Vinitaly 2014: dodici assaggi italiani per ricordarlo bene


Stefano Amerighi

di Fabio Panci

Andare al Vinitaly dopo aver frequentato Villa Favorita è come quando a Parigi, passi dal grazioso quartiere del Marais al caos degli Champs-Élysées. Da turista vanno visti entrambi, da innamorato di Parigi il consiglio è perdersi tra i profumi ed i sapori del primo.

Detto questo con l’articolo sottostante voglio evidenziare, oltre ai pro e contro tipici della più grande manifestazione vinicola italiana, i vini che mi hanno maggiormente colpito ed addirittura stupito oltre alle conferme in alcuni casi diventate davvero granitiche.

Vinitaly é sicuramente un evento imperdibile sia come appassionato che addetto ai lavori. In quattro giorni, ahimè solo due nel mio caso, riesci ad incontrare praticamente l’intero mondo vitivinicolo italiano. Puoi compiere un vero viaggio tra i vini italiani e  non solo, spostandoti di pochi passi ti trovi nel Collio, passando per la Valpolicella sino a spingerti a Salina tutto nella fascia oraria compresa tra le 9:30 e le 18:30. Senza dimenticare padiglioni imperdibili come il Vivit, meriterebbe un evento a parte vista la qualità dei produttori presenti, e da quest’anno anche il Vinitalybio.

Naturalmente oltre ai pro, non mancano i contro. Traffico congestionato sin dalle prime ore del mattino, parcheggi stipati all’inverosimile con grossi problemi di ritrovamento auto a fine giornata e “last but not least” la mancanza di cibo. Proprio così al Vinitaly si effettua un dieta dissociata, solo vino e niente cibo con conseguente morso della fame che ti accompagna dall’ingresso all’uscita della fiera. Effettivamente i punti ristoro ci sono, ma sono pochi e presi d’assalto ad ogni ora del giorno. Nel mio piccolo un consiglio lo vorrei dare agli organizzatori: perché non installare all’interno di ogni padiglione uno “spazio food” con soli prodotti regionali, gestito perché no dai migliori istituti alberghieri italiani. Questo consentirebbe di eseguire non solo un tour vinicolo ma anche gastronomico tra le eccellenze del nostro paese, fondamentale anche per il pubblico straniero da sempre amante dei nostri vini e della nostra cucina.

Dopo aver elencato pregi e inevitabili difetti veniamo alle degustazioni, sarò estremamente sintetico nelle descrizioni sperando di instillare in ogni lettore la curiosità nell’andare a degustare i singoli vini.

Cuvee Lucrezia Etichetta Nera 2004 Azienda Castello Bonomi

Cuvée Lucrezia Etichetta Nera 2004 Azienda Castello Bonomi

Pinot Noir in purezza, ottenuto dai vecchi vigneti di questa storica azienda franciacortina, riposa per 70 mesi sui lieviti. Complessità ed eleganza ai massimi livelli.

Langhe Doc Nascetta ‘Conna’ 2013 Azienda Marco Capra

Langhe Doc Nascetta ‘Conna’ 2013 Azienda Marco Capra

Vitigno tipico piemontese ci stupisce al naso con note di idrocarburi stile riesling della Mosella. In bocca agile, vibrante con un ricordo finale amaro davvero intrigante.

Pinot Grigio 2012 Azienda La Ginestra

Pinot Grigio 2012 Azienda La Ginestra

Bellissima espressione di pinot grigio del Collio. Al naso la nota minerale dominante, viene poi accompagnata sul finale di bocca da un ritorno fruttato iper piacevole.

Syrah 2011 Azienda Stefano Amerighi

Magnifica espressione di syrah cortonese, profondo, mistico, unico ed inimitabile proprio come il titolare dell’azienda. Uno dei tre vini da portare in caso di naufragio in un’isola deserta.

A Vita Rosato 2013 Azienda A Vita

A Vita Rosato 2013 Azienda A Vita

Gaglioppo 100% in versione rosato. Da scoprire per le sue intriganti note di frutta rossa al naso, poi freschezza, ricordi tannici, finale marino strepitoso.

SP68 2013 Azienda Arianna Occhipinti

SP68 2013 Azienda Arianna Occhipinti

Bottiglia obbligatoria da avere in cantina in vista della bella stagione. Dal calice escono profumi di frutta, fiori, macchia mediterranea. Dolcezza bilanciata da una bella acidità, già me lo pregusto in abbinamento ad una bella paste con le sarde.

Lu Patri 2011 Baglio del Cristo di Campobello di Licata

Lu Patri 2011 Baglio del Cristo di Campobello di Licata

Investimento sicuro in caso di acquisto di quello che considero uno dei migliori nero d’avola siciliani. Se ce la faccio, proverò ad aspettare almeno un biennio, per potermi godere appieno questo concentrato di Sicilia nel bicchiere.

Malvasia delle Lipari Doc 2011 Azienda Fenech

Malvasia delle Lipari Doc 2011 Azienda Fenech

Perdetevi nei suoi profumi e nella sua dolcezza infinita, chiudete gli occhi e vi sembrerà di degustarlo con di fronte il panorama mozzafiato di Salina.

Colfondo 2012 Azienda Bele Casel

Colfondo 2012 Azienda Bele Casel

Avete presente le numerose versioni di prosecco “stile GDO”, ebbene dimenticatele tutte e versatevi un calice di Colfondo. Al termine di un  leggero “remuage” della bottiglia, necessario a  rimettere in azione i lieviti presenti, vi si aprirà un mondo gusto-olfattivo dai confini illimitati.

Vermentino Nero Doc Candia dei Colli Apuani  2010 Azienda Cima

Vermentino Nero Doc Candia dei Colli Apuani 2010 Azienda Cima

Lo ammetto non avevo mai bevuto in vita mia un vermentino nero, ed a conti fatti errore grave in quanto la vinosità gradevole al naso ed una bevibilità estrema ne fanno davvero un prodotto da provare.

 

Senti Oh 2012 Azienda Fontuccia

Senti Oh 2012 Azienda Fontuccia

Viticoltura eroica con vigneti a picco sul mare, per un’ansonica 100% dove la roccia ed il mare si fondono nel bicchiere con una beva affascinante sin dal primo sorso

Brunello Di Montalcino 2009 Azienda Le Chiuse

Brunello Di Montalcino 2009 Azienda Le Chiuse

L’alfiere di Montalcino colpisce subito con le sue note più dure, di acidità e tannino, poi aspettando un attimo la grande eleganza e finezza dell’annata 2009 daranno grandi soddisfazioni per gli anni a venire.