Garantito IGP. Chiese, Pievi e segreti sulle colline di Siena


campagna senese

di Kyle Phillips

Come forse saprete, mio padre era archeologo, e sono cresciuto passando le estati nella campagna toscana a sud di Siena, dove lui dirigeva gli scavi di Poggio Civitate, un sito Etrusco fra i più importanti a venire alla luce negli ultimi decenni. Mentre molti archeologi italiani hanno identificato il complesso che ha trovato come una villa patrizia etrusca (simile alle tenute romane o rinascimentali), lui era meno certo, e ipotizzò per vari motivi che il complesso fosse la sede di una lega politica di qualche tipo.


Possiamo comunque essere sicuri che non si trattava di un villaggio, in quanto mancano le strade, le case, e le altre costruzioni che uno si aspetterebbe di trovare in un paesino. E allora, dove abitavano le persone che coltivavano le terre della zona? Probabilmente dove ci sono paesi oggi, paesi che noi chiamiamo medioevali, ma se potessimo scavare sotto le loro fondamenta rivelerebbero tracce di un passato molto più distante.
Tracce purtroppo adesso invisibili, ma possiamo vedere le modifiche apportate da allora, ed in particolare le Pievi costruite nei cuori di molti centri. E questo ci porta al libro di Annalisa Coppolaro e Göran Söderberg: Chiese, Pievi e Segreti Sulle Colline Di Siena (Edizioni Il Leccio).

il Romitorio a Villa Cetinale

E’ un libro affascinante che – come si può presumere dal titolo – svolge lo sguardo molto al di là delle Pievi; la Toscana meridionale conta tantissime cappelle e tabernacoli, alcuni nei paesi e altri lungo le strade o nei campi, e ospita anche molte abbazie, alcune in posti isolati e altre lungo le strade, per ospitare viandanti o fornire assistenza ai malati.
Parlare di ogni chiesa ed ogni cappella sarebbe stato un lavoro improbo, e così Annalisa e Göran hanno operato una scelta per Comune, lei fornendo i testi e lui le immagini. Il risultato è un libro del tipo che vorrete tenere in macchina se frequentate la zona di Murlo, controllando l’indice per vedere cosa potreste scoprire con una piccola deviazione del percorso.
Almeno io ho fatto così, e prima di continuare dovrei dire che avrete anche bisogno di un navigatore satellitare, perchè alcune delle mete si trovano su strade senza nome, e per ovviare a questo problema Annalisa e Göran ne forniscano le coordinate GPS. Dato che provenivo da Firenze la mia prima sosta è stata a Sovicille, per visitare la Pieve di San Giovanni Battista a Pernine, che si trova in fondo ad una tortuosa strada bianca; quando imboccherete questa strada, vedrete, quasi in cima alla collina che avrete davanti, una struttura imponente con una croce nella facciata: il Romitorio a Villa Cetinale, un’altra delle mete del libro – fu costruito nei primi del 1700 da degli eremiti che si ritirarono su una collina isolata dove vi era una scalinata santa. Oltre alle preghiere, erano tenuti a servire la Messa alla villa, fare atti di carità, e assistere gli ammalati. Il Romitorio non è visitabile, ma è bellissimo da vedersi.

