Gliommarielli alla genovese di cipolla di Montoro


Gliommarielli alla genovese di cipolla di Montoro

Agnello o capretto che fosse, sia a Natale che a Pasqua, a casa della mia nonna lucana – l’altra era campana – non si buttava via niente: le interiora, la testa e le zampe venivano messe a parte e cucinate qualche giorno dopo, passata la festa che veniva invece onorata con l’animale cucinato in mille modi.

Una sorta di “rito” familiare post – festa, che per i meno fortunati era invece, un succulento sostituto dei pezzi più pregiati che la povertà non consentiva di mettere in tavola.

In particolare con il “suffrittiello” col quale, appunto, si confezionano i succulenti involtini chiamati  “gliommarielli”: cuore fegato polmoni e la piccola milza di agnello o capretto.

A casa di mia nonna si preparano ancora oggi così: gli organi vengono tagliati a striscioline e sbollentati in una padella, con un dito di acqua. Appena verrà a bollire, bisognerà girare il tutto un paio di volte e scolare.

Nel frattempo, bisognerà preparare gli intestini con i quali attorcigliare gli involtini, tagliandoli per il lato lungo e lavandoli con acqua corrente tiepida e sale.

Una volta raffreddato, il soffritto appena sbollentato, viene condito generosamente con formaggio pecorino, aglio a pezzetti, pepe, e peperoncino – rigorosamente il crusco di Senise in polvere.

A questo punto è possibile procedere a creare gli involtini: per creare un primo involucro viene usato “il velo”, il sottilissimo pannello di grasso che avvolge gli organi dell’agnellino o del capretto quando è vivo, tagliato in piccoli fazzoletti. Bisogna riporre al suo interno almeno tre pezzetti di ogni organo e poi richiudere; infine attorcigliarvi l’intestino: una volta finito sembra il bozzolo di una farfalla.

Quelli che ho preparato io, con una commistione di ricette ed ingredienti campani e lucani, li ho cucinati seguendo le “regole” della genovese.

 

 

Ricetta di Giovanna Fasanino raccolta da Novella Talamo

  • Tempo di preparazione 15 minuti
  • Tempo di cottura 30 minuti
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Ingredienti per 4 persone

  • 5 gliommarielli
  • 3 cipolle di Montoro di media grandezza
  • 2 carote
  • 1 gambo di sedano
  • Olio e sale q.b.

Preparazione

Cospargere di olio il fondo di una casseruola e far appassire la cipolla tagliata a fettine sottili, la carota ed il sedano tagliati a dadini piccolissimi. Aggiungere mezzo bicchiere di acqua e far cuocere per trenta minuti circa. Quando l’acqua di cottura sarà ormai evaporata aggiungere due foglie di lauro e i “gliommarielli” e farli prima rosolare a fuoco vivo, poi farli cuocere lentamente bagnandoli di tanto in tanto con l’olio di cottura, per circa mezz’ora.
A fine cottura aggiungere sale e pepe.
Come per la genovese tradizionale, può essere utilizzata per condire la pasta: io vi consiglio le candele spezzate a mano di Vicidomini.

3 Commenti

  1. Tremenda invidia.Un piatto che con qualche variante non assaggio da anni e che personalmente penso valga il viaggio:mandatemi indirizzi che mi precipito sopratutto per la versione arrostita.Grazie anticipate da Francesco Mondelli.

  2. Per favore, vi imploro, ditemi dove si possono trovare. Dateme il nome di una trattoria, un risporante, un posto qualsiasi dove li cucinano o li vendono.

    A Napoli si chiamavano “E Stentinielli”. Li preparava mia Madre, purtroppo non sono riuscito piu’ a trovare una Macelleria che li vende.

    Grazie

    Gigi

    1. Compra la coratella e fatteli a casa come faccio io…..detti anche mugliatielli o abbuoti nel Sannio….Morte: alla brace o al forno con le patate, amen.

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