Harmonium Nero d’Avola Sicilia Doc 2013 Firriato
di Enrico Malgi
Dopo avere recensito pochi giorni fa un Vermentino di Sardegna datato, per par condicio è d’uopo prendere in esame un vino bene invecchiato dell’altra grande isola italiana, cioè la Sicilia. In mancanza di un Catarratto, vale a dire la specie a bacca bianca più coltivata in terra sicula così come lo è il Vermentino in Sardegna, ho assaggiato una bottiglia di Nero d’Avola, il quale a sua volta ricorda il Cannonau sardo per quanto concerne la maggiore diffusione territoriale e la bontà tra i vini a bacca nera.
Harmonium Nero d’Avola Sicilia Doc 2013 Firriato. Soltanto Nero d’Avola coltivato nel territorio trapanese. Vendemmia effettuata a settembre. Affinamento per un anno in barriques di rovere francese ed americano. Elevazione in vetro per un altro anno. Gradazione alcolica di quattordici gradi e mezzo. Prezzo finale attuale di circa 30,00 euro. Millesimo già assaggiato nel 2019.
Nel calice si appalesa un colore granato intenso, ma connotato anche di un rassicurante bordo chiaramente vermiglio, così vivido ed acceso. Bouquet depositario di un accumulo di eterei e pluralistici profumi, che di primo acchito rimembrano un’espansiva scorta fruttata di ciliegia, prugna secca, arancia sanguinello, fragola, carruba, gelso nero, ribes e mora. Di seguito risaltano poi nuances floreali di viola e di rosa, captazioni vegetali di salvia, timo ed eucalipto, umori speziati di cannella, vaniglia, pepe nero e noce moscata e sentori terziari di tabacco, liquirizia, incenso e caffè torrefatto. Piacevole poi la tipica nota caramellata in sottofondo. In bocca si approccia un sorso avvolgente, caldo, profondo, centrato, polposo, pervasivo, balsamico, corposo, tagliente di freschezza, palpitante, tonico, solido, accattivante, propositivo, intrigante, morbido e sapido. Trama tannica molto attiva, ma senza graffiare. Timbrica gustativa bene articolata strutturata, equilibrata, armonica, sfaccettata, lineare, raffinata, elegante, arrotondata e sensuale. Scatto finale appagante e persistente. Un vino che dà la sensazione di essere ancora in palla, per cui potrebbe avere dinnanzi a sé ancora un futuro roseo. E’ stato fedele compagno di un piatto di pasta al ragù e tagliata di carne con peperoni.
Firriato Società Semplice Agricola
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Enologi: Giuseppe Pellegrino, Carlo Casavecchia e Giovanni Di Giovanna
Ettari vitati: 470 – Bottiglie prodotte: 4.500.000