Apre Gu Shu, vieni a prendere un tè a Napoli


Riccardo Abruzzese, Giuseppe Musella e Giustino Catalano

di Dora Sorrentino

Una sala da tè, in pieno centro storico, perché a Napoli, città da secoli multietnica, non ci facciamo mancare proprio nulla. Nasce grazie all’Associazione Gu Shu, un’alleanza sigillata da tre appassionati di tè, l’enogastronomo Giustino Catalano, il commerciante di tè Giuseppe Musella e l’ex chef de Rang dell’Hotel Romeo Riccardo Abruzzese. Il termine Gu Shu vuol dire “Albero Vecchio” e la sede sociale dell’associazione è stata allestita all’interno dello storico Palazzo Diomede Carafa a via San Biagio dei Librai, in perfetto stile cinese, dalle sedie di legno ai tavolini corredati ognuno con i vassoi per il Gong Fu Cha. Tutto l’arredamento è stato curato nei minimi dettagli per creare l’atmosfera giusta.

Gu Shu, i tè in esposizione

Gli associati avranno la possibilità, grazie ad una tessera annuale del costo di dieci euro che potranno acquistare alla vicina bottega Qualcosa di tè, di entrare nel fantastico mondo di questa bevanda, scoprendone tutti i segreti. La sala resterà a loro disposizione tutti i giorni, dalle 10 alle 20, escludendo la domenica.

Gu Shu, il vassoio per il Gong Fu Cha

Siamo stati abituati ad etichettare il tè unicamente come bevanda da merenda, da abbinare al dolce, ai pasticcini. La realtà è ben diversa, considerando che oltre la metà della popolazione mondiale la utilizza in vari momenti della giornata, soprattutto durante i pasti principali ed accompagnandola al salato. Sfatiamo anche il mito di Napoli vista come la patria del caffè. Lo è indubbiamente, ma fonti storiche dimostrano anche che nello storico Palazzo Venezia, proprio lungo il decumano minore, verso la fine del diciottesimo secolo, fu costruito un giardino d’inverno dove il tè veniva servito regolarmente. Un assaggio di queste antiche usanze è stato dato durante l’inaugurazione della sala da tè.

Gu Shu, uno dei tè serviti all’inaugurazione

Sono state serviti quattro tipi di tè dalle caratteristiche particolari: il Gyokuro Gyokuro Mizudashicha, il Lapsang Souchong in abbinamento ai taralli ‘nzogna e pepe di Leopoldo, il Pu-ehr Kiangra Brick 1970, affinato dieci anni in Tibet e il Bi Luo Chun Silver Niedles Tribute Primavera 2013.

A far da compagnia a tutto questo, piatti tipici orientali come l’hummus di ceci, il couscous palestinese integrale, i ravioli ripieni, ma anche biscotti alle mandorle e al tè matcha.

Gu Shu, l’hummus di ceci

Gu Shu

Via San Biagio dei Librai, 121

Napoli

Tel. 392.1629364

7 Commenti

  1. Il tè è un arte e se non si è esperti è meglio evitare… forse come questo locale visto i cv dei propetari dove nessuno è esperto..

    1. Caro Pierpaolo Pigione,
      non conosco Musella e Abruzzese, ma Catalano si e mi risulta, personalmente ed in modo inconfutabile che è un grande conoscitore divulgatore e degustatore di thé.
      Davvero non capisco le ragioni “profonde” di tanta sicurezza e di tanta “voluptas destruendi”…ma forse è un mio limite!

  2. @ Sig. Pierpaolo La attendo, assieme ai miei soci fondatori, con piacere ed ansia per una Sua lezione.

  3. Come si dice nell’articolo, non è un caso che sia proprio Napoli a promuovere un’iniziativa del genere. I rapporti tra Napoli e l’Oriente sono di lunghissima data, e un posto del genere, e il lavoro che già da molti anni fa Qualcosa di té per promuovere la cultura del té, non può essere che un’iniziativa vincente per Napoli e per chi come me da orientalista vissuta in Cina e tornata a Napoli, ha bisogno di un posto autentico, che curi il Mal de Chine. Complimenti ragazzi, 万岁!

    1. Grazie arianna, belle parole che fanno bene.
      E come dire, io ormai ho mal di yunnan da circa 6 mesi!

  4. Sabato sono andata a vedere il negozio di tè in piazzetta Nilo, è piccolo ma incantevole. Sono veramente felice dell’apertura di questo centro di degustazione. A presto e in bocca al lupo. Sandra

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