Cronostoria di un tranquillo blind tasting e relativi disastri


di Monica Bianciardi

Esistono in natura ed in matematica incroci di combinazioni e casualità che per cause sciagurate e senza alcun valido motivo si verificano tutte insieme in un susseguirsi di eventi caotici e per certi versi disastrosi da esserre quasi surreali.

Un blind tasting, uno dei tanti organizzati da una singolare combriccola di amici, di una tranquilla una serata settembrina, o cosi almeno sembrava ..

Blind tasting

Blind tasting

L’avvisaglia dei guai imminenti si era palesata già di prima mattina con la scelta del cibo da abbinare alle varie tipologie di vino. Salumi per iniziare, “pochi” ma buoni, sushi si, ma “non troppo” poichè le salse sapide e piccanti si abbinano male con i vini, formaggi si ed anche la mortadella va bene purchè senza pistacchio, l’altra è da turisti, possibilmente con la focaccia. Detto fatto la sera c’era di tutto, salumi in almeno tre tipologie, di alette di pollo, 170 pezzi di sushi, diversi tipi di formaggi, mortadella “con pistacchio di bronte”, pane casalingo e dio solo sa cos’altro; un vortice di vassoi stracolmi che al solo vederli tutti insieme persino il podestà di Faenza, che secondo i commentatori antichi fu anche gran bevitore si sarebbe ribaltato nella tomba.

Secondo lo stile di morigerazione della serata ovviamente anche il vino non doveva superare una bottiglia pro capite, infatti tutti noi ne avevamo almeno due ( casomai una sapesse di tappo non si sa mai meglio avere una riserva …)

Arrivati a destinazione iniziamo ad aprire le prime bottiglie in gran segretezza e perfettamente stagnolate come da protocollo, e in quel preciso momento in cui salta il primo tappo arriva la telefonata. Macchina in panne Gio non sa come arrivare, i vini vengono rimessi in fresco ma la mortadella con il pistacchio da turisti sarà l’orario oppure il profumo inizia ad evaporare in pochi decimi di secondo, non rimane neppure la carta, evaporata insieme al resto. Passata una mezz’ora e dieci telefonate concitate dopo finalmente Gio riesce ad arrivare tra una sgasata e l’altra, ma l’auto per niente propensa a proseguire si spenge finendo la sua rocambolesca corsa con due ruote sulla carreggiata, due sopra il marciapiede nel bel mezzo di un incrocio senza più dare cenni di vita. Dopo una lunga riflessione sul perché l’auto abbia improvvisamente deciso di smettere di funzionare, cioè un paio di minuti in totale decidiamo di assaggiare il primo vino…ma si beviamoci sopra che è meglio.

1- Bollicina grossolana e profumi dolci con qualche sprazzo di agrume, il dosaggio si sente, monocorde. In bocca non esalta e rimane li con stanchezza scomparendo a metà palato. Valutazione unanime di un prodotto banale e poco interessante. Champagne Moet & Chandom Imperial Brut,rimaniamo a guardarci senza entusiamo ne stupore.

Nel frattempo la situazione sul fronte disastri aveva iniziato a peggiorare quando Ba si è accorta di non avere più le chiavi della sua auto. Inizia una serie di congetture ed ipotesi fantasiose con una spasmodica ricerca del mazzo smarrito con conseguente rovesciamento generale di tutte le borse presenti. Contemporaneamente qualcuno inizia anche la ricerca di cavi per la batteria nella speranza di far ripartire la macchina di Gio

I cavi non si trovano, le chiavi neppure, pur nella speranza di ritrovare qualcosa apriamo la seconda bottiglia.

2-Bel colore dorato e dal perlage molto sottile. L’intensità arriva con forza con gesso, susina gialla, frutto tropicale, miele di tiglio, buccia d’arancia candita. In bocca cremoso carezzevole ma ben spinto dall’acidità carismatico persistente con bel finale di agrume e miele. Non ne azzecchiamo una chi dice Pinot Nero chi Chardonnay unica certezza è che trattasi di Champagne elegante ed appagante. Eric Taillet Decennie 50% Chardonnay e 50% Pinot Menier provenienza Val della Marne.

Il morale si alza e spuntano chiavi di riserva e si trovano anche i cavi. Ma i guai non sono finiti, l’auto completamente scarica di batteria non apre piu neppure gli sportelli e due bocce di vino sono rimaste intrappolate all’interno. Provvidenziale un finestrino con uno spiraglio aperto in cui subitaneamente qualcuno infila la mano e apre la portiera dall’interno, vino recuperato per un soffio. Dalla rinnovata fiducia nei Santi nominati per l’occasione a vigilare sull’episodio apriamo la terza bottiglia.

3- Apro il mio vino. Colore giallo palierino,olfatto sottotono con una punta ossidata, profumi accennati alone di erba aromatica, frutta secca lime buccia di agrume disidratato. Palato con acidità conservata ma vuoto nella sua centralità poco reattivo, contratto sulla persistenza con sale finale.

“ma tu non eri in Campania qualche giorno fà?…stardi”.

Vino del Sud probablimente Fiano annata 2010?.. colpito e affondato. Rocca del Principe Fiano di Avellino 2010.

Apro con premeditatamente la bottiglia di scorta adducendo blandamente la scusa che la prima non era proprio perfetta esibendo un sorrisetto soddisfatto.

