Dopo 50 Top Pizza. Diego Vitagliano: ho realizzato il mio sogno, ma non mi fermo qui


Diego Vitagliano, pizzaiolo napoletno

Diego Vitagliano

di Mariangela Barberisi

«Vincere la 50 Top Pizza è il sogno di tutti i pizzaioli, nel calcio c’è la serie A, nel nostro settore questa straordinaria competizione». Traspare emozione dalle parole di Diego Vitagliano, classe ’85, che con il suo locale 10 Diego Vitagliano Pizzeria, a Napoli, ha conquistato il podio ex aequo insieme a I Masanielli di Francesco Martucci (Caserta) come migliori pizzerie in Italia per il 2023. Papà di due bimbe, Ilaria e Flora, Diego è riuscito con grande determinazione a scalare le posizioni negli ultimi sette anni passando dalla 49esima alla prima. La sua passione per la pizza nasce un po’ per caso, quando giovanissimo decide che i banchi di scuola non fanno per lui, così con il papà, impiegato, inizia la sua gavetta da Carmnella, la pizzeria storica alle spalle di piazza Garibaldi, guidata da Vincenzo Esposito, un pizzaiolo all’antica che insegna il mestiere ai tanti ragazzi per toglierli dalla strada.

Tra tante pizzerie, la sua ha ottenuto la medaglia d’oro all’interno di una guida prestigiosa riconosciuta a livello mondiale, cosa ha provato?
«Grande gioia. Il mio obiettivo è sempre stato quello di migliorare per i clienti, per chi ama la pizza. Questo premio è gratificante ed è per me un onore condividerlo con mostri sacri come Francesco».

Ha vinto tanti premi ma la sua semplicità è disarmante
«Resto quel ragazzo nato nel borgo di Sant’Antonio Abate, una zona vivace di Napoli che io amo profondamente ancora oggi. In ventiquattro anni ho lavorato con sacrificio e passione, ma all’inizio non è stato facile».

Ha dovuto superare molti ostacoli?
«Mia madre ha sofferto tanto la mia scelta di lasciare gli studi. Prima la figura del pizzaiolo era diversa, si sceglieva un maestro per imparare ad ammaccare la pasta e se eri bravo con gli anni potevi provare ad aprire un ristorante».

Cosa è cambiato?
«Dieci anni fa ho iniziato a osservare l’impasto, a sperimentare. Nella vita si studia sempre anche se in maniera differente. Io desideravo creare un prodotto speciale, volevo donare ai clienti un assaggio paradisiaco».

Ci è riuscito?
«Assolutamente si. I fatti parlano per me. La vita delle persone è cambiata e i clienti desiderano vivere un’esperienza unica. Non basta sedersi, scegliere una birra e una pizza. Abbiamo il dovere di dare di più».

All’inizio ha ricevuto molte critiche
«Tante. Ho rivoluzionato la natura stessa della pizza napoletana con la storica forma a ruota di carro. Dopo tanto lavoro sono riuscito ad ottenere un cornicione leggermente più alto e croccante ma incredibilmente soffice e soprattutto digeribile».

Oggi la figura stessa del pizzaiolo è cambiata. Siete delle star al pari degli chef stellati
«E’ così, a volte facciamo più foto che pizze. Da tempo c’è una nuova filosofia nel nostro lavoro rappresentata dal desiderio di rendere felice chi sceglie la pizza, perché dopo averla mangiata bisogna sorridere e sognarne un’altra, di certo non appesantire la digestione».

Numerosi i sacrifici fatti ma ci sono anche tante soddisfazioni. Ha inaugurato ben quattro pizzerie
«Ho superato tante battaglie e sono orgoglioso di aver raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato: oltre a quella di Napoli e Pozzuoli infatti, ho aperto una pizzeria a Roma e una in Qatar, a Doha, ma c’è un altro tassello di cui di cui vado fiero, un riconoscimento ricevuto in occasione dell’evento 50 Top Pizza a Roma».

Quale?
«Il premio per il Miglior Servizio di Sala 2023 – Goeldlin Award. Mi emoziona molto. Accogliere clienti provenienti da tutto il mondo, con esigenze diverse e conquistare il loro cuore rappresenta la sfida impossibile per chi lavora nel nostro settore».

Ha già un nuovo traguardo in vista?
«Naturalmente la competizione che si svolgerà nelle sale di Palazzo Reale a Napoli il prossimo 13 settembre, sfidare i più bravi ed entrare a far parte delle 100 migliori pizzerie al mondo. Insomma chi si ferma è perduto».