Feng Chen, International Pizza Ambassador, si racconta a 50 Top Pizza


Feng Chen

Feng Chen

di Vittoria Dell’Anna

Feng Chen è un’appassionata di pizza e una nota pizza ambassador, che condivide sul suo blog Leopard Crust tutta la sua passione e conoscenza e ha partecipato attivamente sia alle attività collaterali che a quelle principali organizzate da Virgilio – creating value per la presentazione della guida  50 Top Pizza Asia – Pacific 2022, a Bangkok.

Sua madre è taiwanese e suo padre cinese, e finora ha vissuto in 5 città diverse ai quattro angoli del mondo: Melbourne, Bangkok, Tokyo, Massachusetts e Kuala Lumpur. “Sono grata ogni giorno per le esperienze multiculturali che ho avuto, per i miei amici e per la contaminazione delle diverse cucine a cui mi sono approcciata. Immergersi in culture differenti dalla propria è una sfida che rende più aperti a idee e modi di vita inediti“, dice Feng.

In questa breve intervista ci parla della sua percezione della cultura della pizza, delle preferenze della popolazione e del potenziale di crescita nella regione Asia-Pacifico.

 

Da dove nasce la tua passione per la pizza e quando è iniziata?

«La pizza è amata in tutto il mondo perché unisce le persone e spesso viene condivisa per festeggiare. Questo è stato certamente anche il mio caso: la pizza era sempre presente alle feste di compleanno oppure era per me un premio quando raggiungevo un obiettivo che mi veniva dato. Per la maggior parte della mia vita, la mia famiglia e io abbiamo mangiato la pizza delle grandi catene – che, lo so, non è la migliore. Ma è stata sufficiente per creare quell’associazione tra la pizza e i ricordi felici con i miei cari.

La prima volta che ho provato la vera pizza in stile napoletano è stato a vent’anni, quando vivevo tra Melbourne e a Tokyo. Avere finalmente il privilegio di mangiare pizze di alta qualità mi ha aperto la mente su quanto possa essere migliore la pizza, sia per il gusto che per il corpo a livello di digeribilità etc. È meraviglioso vedere come 50 Top Pizza celebri i migliori pizzaioli del mondo, perché una maggiore consapevolezza di cosa significa fare un’ottima pizza – e di ciò che ne consegue – consentirebbe a più persone di accedervi e di apprezzarla prima di quanto abbia potuto fare io. Questo è lo stesso scopo che mi spinge a condividere la preparazione della pizza sui social media, oltre all’avere la possibilità di collaborare con altri pizza lovers!».

 

Quali sono le differenze tra le preferenze per la pizza in America e in Asia?

«La pizza in stile napoletano va sicuramente per la maggiore in entrambe le regioni. La pizza americana si è sviluppata in modo inaspettato rispetto alle sue origini italiane, al punto che sono emersi stili distinti nei diversi Stati degli USA. C’è la famosa New York-style, che è grande, ha una crosta relativamente sottile e viene comunemente venduta al taglio. C’è poi la pizza in stile Detroit, che ha una forma rettangolare, una crosta spessa e un bordo di formaggio croccante e caramellato. La deep-dish di Chicago, la pizza a crosta sottile di New Haven, la mountain pie del Colorado: c’è davvero una gamma molto ampia di espressioni della pizza in tutti gli Stati Uniti.

In Asia si preferisce una crosta più soffice e morbida, simile allo stile del pane qui da noi, ed è il motivo per cui la pizza in stile napoletano è la preferita. A seconda del Paese o della persona, ci saranno preferenze diverse per quanto riguarda il grado di carbonizzazione o cottura della crosta. Tuttavia, poiché qui la cultura della buona pizza è relativamente nuova, i clienti hanno meno preconcetti su come dovrebbe essere una pizza e sono generalmente più aperti a provare combinazioni di condimenti uniche e innovative, cosa che apprezzo molto».

 

La percezione della pizza è cambiata nel corso degli anni in Asia? E come?

«Sicuramente sì. Come per la mia esperienza personale, la maggior parte delle persone si è avvicinata alla pizza come fast-food venduto nelle catene di pizzerie. In passato c’erano solo pochi ristoranti italiani affidabili, nascosti nei piccoli quartieri delle grandi metropoli, in cui si poteva ordinare la pizza tradizionale e molti altri piatti italiani. Scoprirli era molto difficile.

Oggi, la cucina italiana è popolare tra le fasce di reddito medio-alto in Asia. Negli ultimi 5 anni, la cultura della pizza ha iniziato a prendere piede sempre di più, parallelamente alla crescente popolarità della cucina italiana. Oggi ci sono ottime pizzerie e ristoranti con menu incentrati sulla pizza, e c’è un mercato in crescita di clienti che cercano la qualità e sono disposti a pagarla. Questo mercato è ancora nascente, con ampio spazio di crescita».

 

In quali aree dell’Asia-Pacifico vedi il maggior potenziale?

«Tutte hanno un potenziale incredibile! Ecco perché sono entusiasta di svolgere un ruolo attivo nella comunità della pizza in questa regione, c’è così tanto che possiamo fare qui. La pizza prodotta in ogni Paese varia a seconda della disponibilità degli ingredienti, dei contesti e delle preferenze dei clienti; ma nel complesso, la presenza della pizza nella regione non potrà che rafforzarsi con la produzione di un numero sempre maggiore di ottime pizze e con il riconoscimento internazionale dei pizzaioli che lavorano qui».

 

Qual è la tua pizza preferita e con cosa la abbini?

«Avendo realizzato e prodotto video con oltre 600 combinazioni inedite di condimenti, è difficile dire quale sia la mia preferita. Tuttavia, dopo alcune pizze audaci, una classica Pizza Margherita è ancora più soddisfacente. Mi sembra sempre di tornare a casa dopo aver esplorato ingredienti e combinazioni insolite. Una pizza ben fatta, una bottiglia di vino naturale e una buona compagnia sono il paradiso per me».