buona frutta fresca. Florealità di viola e di geranio. Sorso immediato e morbido, i tannini sono ben risolti. Polpa croccante e ancora giovane. Sorso gioviale, sensuale e sostanzioso. Retroaroma impagabile.

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Taurasi Docg

Poliphemo Taurasi Docg 2015. Luigi Tecce. Soltanto Aglianico.

Classico Taurasi dall’età indefinita, perché non si può mai sapere quanto può durare. Vino strutturato, equilibrato, complesso e con la vocazione ad un sicuro e perenne successo. Tannini ben lavorati. Materia imponente e voluminosa. Bellissima chiusura.

La Loggia del Cavaliere Taurasi Riserva Docg 2014. Tenuta Cavalier Pepe. Aglianico al 100%.

Nobile anima di un vino che non teme rivali. Naso pulito, frutta e legno molto ben integrati fra loro, sorso fresco e tannini ben risolti. Ha ancora una lunga strada da fare, chiusura precisa, sapida e che invoglia a bere.

Taurasi Docg 2010. Perillo. Aglianico in purezza.

Ecco qui un altro magnificoTaurasi. Un Taurasi di riferimenti, dal quale si può attingere tutto il sapere di questa denominazione. Un vino austero e dalla schiena diritta che dopo dieci anni sembra ancora un bambino.

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Rossi a base Aglianico Colli Salernitani
e Cilento 

Aglianico Colli di Salerno Igt 2015. Mila Vuolo. Aglianico in purezza.

Bouquet molto seducente ed affascinante. Sorso profondo, avvolgente, espansivo, corposo, terroso e tartufato. Aplomb di grande carattere. Impalcatura tannica tesa e sferzante. Freschezza infinita. Retroaroma persistente e lussuriosa.

Vigna dei Russi Aglianico Cilento Dop 2013. Massimo Cobellis. Soltanto Aglianico.

Un vino solido, schietto, potente, maestoso, austero e corposo. Ma anche morbido, tagliente, raffinato,. Trama tannica quasi del tutto levigata. Chiude su basi a lunga scadenza.

Bene, si è trattato sicuramente di una bella esperienza quella vissuta nei tre giorni al Mec, goduta insieme con amici vecchi e nuovi. In questa kermesse si è avuta l’ennesima conferma che la viticoltura campana per fortuna gode di ottima salute, anche se i problemi da risolvere ne restano ancora molti. Ma l’alta qualità delle etichette presentate fanno ben sperare per il prossimo futuro. Godiamoci, quindi, questo felice momento, mentre auspichiamo che la pandemia da coronavirus sia debellata del tutto. Al prossimo appuntamento.

 

2 Commenti

  1. Fermo restando il podio dei rossi campani Terra di lavoro Galardi-Taurasi Perillo – Montevetrano la sorpresa per me è stata un grandissimo 2Mila15 Aglianico Colli di Salerno di Mila Vuol che piazza sul mio personale podio di vini a bacca bianca anche un ottimo Fiano Colli di Salerno 2Mila18 assieme al Fiano sempre 2018 di Colli di Lapio e Vigna della Congregazione 2018 di Villa Diamante Ad un tiro di schioppo ancora un Fiano(lo confesso sono Fiano-Dipendente)questo però in anfora il Quartara 2017 di Luna Rossa di Mario Mazzitelli. Con il greco di tufo(a parte i soliti pochi notissimi nomi ho sempre problemi a fare la quadra:troppa diversità tra le varie interpretazioni di cui non riesco mai a trovarne il filo logico.Nel complesso però ho trovato i vini bianchi campani di buon livello in ogni zona:Cilento Irpinia alto casertano campi Flegrei costiera amalfitana beneventano.PS Un commento a parte meritano i vini de le Ali di Mercurio praticamente tutti presenti e tantissimi con un’alta qualità di molto superiore alla media:sul podio il Fiano 2017 di Tenuta Sarno-Taurasi Fren di Stefania Barbot 2016 -l’Aglianico del Taburno riserva 2015 Terra di Rivolta.Ad maiora semper e complimenti a Diana Cataldo e Massimo Iannaccone per l’ottima organizzazione coadiuvati dai precisi e professionali sommelier AIS Campania coordinati dalla vicepresidente Maria Sarnataro FM

  2. Bene caro Francesco, constato con piacere che i nostri personali pareri collimano. A dire il vero ci sarebbe stata anche qualche altra etichetta da premiare, ma non avevo altro spazio da dedicare. Mi riprometto, comunque, di tornarci su appena avrò contattato i produttori, perché si tratta davvero di un’eccellente resa di tanti vvini campani. Personalmente mi hanno affascinato più i bianchi che i rossi, con puntate alte anche venute dalle poche etichette di rosati e di spumanti. Ma nell’insieme si è trattato davvero di una grande vetrina.

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