Come mangiavano i Romani? “Dall’Uovo alle Mele” la mostra a Villa Campolieto ce lo racconta


Memento Mori

Memento Mori

di Laura Guerra

‘Ab Ovo usque ad Mala’.  Lo ha raccontato il poeta Orazio che un pasto completo nell’antica Roma iniziava con le uova e terminava con i frutti e adesso, quel mondo a tavola raffrontato al nostro condividere il cibo, ce lo racconta, fino al 31 dicembre, la mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola” allestimento del Parco Archeologico di Ercolano, organizzato con il Ministero della Cultura e la Fondazione Ente Ville Vesuviane e ospitata nelle sale affrescate di Villa Campolieto, una delle più affascinanti ville di età borbonica del Miglio d’Oro.

L’eruzione del ‘79 dopo Cristo distrusse l’antica Ercolano e ricoprì di lava la vita quotidiana del tempo cristallizzandola nei secoli. Gli scavi hanno poi restituito una grande quantità e varietà di reperti organici in eccezionali condizioni di conservazione, a dimostrazione di un assortimento invidiabile di cibi e alimenti. Materia prima e frutto di una sorprendente arte culinaria, il cibo di questa città romana si mostra attraverso i resti carbonizzati di pane, cereali, legumi, frutta, uova, formaggio, frutti di mare, oltre a vasellame, pentole, utensili, oggetti di uso quotidiano e di lusso, che restituiscono preziose informazioni sui principali aspetti dell’alimentazione degli antichi Ercolanesi.

Reperti

Reperti

Il cibo, non solo come necessità fisiologica, spiega il direttore del parco Francesco Sirano – ma come elemento centrale della vita culturale e sociale, rappresenta un costante legame con il contemporaneo perché molte tradizioni e usi antichi persistono anche nella cultura campana di oggi. I gusti, le ricette e l’etichetta a tavola sono cambiati negli oltre duemila anni che ci separano dal ‘79 dopo Cristo, ma abbiamo in comune la cura per la qualità delle materie prime, al tempo spesso importate anche dall’Africa e dall’India, per la preparazione e la presentazione dei piatti e, molto più importante, per l’ospitalità e la condivisione della mensa, specie nelle occasioni più importanti”.

Francesco Sirano

Francesco Sirano

L’ingresso all’esposizione introduce il tema della mostra esponendo dei reperti di grande impatto: i calchi degli scheletri rinvenuti negli anni ’80.

Ingresso mostra

Ingresso mostra

Elemento guida è il Pane, alimento essenziale per gli antichi Ercolanesi, così come per noi oggi. Oltre a nutrire, rappresenta un forte simbolo di continuità culturale, un filo che lega passato e presente attraverso le tecniche di lavorazione, la ritualità della preparazione e il valore sociale.

Questa sala guida il visitatore alla scoperta di uno dei principali alimenti nella dieta degli antichi Ercolanesi, offrendo la visione di pani e focacce carbonizzate quali frutto di una filiera produttiva basata sui cereali con le quali si produceva la farina per l’impasto, di strumenti di lavorazione ritrovati in un antico forno della città con un continuo rimando al presente.

il Forno

il Forno

La sala Cucina: spazi, strumenti e pratiche guida il visitatore alla scoperta delle tecniche di preparazione del cibo, degli utensili utilizzati e della gestione degli ambienti domestici dedicati alla cottura. L’allestimento ci cala in una ideale cucina antica attraverso ricostruzioni e reperti per comprendere come e dove si cucinava in epoca romana, mettendo in evidenza aspetti funzionali, tecnologici e sociali. Il fulcro dell’esposizione nella grande isola espositiva è uno dei manufatti più affascinanti della mostra: una cassa lignea, rara testimonianza della vita domestica e vera e propria dispensa antica, utilizzata per conservare cibo e ritrovata con resti dei sacchetti nei quali alcuni alimenti erano conservati e frammenti di focaccia.

La sezione dedicata al Mercato e tabernae: il commercio e il consumo del cibo, ruota sugli scambi commerciali e la vendita di prodotti alimentari, un aspetto centrale della vita quotidiana di una città romana come Ercolano. Il visitatore è immerso in un ambiente che rievoca l’atmosfera del mercato antico, attraversando una sequenza di tabernae, le botteghe tipiche della città romana.

I cereali

I cereali

Con i Tempi e spazi del mangiare esploriamo la dimensione temporale e spaziale dei pasti nell’antica Roma, mostrando quando, come e cosa si mangiava. Al centro dell’allestimento, una meridiana in marmo scandisce simbolicamente il tempo dei pasti, accompagnando il visitatore attraverso le abitudini alimentari dell’epoca: dalla prima colazione, consumata tra le 8 e le 9 del mattino, per lo più frugale con un bicchiere di latte di capra o acqua aromatizzata, accompagnato da pane intinto nel vino o in una salsa d’aglio, al pranzo di mezzogiorno, un pasto rapido e spesso freddo, gustato in piedi nelle tabernae sparse lungo le strade della città, fino alla cena, il momento più conviviale e dove potevano essere servite ricche e varie pietanze, nelle case dei più ricchi consumata nei lussuosi triclini illuminati dalla luce calda e tremolante di candelabri e lucerne.

Villa Campolieto

Villa Campolieto

Scalone di Villa Campolieto

Scalone di Villa Campolieto

L’allestimento conquista il visitatore intessendo un suggestivo e sapiente dialogo con la sontuosità della Villa, l’eleganza delle sale, la magnificenza della luce, dei pieni e dei vuoti.

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