4-Colore oro vivido trasparente e luminoso. Profumi complessi cedro, pompelmo rosa, lattice, cera, canfora, erbe montane , camomilla, salvia, pietra bagnata.In bocca energia e freschezza a cui si aggiunge la morbidezza polposa salivazione data da sapidità e persistenza, chiusura ineccepibile. I Tentativi si sprecano, Francia, Loira, qualcuno si spinge con Sancerre..Solo Gianna azzarda Italia azzeccando la provenienza. Un grande artigiano del vino Peter Dipoli con l’impareggiabile Sauvignon Voglar 2015.

Un inaspettato aiuto arriva da un avventore del locale il quale più interessato alla proprietaria dell’auto che alle nostre vicende inizia fornire preziosi consigli su come far ripartire la macchina. Approfittiamo subito dell’improvvisato meccanico delegandogli immediatamente la grana. Liberi per il momento da simili distrazioni riprendiamo felicemente la degustazione con Gio che versa il suo vino.

5-La bottiglia è riconducibile per la forma ad un luogo preciso, Austria, l’indecisione è tra Gruner Veltliner ed il Riesling. L’idrocarburo fa la spia, ma c’è anche molto pepe verde, frutto bianco, rosa, grande acidità ed una sinuosa avvolgente morbidezza . Furt Lowenstein 2018 Riesling 

6-Presi dall’entusiasmo spunta un altra bollicina. Rosa intenso brillante, perlage fine e profumi dati da un’insieme di frutti di bosco,scorza di agrume, fiori e sottobosco.Il Pinot Nero si avverte in modo netto, il perlage rimane piuttosto pungente scontroso, media lunghezza e finale sapido. Rosè Brut di Fleury de Saignée Pinot Noir (100%)Côte des bar.

Nel frattempo sul fronte meccanico i guai non sono affato terminati. Infatti dopo varie congetture viene deciso di ultizzare un’altra macchina per tentare di far ripartire la prima in modo da ricaricare la batteria.

Nell’attesa non ci rimane che passare ai rossi ed ai formaggi.

7-Il colore rubino fitto intenso con unghia appena granato, olfatto marcatamente pepato con accenni di tostati il resto rimane disegnato su tratti dolci con frutto molto maturo e nero tendente alla composta di prugna ed alla mora, molte spezie dolci, palato morbido carnoso con tannini smussati ma non molto persistente. Il nuovo mondo occhieggia dal calice mandandoci segnali inequivocabili ‘Cape Blend Florence’ Aaldering 2018 Sud Africa 35% Pinotage, 35% Cabernet Sauvignon, 17% Merlot, 13% Shiraz

Le due auto vengono cosi posizionate di fronte una all’altra sempre rigorosamente in mezzo alla strada, ma quando il destino è avverso c’é poco da stare allegri. Al secondo tentativo di accensione l’auto riparte, ma l’altra che prima funzionava perfettamente da forfait, lasciandoci di stucco per lo stupore.

Decidiamo di concludere la serata prima che un meteorite vagante decida di intercettarci cadendoci in testa.

8-Colore intenso con riflessi violacei  i profumi rimandano alla viola e sottobosco, frutti rossi vivaci, rigoroso eppure appagante denso di vibrante acidità, tannini contenuti e finale lievemente amarognolo. Dolcetto d’Alba 2019 Giuseppe Rinaldi

9-Colore molto trasparente con unghia granato. Floreale di rosa, lamponi, pepe rosa, e fondo speziato, intenso ed elegante, vino carismatico e dalla grande bevibiltà, infatti finisce alla velocità del bosone di Higgs.Carema Riserva ‘Etichetta Bianca’ Produttori di Carema 2014

10-Spunta un decanter in cui un vino dai connotati diversamente giovani ondeggia all’interno. Il colore ha perso lucentezza ed sentori odorosi si attestano su note ossidate di prugna in cui aleggiano ancora ricordi di spezie, anche il palato mostra cedevolezze.Too late! Isola Nuraghi Korem, Argiolas 1998

11-Ultimo vino.. o almeno cosi sembra. Colore molto intenso rosso granato, frutti neri e rossi freschi da cui la nota alcolica emerge in modo netto, china, cioccolato, spezie dolci a profusione. Dolce potente avvolgente, l’alcol ben integrato si amalgama alla freschezza del frutto rosso succoso, lungo con finale goloso di cioccolato fondente Quinta do Noval Porto LBV 2012.

Un secchiello con ghiaccio ed un’altro champagne ci attendevano al varco all’interno del locale in chiusura, il classico bicchiere della staffa a saracinesche abbassate, come rifiutare?… del resto “Un timoniere di valore continua a navigare anche con la vela a brandelli”. ( Seneca)

Blind tasting

Blind tasting

Ps: la serata si è conclusa con una macchina rotta, un’altra ripartita per caso, un mazzo di chiavi che stiamo ancora cercando, una felpa dimenticata e un cavatappi smarrito e poi ritrovato. Se volete guai siamo la compagnia giusta.. altrimenti conviene evitarci come la peste!!!

2 Commenti

  1. Così, alla cieca, giusto per rimanere in tema, sembrate piacevolmente surreali, dissento sul pistacchio, anche il disciplinare lo consente, abbracci virtuali&toscani

  2. Complimenti Monica, molto divertente! rischierei volentieri il meteorite vagante per un blind tasting con Lei.

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