Gabriella Esposito: per essere virali bisogna seguire l’istinto


Gabriella Esposito e la pizza nel ruoto

di Emanuela Sorrentino

Ha 219mila follower su instagram Gabriella Esposito, “Gabriella Maturazioni” per chi la segue sul suo profilo social. Ha 28 anni ed assieme al marito Antonio Conza è l’anima di Maturazioni Pizzeria a San Giuseppe Vesuviano e da poco più di un mese di Amangiare a Pomigliano d’Arco.

Gabriella, cosa significa oggi essere una donna pizzaiola?
«Anzitutto prendersi uno spazio che per molto tempo non è stato pensato per noi. Quando ho iniziato, il forno era ancora visto come un luogo esclusivamente maschile, fisico, duro. Io ho sempre creduto che fosse invece uno spazio di precisione, sensibilità e responsabilità. Oggi rivendico con orgoglio la competenza, lo studio e la leadership femminile in pizzeria».

Come si è appassionata?
«Mia madre è chef da 9 anni, da quando abbiamo aperto il nostro primo locale. Mio padre è parrucchiere per uomo. Nel 2018 mio marito Antonio ed io abbiamo inaugurato la nostra prima attività ristorativa. Siamo entrati in questo mondo inizialmente per necessità di cambiare lavoro, ma ben presto ci siamo appassionati e abbiamo iniziato a gestire tutto in prima persona».

In Maturazioni non è solo pizzaiola, ma anche il volto pubblico del brand. Quanto pesa questa responsabilità?
«Molto, ma è una responsabilità che ho scelto. Metterci la faccia significa raccontare la verità del lavoro, senza filtri. Sui social non interpreto un personaggio: sono una donna che lavora, che sbaglia, che cresce. Credo che questo abbia creato un legame forte con il pubblico, soprattutto con tante ragazze che si riconoscono in me».

La vostra comunicazione è diventata un caso nazionale. Quanto è strategia e quanto istinto?
«C’è tanto lavoro dietro, nulla è improvvisato. Studiamo i contenuti, i tempi, il linguaggio. Ma l’istinto è fondamentale: raccontiamo ciò che siamo davvero. La quotidianità in pizzeria, il team, la famiglia, la fatica. È una comunicazione che non idealizza, ma rende il lavoro reale e quindi credibile».

Maturazioni è spesso citata come esempio di empowerment femminile concreto.
«Perché lo è, nei fatti. Oggi il 70% del nostro personale è composto da donne. È una scelta precisa: crediamo in un ambiente di lavoro che rispetti i tempi di vita, con turnazioni sostenibili, stipendi equi e possibilità di crescita. Non parliamo di empowerment come concetto astratto, ma come pratica quotidiana».

Quanto è complesso bilanciare lavoro e vita privata, soprattutto per una donna?
«È una sfida continua. Il segreto, se così si può chiamare, è costruire un’impresa che non ti chieda di rinunciare a te stessa. Lavorare con Antonio, con la mia famiglia e con un team che condivide i nostri valori rende possibile questo equilibrio, anche se non è mai perfetto».

Il vostro impegno verso il benessere femminile si è tradotto anche in iniziative concrete, come il sostegno a Komen Italia.
«Sì, prima con la pizza rosa e poi, pochi giorni fa, con Pink Starlight, il charity dinner natalizio. È stato un momento molto intenso. Komen Italia condivide con noi l’idea che la prevenzione e la cura delle donne debbano essere una priorità. Usare la pizza come veicolo di sensibilizzazione è stato naturale».

Tra le conquiste più importanti c’è anche l’esperienza a MasterChef Romania. Che valore ha avuto?
«Enorme. Entrare in uno studio televisivo internazionale come giudice, portare la nostra idea di pizza, confrontarmi con concorrenti di alto livello è stato un riconoscimento del percorso fatto. È stato anche un segnale forte: le donne possono essere autorevoli, competenti e centrali anche in contesti mediatici di grande visibilità».

A novembre avete inaugurato Amangiare a Pomigliano d’Arco. Che progetto è?
«Amangiare è un luogo che parla di casa, di infanzia, di convivialità. È un format che accompagna le persone dal pranzo alla cena, con una cucina semplice, territoriale e autentica. Anche qui le donne hanno un ruolo centrale, perché crediamo che l’accoglienza passi prima di tutto dalle persone».

E lo sguardo è già rivolto al futuro, con l’arrivo a Roma nel 2026.
«Sì, Maturazioni aprirà a Roma, nel quartiere Aurelio. Porteremo la stessa filosofia: gestione diretta, formazione interna, rispetto del lavoro e identità forte. Crescere non significa cambiare pelle, ma restare fedeli a ciò che si è».

Se dovesse riassumere il suo percorso in una parola?
«Consapevolezza di essere una donna, una professionista e un’imprenditrice. E di poterlo essere senza chiedere permesso».

 

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