Caso Gily-Tessadri: raccogliamo 15mila euro per la libertà di espressione. Siamo al 70% dell’obiettivo


Maurizio Gily

 

Rilanciamo dal sito slow wine l’appello per una raccolta di fondi per sostenere le spese legali della causa che ha visto Maurizio Gily soccombere in primi grado contro il giornalista Tessadri. Ci auguriamo che grandi consorzi che si ritennero danneggiati dalla copertina Velenitaly facciano sentire la loro presenza. Ci piacerebbe darne conto.
Versate quello che vi pare: anche dieci euro sono un gesto importante.

di Maurizio Gily

Colgo la sollecitazione di gran parte del mondo del vino italiano e non solo italiano a presentare ricorso contro una sentenza che ritengo ingiusta, quella che mi condanna a risarcire per 5000 euro più spese legali, interessi etc. il giornalista Tessadri, da me criticato, ma a mio avviso senza lesione dell’onore, per il suo articolo “Benvenuti a Velenitaly” su Espresso, aprile 2008, che provocò grave danno al vino italiano pubblicando notizie allarmistiche e non veritiere. In sostanza un’ipotesi investigativa tutta da verificare, e poi verificata errata (il vino avvelenato) fu presentata come notizia certa, e “sparata” proprio nei giorni di Vinitaly, con le conseguenze di cui sopra.
CRONISTORIA
1.       L’avvocato di Paolo Tessadri mi mandò, a settembre del 2011, una diffida a rimuovere dal web il mio articolo “spazzatura via espresso” chiedendomi nel contempo 50.000 euro di danni per aver leso l’onore del suo assistito (che se ne era accorto quindi tre anni dopo). La mia risposta fu quella che avrei rimosso l’articolo dal web, e così feci, come gesto conciliatorio e in ragione del tempo trascorso, ma non rinnegando nulla di quanto avevo scritto e ovviamente precisando che non avrei pagato un centesimo. E pensavo, onestamente, che la cosa finisse lì.

2.       Dopo una seconda diffida offrii a Tessadri l’opportunità di replicare su Millevigne al mio articolo, precisando che la sua replica sarebbe stata pubblicata senza commenti. Sono infatti convinto che questo sia il modo giusto con il quale un giornalista deve difendere il suo onore qualora lo ritenga leso. In verità io penso che quando un giornalista pubblica notizie che non sono né vere, né verosimili, come in questo caso,  l’onore se lo leda da solo, ma tant’é. Altra possibilità sarebbe stata quella di un incontro conciliatorio presso l’ordine, ma neppure questa fu presa in considerazione.

3.       Tessadri non aderì alla mia proposta e avviò la causa civile, abbassando la sua richiesta a 25.000 euro. Il mio avvocato mi spiegò poi che tale scelta fu probabilmente motivata da una banale questione di scaglione nel costo dei bolli … la difesa di Tessadri si era forse resa conto dell’entità surreale della prima richiesta.

4.       Il foro competente di Rovereto, anziché quello di Alba, dove ha sede Millevigne, dipende dal fatto che la difesa di Tessadri  non fa riferimento alla rivista, ma al web, sulla base di una sentenza di Cassazione che stabilisce che in caso di diffamazione a mezzo web il foro competente è quello della residenza del danneggiato. La mia difesa non ebbe appigli da opporre al riguardo. Da notare che il sito di Millevigne nel 2008 lo vedevano i classici quattro gatti (abbiamo anche prodotto una perizia che lo dimostra, poche decine di contatti per articolo al massimo), mentre la rivista era, allora, un tabloid a diffusione gratuita in oltre 10.000 copie, ma “attaccarsi al web” consentì a Tessadri di ottenere il processo giocando in casa.

5.       Dopo questa sentenza Tessadri potrebbe segnalarmi all’ordine, il quale potrebbe a sua volta sanzionarmi e sospendermi per violazione deontologica. Non so se lo farà ma per quel che lo conosco lo ritengo probabile.

Questo è quanto. A questo link http://www.buonacausa.org/cause/velenitaly-ricorso-in-appello-per-maurizio-gily che vi ho segnalato potete trovare molto altro materiale. Chi desiderasse una copia del mio articolo incriminato può farmene richiesto e glielo manderò via email.

Mi trovo in imbarazzo a fare il questuante. La grande solidarietà che mi è arrivata da tutto il mondo mi ha però convinto, alla fine, a non arrendermi, come in un primo momento intendevo fare. Grazie a tutti!

Obiettivo economico

L’obiettivo di questa raccolta è 15.000 euro. Tanto è stato stimato il costo complessivo dell’azione legale. I costi finora sostenuti per il primo grado, compresa ammenda, spese legali delle due parti, rivalutazioni, interessi legali, bolli e spese varie ammontano a oltre 16.000 euro, coperti dall’editore per circa un terzo, per sua volontà (non ho copertura legale contrattuali). Questa raccolta non serve a rimborsare le spese già sostenute, ma solo ad affrontare le nuove, che né io né l’editore siamo in grado di sostenere.

Trasparenza

mi impegno a tenere nota di tutti contributi e i relativi contributori e a tenerli informati sull’utilizzo dei fondi, comprendendo l’ipotesi della restituzione totale o parziale in caso di vittoria, sulla base del bilancio finale dell’azione.

Dati per il bonifico bancario
Conto Unicredit intestato a Gily Maurizio
Coordinate IBAN
IT51D0200848700000001238829
Swift code (BIC) UNCRITM1EF4
CAUSALE (INDISPENSABILE) : RICORSO SENTENZA GILY-TESSADRI

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3 Commenti

  1. Grazie, Luciano, e grazie infinite a tutti quelli che vorranno sostenermi.

    Informo che la campagna di raccolta è ora attiva anche su buonacausa.org e consiglio quindi a chi volesse partecipare di utilizzare questo link:

    http://www.buonacausa.org/cause/velenitaly-ricorso-in-appello-per-maurizio-gily

    oppure andare su buonacausa.org e digitare Gily nella finestra di ricerca

    In questo modo il contributo verrà registrato in automatico sul contatore. Provvederò invece personalmente a caricare su buonacausa.org i contributi pervenuti attraverso altre strade. Un abbraccio a tutti!

  2. Teniamoci pronti anche per la Cassazione. Se è vero che, come io credo, che la Giustizia trionfa sempre faremo una gran bella bevuta alla fine di questa questione.

  3. Non conosco personalmente Gily ma credo che la libertà di pensiero e di stampa vada sempre difesa. Credo sia necessario perorare la sua causa. Fatto.

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