Coda di Volpe 2007 Taburno doc


MASSERIA DI MARIA

Uva: coda di volpe
Fermentazione e maturazione: acciaio
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro

Certo è che l’influenza di Luciano si fa sentire. Ma è anche vero che quando queste indicazioni ti permettono di apprezzare in pieno le cose godibili della vita non dobbiamo parlare di influenze ma più correttamente di inviti ad andare oltre le etichette ed i preconfezionamenti. Per quanto mi riguarda è successo così con la coda di volpe, un vitigno mai osservato da vicino, tenuto a distanza per via del fascino più nervoso e aggressivo irradiato dal bianco più conosciuto della terra sannita, la falanghina. Ma come spesso succede ecco che tra le bottiglie considerate di seconda fila di tanto in  tanto (possiamo dirlo, con particolare frequenza) ne spunta qualcuna pronta a mettersi in evidenza. Basta restare attenti, saper cogliere questa baldanzosità e questa voglia di mettersi in mostra. Tra queste etichette ecco l’annata 2007 prodotta da Masseria di Maria, cantina avviata nel 2004 sulle alture del Taburno. Siamo nella campagna dell’area vitulanese: i vitigni dell’azienda sono disseminati oltre che in territori di Cautano anche a Campoli del Monte Taburno e Foglianise. Attenzione puntata sui tre vitigni protagonisti di questa zona: oltre alla coda di volpe parliamo, ovviamente, di falanghina ed aglianico. Il clima che si registra in queste zone di alta collina, si sfiorano i cinquecento metri, è certamente tra i fattori più importanti per il ventaglio olfattivo di questo calice che a vista si mostra con tutta la sua brillantezza con un giallo non molto carico. Abbiamo provato la bottiglia in diverse occasioni. La prima volta, a pochi mesi dalla vendemmia, il naso non era certamente messo alla prova come adesso, che si trova a fare i conti già a primo impatto con le tipicità di questo vitigno che si manifestano con tratti non marcati ma certamente godibili. Quella godibilità che rappresenta il suo punto di forza al palato, cove questo bianco si palesa per  freschezza, morbidezza e notevole struttura. Questa fase di ulteriore evoluzione in vetro ne permette l’abbinamento non solo con le classiche fritturine degli antipasti partenopei ma anche con le carni bianche e soprattutto con le saporite zuppe di legumi proposte dalla cucina autunnale-invernale. Un calice, dunque, che ancora una volta conferma le giuste convinzioni di Luciano quando parla della coda di volpe come “un vitigno antico e moderno. Antico perché già citato da Plinio è nella sapienza culturale campana da sempre. Moderno per la sua capacità di stare sul mercato  a prezzi vantaggiosi per il consumatore e soprattutto per la sua straordinaria abbinabilità a molti piatti della cucina moderna”.  Insomma un bianco con tutte le carte in regola, proprio come questo 2007 di Masseria di Maria.

Questa scheda è di Pasquale Carlo

Sede a Cautano, contrada Sala – telefono e fax 0824.873620 – www.masseriadimaria.it[email protected] – Ettari: 7 di proprietà – Bottiglie prodotte: 25.000 – Enologo: Angelo Pizzi – Vitigni: aglianico, falanghina, coda di volpe.