Greco di Tufo 2002 doc Mastroberardino


Dario Pennino, amministratore delegato Mastroberardino

Sapete bene, cari lettori, la mia passione per i bianchi di lungo invecchiamento e non smetto mai di segnalare le grandi, grandissime opportunità dei tre vitigni principi della Campania, fiano, greco e falanghina del Sannio.

Purtroppo la quasi totalità dei produttori tende a vendere l’ultima annata vuoi per fare cassa, vuoi perché la domanda è effettivamente di gran lunga superiore all’offerta.

Assistiamo così ogni anno alla strage degli innocenti, cioé alla stappatura di bottiglie di pochi mesi a cui viene negato il destino di una lunga e sana evoluzione dalla quale gli appassionati potrebbero ricavare grandi soddisfazioni. Ci sono un paio di artigiani capaci di aspettare, Marsella e Picariello, Villa Matilde con il suo Vigna Caracci, Quintodecimo di Luigi Moio, e Mastroberardino, il quale dopo averci abituato bene con il More Maiorum, adesso addirittura ci coccola, pensate un po’, con il Greco 2002, poco meno di tremila bottiglie in commercio sotto i dieci euro franco cantina.

Un affare per un bianco di otto anni che si presenta fresco, freschissimo, con note di idrocarburi, nessuna concessione dolce e ruffiana, discreto corpo e finale amarognolo. Il Greco, lo stiamo verificando con la mappatura nelle sedute di Slow Food in corso a Fabbrica dei Sapori, è un vino operaio, molto utile quando si tratta di mettere qualcosa di efficace sulle tavole.

Noi lo abbiamo verificato con un paio di creazioni di Francesco Spagnuolo, il giovane chef del Morabianca, il ristorante del Radici Resort della Mastroberardino. Già, è proprio alle grandi aziende a cui è affidata questa volontà di verticalizzare i bianchi nel corso del tempo. Vendere annata per annata, come fanno i conservieri con le pummarole, significa esporsi al grande rischio che un giorno venga qualcuno da qualche parte del mondo a proporre sul mercato qualcosa di altrettanto buono ma a prezzo più basso. Purtroppo i produttori questo discorso non lo capiscono, i ristoratori esprimono ignoranza a riguardo, e capite allora da questo piccolo e folle comportamento collettivo in gastronomia, perché poi in Italia manca ogni prevenzione sulle cose più gravi e importanti: io speriamo che me la cavo.

ATRIPALDA Via Manfredi, 75-81 Tel. 0825.614111, fax 0825.611431 www.mastro.it Bottiglie prodotte: 2.500.000

4 Commenti

  1. grandi i vini irpini ! sono adatti all’invecchiamento . se non mi sbaglio quella fu annata da bianchi acidi. fu l’esordio di mercurio giovane e bravo enologo campano, ho bevuto il fiano 2002 mastro alti livellli, mi procurerò questo greco. ottima la possibilità di bere vecchie annate ,grazie ad aziende come queste ! bene ! in quale enoteca si possono trovare queste bottiglie nel Cilento?

  2. Ho assaggiato questo vino al VinItaly. Buon freschezza e tipicita. Il prezzo é ragionevole.

    Tu hai assaggiato il aglianico 1998 anche chiamat “vintage”?

    1. Si Tom, abbiamo provato anche l’Aglianico Vintage 1998. Piacevole, abbastanza dinamico in bocca ma soprattutto grande rapporto tra prezzo e qualità.
      In America dovreste consentire per legge le importazioni dei bianch icampani solo dopo due anni dalla vendemmia:-))
      Potrebbe essere il modo per goderli e costringere i produttori a ravvedersi!:-)))

      1. Anch’io li ho provato al Vinitaly ed onestamente, soprattutto per il greco, mi ha colpito il rapporto qualità/prezzo, appena poco in più di un greco d’annata.
        Dopo il Taurasi Centotrenta, credo che queste altre due scelte dell’azienda ben si rivolgno ad un pubblico finalmente più propenso a guardare la profondità di annata, in particolare per i bianchi.
        E tutto questo fa bene alla nostra Campania…

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