Garibaldi Bistrot, un viaggio tra radici e accoglienza nella piazza più bella di Martina Franca
Dove Napoli incontra la Valle d’Itria, tra piatti che raccontano e gesti che accolgono
di Tonia Credendino
Il racconto di una tavola che profuma di Sud
Il rumore lieve dei passi sul selciato, lo sguardo che si alza verso la facciata della Basilica di San Martino, imponente e delicata insieme. Martina Franca si svela così: con la sua luce pulita, le pietre antiche che raccontano storie e l’eco di una Napoli trapiantata nel cuore della Puglia.
Sotto l’ombra generosa dei palazzi barocchi, affacciato sulla piazza che tutto abbraccia, Garibaldi Bistrot accoglie come una casa. Ma non una qualsiasi: una casa piena di gesti tramandati, voci familiari, profumi sinceri. È qui che la famiglia di Federico, partita da Bagnoli, sceglie di riscrivere il proprio tempo. Una storia che comincia nel 2007, con un’osteria dal nome eloquente – Piazzetta Garibaldi – e che oggi vive con nuova energia nel cuore pulsante di Martina Franca, proprio di fronte al Duomo, tra pietra bianca e memoria viva.
Scelgo questo bistrot per un pranzo in famiglia seguendo un’intuizione. Non cerco un posto qualunque, ma un rifugio con anima, luce e silenziosa bellezza. Quando arriviamo, tra sedie chiare, piatti intrecciati di paglia e la brezza che attraversa la piazza, capisco che stiamo entrando in una storia che merita d’essere raccontata.
Il menù non è una lista: è una voce. Sussurra ricordi, evoca domeniche napoletane, pranzi contadini, sapori di terra e di mare. I piatti si susseguono con grazia e misura, portando con sé l’equilibrio raro di chi conosce il valore della semplicità. La cucina parla due dialetti – quello pugliese e quello partenopeo – ma una sola lingua: quella dell’amore.
Ogni sapore è un racconto, ogni morso un’immagine. Una scamorza sulla brace incontra miele, mandorle e cipolla caramellata. Una scarola sa di casa e infanzia. Un pacchero profumato unisce il sole dei pomodori alla delicatezza della stracciatella. Poi arriva il polpo, la tagliata con i funghi cardoncelli, e un bicchiere di Primitivo Terre d’Otranto DOC, il “Vola” dell’azienda Menhir Salento.
Un rosso elegante e avvolgente, prodotto a Minervino di Lecce, ottenuto da uve Primitivo in purezza. Nel calice si presenta con un colore rubino intenso, mentre al naso sprigiona note di ciliegia sotto spirito, spezie dolci e macchia mediterranea. Al palato è caldo, morbido e ben strutturato, con un finale persistente che dialoga perfettamente con i piatti saporiti della cucina del Sud.
E in effetti, qui, ogni piatto è una memoria resa presente. Il mozzone di Gragnano si intreccia con pane fritto croccante, asparagi verdi, datterino giallo e stracciatella. Il mezzo pacchero unisce pomodori gialli e rossi, olive, capperi e tonno fresco. Il polpo sulla brace si presenta con olio extravergine, limone e chips di zucchine. La tagliata con funghi cardoncelli celebra l’autunno anche in primavera.
La torta caprese è profumata di mandorle, e poi c’è il pasticciotto: una fetta generosa di torta che sembra fatta per essere condivisa, rivisitazione pugliese del pasticciotto classico, un piccolo scrigno di frolla che racchiude una crema calda, densa, dolcissima, con amarene succose in superficie e lo zucchero a velo che si posa leggero come neve. Una bontà sorprendente, che unisce la tradizione dolciaria pugliese all’eleganza di una rivisitazione contemporanea. Un dolce che racconta il territorio e rinnova il piacere della pausa, tra sole e silenzio. Il gelato artigianale di Angelo, infine, sa di casa.
“Ognuno di noi ha un ruolo, ma tutti condividiamo la stessa missione: far sentire chi entra come se fosse il primo ospite della giornata.”
Quando usciamo, la luce di Martina Franca è ancora calda, morbida sulle pietre. I vicoli ci portano incontro a bronzi che sembrano alberi, mani che si tendono, corpi che si intrecciano: sono le sculture monumentali di Andrea Roggi, parte dell’esposizione Radici di Umanità. Opere che non decorano la città, ma la abitano, in dialogo continuo con le chiese, i balconi fioriti, i silenzi.
In fondo, anche il Garibaldi è questo: un’opera viva, in equilibrio tra radici e visione, tradizione e identità, famiglia e territorio.
E mentre ci allontaniamo dalla piazza, c’è un pensiero che resta, chiaro e pieno: torneremo.
Garibaldi Bistrot
Piazza Plebiscito, 13 – Martina Franca (TA)
Telefono: 080 480 7934
Facebook: www.facebook.com/garibaldibistrot
Instagram: @garibaldibistrot