Festa della vendemmia bis su Vesuvio da Sorrentino


Da sinistra Benny, Maria Paola e Giuseppe con i genitori

di Marina Alaimo

Carlo Petrini sostiene con forza che solo il ritorno alla zappa può salvare il nostro futuro così incerto. Ed ha terribilmente ragione. Anzi, restringendo il campo al territorio del sud Italia, quello di noi terroni, un vero e proprio riscatto economico, e non solo, può venire proprio dalla terra. La crisi ha messo in crisi le scelte di studio delle giovani generazioni, svuotandole totalmente della possibilità di progettare e investire sul proprio futuro. Ma c’è chi ha colto la pur timida possibilità di ritornare con successo all’agricoltura.

Gabriele Massa sommelier Fisar

 

Il Versacrum

 

Lacryma Christi del Vesuvio Rosso Vigna Lapilli di Sorrentino

Quella eco sostenibile, quella intrisa di cultura contadina e di storia dei singoli territori. E lo fa in maniera molto consapevole e professionale, forte di studi specialistici, distaccandosi totalmente dagli empirismi fuorvianti che troppo spesso hanno oscurato lo sviluppo agricolo. La famiglia Sorrentino , sul Vesuvio, con la sua piccola, ma virtuosa azienda vitivinicola di 25 ettari, ne è un esempio valido. Grazie alla sentita partecipazione dell’ultima generazione in campo, quella di Giuseppe, Benny e Maria Paola, i vini dei Sorrentino stanno avendo grande successo.

Il panorama dall'azienda

Anche i bimbi partecipano alla vendemmia

Ognuno di loro si è specializzato in un settore: Giuseppe cura quello commerciale ed il marketing, Benny si è laureata in enologia ad Alba e Maria Paola ha studiato le lingue per puntare all’enoturismo.

Ospiti in visita ai vigneti con Benny Sorrentino

E la forte energia che stanno investendo nel proprio progetto di lavoro, che ha radici profonde e salde nel suolo lapillico del Vesuvio, sta raccogliendo ottimi risultati. La voglia di condividere con il pubblico la passione per la vitivinicoltura e per il proprio territorio spinge spesso i tre giovani Sorrentino ad aprire le porte al pubblico.

Chef Antonio Napolitano

Domenica 21 ottobre si è svolta la seconda edizione della festa della vendemmia. Due puntate sono state indispensabili per accogliere le numerosissime richieste di partecipazione. Questa volta a cucinare nella vecchia casa di nonna Benigna sono stati gli chef Antonio Napolitano e Giovanni Arvoni dell’osteria Le Gourmet di Giuseppe Caramiello a Sperone.

Chef Giovanni Arvoni e il caciocavallo impiccato

I piatti proposti sono stati quelli tipici della domenica a Napoli. Nell’antipasto insieme alle scarole ci sono i fagioli cannellini di Giorgio Gentilcore, altro felice esempio di giovane imprenditore agricolo di San Giorgio La Molara.

Fagioli cannellini di Giorgio Gentilcore con scarola

Ziti alla genovese di cipolle ramate di Montoro

Braciola napoletana con contorno di torzelle dell'azienda Madrenatura Agricoltura Biologica di Poggiomarino

 

La pastiera napoletana

Mentre nel secondo, con la braciola napoletana ci sono le torzelle vesuviane di Madrenatura Agricoltura Biologica della giovanissima Marialuisa Squitieri che quest’anno ha inaugurato la sua bottega “L’orto va in città” in via Santa Chiara a Napoli.

2 Commenti

  1. Io c’ero e vi posso assicurare che ho trascorso una bellissima giornata tra persone semplici che lavorano con passione. Il cibo cucinato in maniera delicata e gustosa è stato esaltato dagli ottimi vini della famiglia Sorrentino che ha offferto ai suoi ospiti anche della musica popolare e la “famosa pigiatura delle uve”…e lì è stato il momento più magico: protagonisti i bambini presenti assistiti dalle mamme premurose. A presto per un’altro appuntamento …………………..

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