Capichera, il vermentino dei Nuraghi


Emanuele Ragnedda

Quando si gira per le strade sarde è necessario sparare i Pink Floyd a palla: tutto è poco antropizzato, ma tutto è antropizzato da sempre, da epoche ed ere di un passato non scritto e misterioso. Nasce così il Santigaini, da uve vermentino piantate in una vigna che sorveglia la Tomba dei Giganti, una fossa comune di quattro anni fa che i bambini sardi usavano per giocare, un po’ come quelli cirenaici fanno oggi con le rovine romane o noi a Paestum.


 

La vigna Coddu 'Ecchiu dove nasce il Santagaini

 

La Tomba dei Giganti: 4000 anni

La grande stele tornata sulla tomba, simbolo delle etichette Capichera, è stata usata come solido tavolo e rimessa a posto dopo una ricerca intuitiva suggerita dagli archeologi.

La Tomba dei Giganti

 

La Tomba dei Giganti

 

La Tomba dei Giganti

 

La Tomba dei Giganti

 

La Tomba dei Giganti

 

In questa area la famiglia Ragnedda è insediata da molto tempo, dedica all’agricoltura sino a quando negli anni ’70 Fabrizio e Mario, due dei quattro fratelli, deciso di fondare l’azienda vitivinicola che ha fatto conoscere in tutto il mondo il vermentino sardo.

Nuraghe

 

La vigna di Capichera

Il bello di questa azienda sono le vigne strappate alle pietre granitiche che caratterizzano la Gallura. Una spettacolare vigna ad anfiteatro ben sorvegliata dalla cantina dove nascono vermentino e carigliano.

Il terreno

 

il Carignano ad alberello

 

Il carignano

 

Il carignano

L’irrigazione a goccia è indispensabile quando tra luglio e agosto il termometro supera i 45 gradi: per la vite non ci sarebbe scampo alla morte.

La macchia mediterranea

Il bello di questo vigneto è che è totalmente immerso nella ricca macchia mediterranea ricca di profumi e di fauna.

La vigna

La mia visita è guidata da Emanuele Ragnedda. Hanno la memoria granitica questi sardi: il papà Mario si ricordava di una cena fatta con me da Gennaro Esposito n-anni fa, l’aggancio per invitarmi a visitare l’azienda durante il mio breve soggiorno a Porto Cervo per il Winefestival.

Emanuele Ragnedda

Le prime ore del mattino sono sempre le più belle per visitare le vigne e le migliori per degustare: il convegno è alle 10,30, due ore per stare insieme riescono a bastare.

La macchia mediterranea

 

La macchia mediterranea

 

Capichera

La cantina è essenziale e pratica in tutta l’organizzazione degli spazi. C’è solo un progetto di ampliamento della parte sotterranea per stoccare megli vecchie annate. Anche qui non si è lavorato sui tempi lunghi di invecchiamento dei vini, ma per fortuna il mercato straniero è assetato di vecchie annate e le aziende importanti iniziano a pensarci, sui rossi come sui bianchi.

Capichera

 

Capichera

 

Capichera

 

Emanuele Ragnedda

Emanuele, 28 anni, ha girato un po’ per il mondo, fatto esperienza in cantine straniere, poi messo a lavorare in vigna.

Capichera

Il primo vino ha un nime minaccioso, l’anagramma di uve internazionali, ma mi si spiega che per il momento è solo vermentino. Bello fresco, ben strutturato, molto piacevole. Un base da incorniciare.

 

Vendemmia Tardiva 2003

Passaiamo poi al mitico Vendemmia Tardiva, quello del 2003 impaurisce un po’ ma bastani pochi minuti per consentire al bianco di dispiegarsi. Inizialmente escono i classici profumi di legno anni ’90, molta spezia dolce, canfora, per fortuna niente banana e ananas. Il frutto è pero pieno. Poi riprovato dopo un po’ di tempo, viene fuori davvero la macchia mediterranea. Un vino ricco, sapido, ancora molto fresco.

Vendemmia Tardiva 2003

 

Santigaini 2006

Santigaini 2006

Il Santigaini 2006 è davvero speciale, l’ho trovato un grandissimo vino, di buon equilibrio tra legno e frutta, migliorato con il tempo e bisognoso di vivere ancora a lungo per esprimersi ancora meglio.

Più pieno il 2008, meno nervoso, con la frutta agrumata e a pasta gialla maggiormente in evidenza nel bicchiere, sostenuto comunque da alcol e freschezza ben inserite nel contesto.

Santigaini 2008

 

Vendemmia Tardiva 2009

Il Vendemmia tardiva 2009 si è invece un po’ alleggerito e nonostante l’annata non sia da incorniciare si presenta bene, in equilibrio, molto fresco, veloce in bocca, sapido e con una nota amara finale decisiva nel ripulire il palato.

Lianti

Lianti è un Carigliano passato in acciao, bevibile e godibile, dissetante.

Assajé 2005

Assajé, vecchio amore ritrovato: bella frutat al naso con note speziate e di liquirizia. In bocca pimpante, elegante, fresco. Un granbel rosso.

Capichera

 

 

Mantènghja 2007

 Chiudiamo con il Mantènghja, grande rosso, speziato, ricco di frutta, sostenuto però da una forte acidità. Anche i rossi, come i bianchi, hanno promesse di lungo invecchiamento.

Una bellissima realtà con un progetto vino coerente, antico e moderno.
Finalmente ho trovato un motivo per andare a Porto  Cervo.

Sede ad Arzachena, strada statale Arzachena-Sant’Antonio, km. 4 . Tel. 0978.980612. www.capichera.it Ettari: 40 di proprietà. Bottiglie prodotte: 250.000.