Gorini e Gelinaz, quell’accusa inesistente e ottusa di razzismo che fa comodo agli organizzatori e alle tricoteuses


Gelinaz Gorini

Gelinaz Gorini

Gelinaz, Gorini e l’accusa di razzismo. Il caso che sta facendo rumore e che dimostra in che miserabile circuito mediatico stiamo vivendo dove sono tornate le tricoteuses.
1-Gianluca Gorini, uno dei giovani talentuosi che l’Italia vanta in cucina, tra i nostri preferiti in assoluto, nono per 50 Top Italy e stella Michelin da quest’anno, partecipa a Gelinaz.

2-Gelinaz è una manifestazione giunta alla quarta edizione ispirata da Andrea Petrini, uomo di cultura, intrigante, estroverso, profondo conoscitore delle tendenze gastronomiche mondiali. Molto amato per questo da Bonilli che lo considerava un cavallo pazzo da coccolare. Si scambiano i cuochi in cucina, quest’anno solo le ricette di quasi 150 chef di tutto il mondo reinterpretate.

3-Gorini riceve le ricette di Victor Liong, cuoco cino-australiano e, sollecitati dall’organizzazione a cazzeggiare sui social come ormai è d’uopo, si inventa questa simpatica foto che vediamo sopra. Nessuno in Italia penserebbe ad uno sfottò razzista, del resto vediamo ben altro negli stadi dove si sfoga ogni domenica la rabbia della piccola borghesia in declino o il tifo organizzato dalle gang criminali che controllano curve e biglietti.

4-Interviene la giornalista Jen Agg che ha costruito la sua fama come Blade Runner a caccia di sessisti e razzisti ottenendo l’effetto di moltiplicarli. Jen Agg insulta in maniria violentissima, anche a livello personale, il giovane Gorini determinando l’effetto social della palla di neve e facendo un favore a Gelinaz di cui nessuno si era filato nulla sui media. Un vero e proprio pestaggio mediatico contro una persona che non si può difendere e che voleva fare una cosa simpatica senza offendere nessuno.

Jen Agg

Gli insulti di stampo nazista d Jen Agg

4-Gorini si scusa e ritira il post con queste parole:
“Non avrei mai pensato che una foto potesse generare tutto questo. Lo scatto in questione è stato dettato dall’eccitazione e dall’entusiasmo che il confronto con una nuova cultura ha generato nel nostro lavoro quotidiano. Ora mi rendo conto che probabilmente non conosco abbastanza bene il problema e che ne ho sottovalutato il significato. Sono contro ogni forma di violenza e soprattutto contro ogni forma di razzismo. Credo fermamente nel confronto, nella condivisione e nella contaminazione con altre culture e paesi, come stimolo per la mia crescita e quella delle generazioni future. Mi scuso con tutti quelli che ho offeso. Non era mia intenzione offendere nessuno, tanto meno discriminare le altre culture. Per favore, Victor, mi piacerebbe invitarti a venire in Italia e trascorrere alcuni giorni qui nel mio ristorante come mio ospite, per celebrare il significato delle relazioni tra culture diverse e fare una cena a quattro mani insieme. Perdonami.”

__________________________________________________________
Fin qui siamo nella noia del politicamente corretto, quasi un lieto fine, va.
___________________________________________________________
Eppure è l’unico episodio per cui quest’anno si è parlato di Gelinaz, manifestazione in evidente declino di contenuti e in crescita di cazzeggio.

Bene. Ieri la coda deprimente e nauseante. L’organizzazione intuisce che questa storia fa parlare  e rilancia con un comunicato di stile coreano.

Questa storia triste potrebbe capitare a chiunque di voi, di noi.
Non siamo nel secolo dei contenuti, ma delle urla amplificate dai social in cui nessuno approfondisce.
Un senso di nausea ti assale dopo aver letto una cosa del genere.
Da meridionale, so bene cosa sono i pregiudizi, le battutine, i luoghi comuni. Sono abituato a sentirmi le domande più strane. So cosa significa essere valutati dall’alto in basso solo per essere un italiano del Sud.

Non penso che quello di Gorini a Gelinaz sia stato un gesto razzista, ma solo una foto empatica per strappare un sorriso.
Doveva sapere che il gesto degli occhi a mandorla era offensivo? Io l’ho imparato adesso.
Ma al mio paese quando si chiede scusa la cosa si chiude.

Il comunicato di Gelinaz è offensivo, stupido, arrogante, prepotente. Una esecuzione senza processo. Un insulto a tutta l’Italia.
Spero che nessun cuoco italiano partecipi più a Gelinaz,  che con questo modo di fare amplifica e non combatte il razzismo.

Solidarietà a Gorini che ci piace tanto nonostante (a proposito di pregiudizi) secondo Luigi Cremona siamo del Sud :-)

 

Gorini Gelinaz

3 Commenti

  1. La violenza del comunicato di Gelinaz è allucinante. Siamo di fronte a un ‘dagli all’untore!’ digitale. Pazzesco.

  2. FINALMENTE!!!! finalmente qualcuno che dice le cose come stanno, finalmente qualcuno che non ha il timore di schierarsi. La vicenda in se è deprimente, anzi dire deprimente è riduttivo, ma forse ancor peggio è la totale assenza di tutti quei cuochi e cuoche che fanno tanto gli amici e poi muti quando ci si deve esporre, farei dei nomi ma mi sembra superficiale e banale.
    Ancora grazie al Signor Pignataro…un suo lettore appassionato

I commenti sono chiusi.