Enoturismo: dormire e mangiare fra le vigne in Campania e al Sud


Ecco 22 indirizzi giusti

I primi a coniugare ospitalità, ristorazione e produzione in Campania sono stati Villa Matilde a Cellole nella piana di Mondragone e Mustilli a Sant’Agata dei Goti nel Sannio. Due indirizzi sicuri e consolidati nel tempo, il secondo arricchito da un wine bar dove si fa jazz sino a tarda notte d’estate. Una formula semplice, già collaudata da tempo in Francia a, a partire dagli anni ’80, anche nel Chianti e poi in Friuli, Alto Adige e nelle Langhe. Nel Mezzogiorno rurale, dove ha sempre prevalso la mentalità produttiva su quella commerciale, l’enoturismo ha faticato un poco a farsi spazio, ma a oltre quindici anni dalla rivoluzione vitivinicola sono ormai numerose le cantine pensate non solo per degustare ma anche per ricevere l’ospite. Una zona particolarmente interessante è lungo la Valle Isclero: a Dugenta c’è il complesso di Torre Gaia, un vero e proprio wine resort dove si organizzano cerimonie e banchetti, sull’altro versante, verso le colline caiatine, abbiamo il boom di Castel Campagnano con ben tre aziende impegnate in questa attività. Castello Ducale con il suo Eno Hotel nel castello molto ristrutturato nel centro del paese, Fattoria Selvanova con l’agriturismo ormai ben collaudato, e Terre del Principe  che ha inaugurato in questi giorni il B&B. Per restare in provincia di Caserta, ci spostiamo a Roccamonfina dove c’è Poderi Foglia a Conca della Campania e Telaro a Galluccio con l’agriturismo la Starza. Tornando nel Sannio, c’è la possibilità di pranzare in azienda da Ciabrelli  e Venditti  a Castelvenere, a Solopaca c’è Masseria del Procaccia mentre a Torrecuso Fattoria La Rivolta sta per aprire il suo piccolo resort in cantina. Meno vivace la situazione in Irpinia, da poco è in attività la bella foresteria di Mastroberardino a Mirabella Eclano dove a breve anche Quintodecimo  di Laura e Luigi Moio dovrebbe essere pronta per l’ospitalità al pubblico. Un punto forte, parliamo di ristorazione, è costituito da Marennà di Feudi San Gregorio nel quale è impegnato lo chef Paolo Barrale. Nel Salernitano due grandi aziende hanno un appoggio sicuro: Marisa Cuomo nel dirimpettaio albergo Bacco a Furore gestito dalla famiglia del marito Andrea Ferraioli e Montevetrano a San Cipriano Picentino dove Silvia Imparato ha un sicuro riferimento nell’agriturismo La Vecchia Quercia gestito dalla sorella Anna sull’altro lato della strada che attraversa la proprietà. In Costiera c’è poi anche Reale a Tramonti. Scendendo nel Cilento, citiamo Marino ad Agropoli, Barone e Rotolo a Rutino. Con questi indirizzi la Campania è sicuramente leader nel Sud, ma anche le regioni confinanti iniziano a muoversi: in Basilicata la Feudi ha acquisito da un paio d’anni la Locanda del Palazzo a Barile dove è in costruzione un vero e proprio borgo del vino. Nello stesso paesino Terre dei Re è collegata per vie societaria al Garden. Chiudiamo con la Calabria dove svetta l’agriturismo Dattilo a di Roberto Ceraudo a Strongoli, fra Cirò e Crotone e con la Puglia, a Lucera, con l’azienda di Alberto Longo.

Da Il Mattino del 24 maggio 2008