Carato Venusio 1999 Aglianico del Vulture doc


Carato Venusio 1999

 

CANTINA DI VENOSA

Uva: aglianico
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

 Sì, è uno dei migliori di sempre. Freschezza, corpo non appesantito, colore rubino interno penetrabile. Davvero pimpante e ricco di emozioni, dai sentori di frutta ben evoluta ancora presenti ai terziari  In bocca il vino entra con piacevolezza, dilaga nel palato grazie alla acidità, alla dolcezza percepita al naso e alle prime battute fa da contraltare poi una decisa sapidità minerale che rivela il territorio vulturino.
Il 1999, allora, oltre a confermarsi grande annata per il vino, rosso e bianco, è stato anche il millesimo in cui la cifra stilista di questa cantina sociale ha toccato la perfezione mantenendo un grande rapporto tra qualità e prezzo per l’epoca.
Piace ricordare la serietà austera del rosso, la assoluta mancanza di ruffianeria, la beva piacevole e abbinabile che noi abbiamo sperimentato non nella quantità che avremmo voluto all’Antica Osteria Marconi.
Sono queste le soddisfazioni che vitigni come l’aglianico riescono a regalare agli appassionati: una sfida nel quale il tempo che trascorre modella il vino, lo matura nel senso pieno del termine, e lo regala agli animi pacati e apagati vicino ad un buon piatto qual è il piccione del nostro Franco Rizzuti.

Scheda del 17 gennaio 2008. E’ passato un anno e mezzo ma il 1999 è rimasto fedele a se stesso, immobile e perfetto. Il naso, se possibile, è diventato più complesso mantenendo intatta la sua grande forza espressiva in cui la frutta continua ad essere l’aspetto principale, accompagnato dalle speziature dolci del legno davvero gradevoli. In bocca esprime il capolavoro dell’enologo per la sua essenziale semplicità poggiata sul difficile equilibrio d’alta quota in cui tannini vellutati sono sostenuti dalla freschezza integra e dall’alcol ben presente e necessariamente appagante. Un bel campione che conferma la grande longevità di uno dei grandi classici della viticoltura meridionale a cui noi siamo molto affezionati perché espressione di un sforzo collettivo, della vera portaerei vulturina da cui la maggior parte dei produttori ricava il suo reddito e che di recente ha potuto festeggiare i suoi primi 50 anni. Per una sorta del destino benevolo, lo abbiamo riprovato su un agnello, stavolta lucano, ben riequilibrato da bacche di ginepro e pomodori essiccati al sole.

Assaggio del 18 giugno 2006. Il vino bandiera della Cantina di Venosa rappresenta l’archetipo ancestrale di vino che abbiamo da sempre. Il Carato è morbido ma non morbidoso, fruttato ma non da masticare, potente ma non alcolico: ben strutturato si beve al meglio tra i cinque e i dieci anni di invecchiamento. Il segreto è tutto nella selezione delle uve che provengono da vigne di circa 30 anni, poi l’affinamento dura in barrique per un periodo che oscilla tra i 12 e i 24 mesi, infine prima di essere messo in commercio sosta ancora per nove mesi in bottiglia. Ultimo accorgimento tecnico: non esce tutti gli anni, ma solo quando l’annata ha un frutto da ricordare: 1997, 1999, da poco circola il 2001. Il risultato è spettacolare, uno dei migliori rossi del Mezzogiorno, sicuramente una grande interpretazione dell’Aglianico del Vulture alla quale non si può rinunciare. Il 1999 che abbiamo bevuto su un agnello di Carmasciano in umido mentre la Nazionale costringeva, come in ogni mondiale da quando sono nato, a fare i calcoli sulle possibilità di qualificazione alla terza partita del primo girone, si è dimostrato ben evoluto e ancora ricco di frutta rossa matura evoluta, quasi al confine con il cotto, seguita da sentori speziati, tabacco biondo e note balsamiche ben avvolte dall’alcol. Il vino entra con autorità in bocca dopo aver dominato il naso con grande intensità e persistenza, avvolge completamente il palato grazie alla sua struttura e si risolve con un finale lungo, caldo, amarognolo. Un grande prodotto con un incredibile rapporto tra qualità e prezzo perché in azienda si compra a circa dieci euro, con una lunga vita ancora da raccontare in bottiglia, almeno cinque, sei anni di evoluzione. Lo beviamo, appunto, sull’agnello, oppure su caciocavalli podolici e pecorini di lunga stagionatura.

Sede: Via Appia, Contrada Vignali a Venosa. Tel. 0972.36702, fax 0972.35891. Sito:www.cantinavenosa.it. Enologo: Luigi Cantatore. Ettari: 900 di proprietà tra i soci. Bottiglie prodotte: 600.000. Vitigni: aglianico, moscato, malvasia, greco, chardonnay.

 

2 Commenti

  1. Un ottima cantina che fa ottimi prodotti dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, che altro dire?
    Per fortuna in cantina ne ho un magnum del 1997!!!

    Carpe Diem

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