Pieve dedicata al Battista a Lucignano

Proseguendo verso la Pieve, la raggiungerete dopo aver oltrepassato un piccolo tabernacolo al lato della strada. Matilde di Canossa la elencò fra i possedimenti del Vescovo di Volterra nel 1078, e nel ‘500 ospitava due confraternita molto seguite dai fedeli. Subì modifiche nel 18esimo secolo, ma un attento restauro eseguito negli anni 50 del secolo scorso fece riemergere le sue linee romaniche, che mostrano una sobria pulizia che raramente si vede. Bello ed imponente il campanile, notevole senso di pace, e bellissima vista di Siena e Monte Amiata.
Da qui ho deciso di visitare un’altra Pieve dedicata al Battista, a Lucignano, un paese poco distante dalla Cassia (appena oltre Monteroni D’Arbia) che avevo oltrepassato centinaia di volte andando a Murlo, ma che non avevo mai visitato. La Pieve, che risale al X secolo, e ospita una delle prime opere di Simone Martini, era chiusa, ma la facciata è bellissima, con un arco bicolore sopra la porta ed un campanile alquanto particolare, mentre la vista di Monte Amiata attraverso la porta sulla destra (guardando la chiesa) è memorabile.
Tornando alla Cassia troverete il bivio per Murlo, e guardando verso la cima della collina vedrete stampata contro il cielo una cappella ottagonale: La Cappella Pieri Nerli, una cappella funeraria la cui costruzione cominciò alla fine degli anni 1850, sotto la direzione di Giulio Rossi, e che fu terminata nel 1861 dal suo discepolo, Giovanni Partini, considerato il maggior architetto senese del periodo.
Partini preparò gli schizzi per la tomba della cappella, alla cui decorazione contribuirono anche altri artisti senesi, fatto che portò “La Provincia di Siena” a scrivere, nel 1863, “Questo Signore (il Conte Neri, proprietario della tenuta) ha in quella cappella compiuto un monumento dell’arte senese dei nostri tempi perchè vi ha chiamato tutti gli artisti a farvi opere loro.”
Purtroppo, nei 150 anni passati da allora le opere sono quasi tutte scomparse, mentre la cappella è stata sconsacrata ed è chiusa al pubblico. Ma rimane bellissima.

Cappella Pierinerli

Seguendo la strada oltre la cappella, raggiungerete prima Vescovado e poi Murlo, il cui museo civico consiglio caldamente. Continuando oltre Murlo raggiungerete dopo alcuni km il bivio con la strada per La Befa, un piccolo paese che, quando ero bambino, sembrava morente – uno degli operai degli scavi che vi abitava ci invitava spesso al pranzo domenicale, ed il numero di case con tutte le tapparelle chiuse sembrava aumentare di volta in volta – ma adesso sta rinascendo.
E andavo a scoprire? La Cappella di Santa Maria Assunta, una piccola cappella cinquecentesca in fondo al paese, che ospitava la confraternita dei Celesti, i cui fratelli erano per lo più artigiani, e che organizzava una fiera ed una processione per la Pentecoste. Dopo il 1800 l’importanza della cappella è diminuita fina a quando non è stata abbandonata, per essere poi acquistata nel recente passato dal Comune di Murlo, che ne ha fatto un museo, adesso chiuso al pubblico. Ma stanno mantenendo la struttura, che offre un tocco di civiltà del tipo che non ci si aspetta d’incontrare in un piccolo villaggio agricolo.

Pieve di Pievescola

Era ormai giunta l’ora di tornare verso casa, ma sfogliando il libro ho trovato una bella fotografia di un’altra Pieve che avrei potuto visitare con una piccola deviazione: La Pieve di Pievescola, la cui costruzione, verso il 1030, è attribuita alla Contessa Ava Zenovi dei Lombardi. La Contessa, Signora di Staggia, è stata fra le persone più influenti dell’epoca nel territorio senese, tanto da essersi radicata nella memoria popolare: secondo leggenda vagava per i suoi boschi risolvendo i problemi di chi incontrava con uno sguardo. Inoltre, è associata con diverse altre Pievi e monasteri dell’epoca, fra i quali il monastero benedettino di Abbadia a Isola.
Per raggiungere Pievescola da La Befa, fate ritorno verso Murlo e svoltate a sinistra, verso Crevole (sito di una Pieve e delle rovine di una torre, entrambe discusse nel libro), per scendere nella valle del Merse, andare verso Siena, svoltare a sinistra verso Casole D’Elsa, e poi a destra per Pievescola. La Pieve era aperta, e dopo aver ammirato la bellissima trifora marmorea sopra la porta, sono entrato per godermi la calma della navata.
Tutto qui? Certamente no; sfogliando le pagine scoprirete la sposa bambina, una villa infestata dagli spettri, il fantasma di un vescovo guerriero, una suora misteriosa e tanto altro. Come ho detto, è un libro da tenere in macchina e consultare prima di partire. Annalisa e Göran ammettono candidamente di aver appena scalfito la superficie di quanto la Toscana meridionale possa offrire, e aspetto le prossime puntate con impazienza.

Per ulteriori informazioni su Annalisa Coppolaro: www.coppolaro.net
Per ulteriori informazioni su Göran Söderberg: www.arkitekterna.com
(il suo sito professionale, in Svedese)
Per ulteriori informazioni sul libro, che ha i testi sia in italiano che in inglese: www.edizioniilleccio.it

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