I miei migliori morsi in ordine di apparizione: 047 Osteria Manzoni, ogni tanto mi riconcilio col difficile mondo della ristorazione
di Marco Galetti
Uno scorcio dell’Osteria Manzoni, in sala, oltre all’orsacchiotto, la lecchese Giovanna Bettega, alle padelle il fiorentino Francesco Cheloni
suggestivo l’ambiente al piano inferiore impreziosito da trasparenze, legno, pietra, opere d’arte e, ultimo ma non ultimo, naturalmente bottiglie
nello specchio sul camino, la dama con orecchino
Uno scorcio del vecchio pozzo in prossimità degli impeccabili servizi igienici
La tavola con vista sulla vallata
Un secolo fa questi locali erano adibiti a laboratorio di panificazione, dopo un’attenta riqualificazione e ristrutturazione oggi l’Osteria Manzoni è sicuramente per dimensioni e attenzioni (quelle ricevute dal cliente) un luogo d’accoglienza, pochi tavoli ampi e ben distanziati, sedute comode, musica di sottofondo, è tutto un invito a conversare, a concedersi qualche calice di buon vino, a scegliere uno dei pochi (meno male, le carte sterminate non fanno per me e per gli appassionati di cibo) piatti che la carta studiata dal bravo Francesco offre.
Questo è un piccolo luogo molto curato, estremamente pulito, direi armonioso, il personale è attento e gentile, i piatti sono “comprensibili”, digeribili, saporiti e conditi ma per nulla unti.
Qualche ulteriore considerazione dopo le foto in didascalico di quanto degustato e prima dei titoli di coda e di un indirizzo sicuro che mi sento assolutamente di consigliare, la facilità di parcheggio è solo un motivo in più per recarsi a Barzago che dista poco più e poco meno di mezz’ora rispettivamente da Milano e dal lago di Lecco.
Il pane e la focaccia, serviti tiepidi, sono autoprodotti con grani antichi toscani e lievito madre
Pizzoccheri al grano saraceno con patate, verze e casera, mi è piaciuto molto, lo chef ha scongiurato il rischio “pesantezza” e “compattezza” della forchettata che, al contrario, è risultata cremosa ma non troppo carica di formaggio, patate e verze in giusta quantità, un buon piatto
Risotto alla milanese mantecato al parmigiano, lo zafferano in pistilli è coltivato in Brianza dall’Azienda Mastri Speziali, il riso è un baldo riserva dell’Azienda Agricola Testa, di Cascina Grampa, già citata in documenti d’archivio del XVI secolo, la cascina sorge in provincia di Novara nella più importante zona risicola d’Italia e d’Europa
Riso baldo riserva Testa mantecato al parmigiano con composta di fichi e culatello croccante, come si evince Francesco Cheloni ha mano molto felice sui risotti, uno a pranzo e uno a cena sono sempre in carta, quando, come mi è successo qui in occasione delle mie due recenti visite, pupille&papille sono appagate la soddisfazione è completa
L’ottima cacio&pepe con pecorino romano e pepe nero in grani tostato in padella, intoccabile, imprescindibile, di estremo gradimento, il piatto pur essendo “deciso” e “maschio” ha una sua delicatezza data dall’estremo equilibrio nella preparazione
Stinco di maiale sfilacciato con polenta di mais spinato bergamasco Agrigal
Arista di maiale con purè di patate, un toscano come lo chef non può non saper cucinare al meglio la carne di maiale, indubbiamente valide anche queste ultime due preparazioni soprattutto in considerazione del fatto che, come le altre sopra fotografate, fanno tutte parte della carta di mezzogiorno, valida per qualità e per prezzo, senza dimenticare il contesto nel quale questi piatti vengono serviti
Col caffè viene gentilmente offerto una sorta di semifreddo, molto gradito, a base di cacao, castagne e pinoli
La proposta pranzo e quella della sera, la carta dei vini si presenta con una ventina di bollicine, altrettanti vini bianchi, cinque rosati, oltre cinquanta rossi e otto vini dolci, quasi tutte le bottiglie hanno prezzi accessibili compresi tra venticinque e settanta euro tranne qualche etichetta di punta come il Sassicaia tenuta San Guido 2020, un paio di bollicine italiane e altrettanti Champagne
Osteria Manzoni, l’insegna, cosa ci insegna questa parabola…
Ecco, credo c’insegni che c’è ancora modo di fare ristorazione privilegiando l’accoglienza, la cura dei dettagli, il piacere di ricevere, il piacere di presentare a tavola piatti sani, ben eseguiti, preparati usando ingredienti validi, di qualità, c’è ancora modo di fare ristorazione senza basarsi esclusivamente sui numeri che sono importanti ma non devono essere l’unico aspetto da perseguire, si lavora per un compenso ma il compenso non deve essere l’unica ragione di vita, è ancora possibile che una transazione possa accontentare entrambe le parti, il cliente contento rende felice anche il ristoratore, se un ristoratore è motivato i risultati arrivano e sono percepibili da quando si varca la soglia di un locale fino al momento del conto, penso agli spazi tra i commensali, che regalano il piacere di rimanere a tavola, penso alle piccole attenzioni, al cestino dell’ottimo pane prontamente rifornito, alla bottiglia di Trento Doc gentilmente aperta quando ho chiesto un calice di bollicine dicendo che non avrei gradito qualcosa di già stappato, alle dolcezze, di livello, che accompagnano il caffè anche a pranzo dove il margine di guadagno è relativo.
L’Osteria Manzoni è un luogo accogliente e ben gestito dove si mangia bene spendendo correttamente, mi riservo assaggi più mirati alla carta e in notturna ma il sentiero fin qui percorso è ben segnalato e credo porti alla meta che ogni appassionato di ristorazione vuole raggiungere, un luogo dove si sta bene e dove si vuole tornare.
Le ricevute delle mie due recenti visite in anonimato
Osteria Manzoni
Via Roma 87 – Barzago LC
Tel 031 4143305 – Cell 3899439191
Visite del 17/10/25 e del 6/11/25


















Bellissima descrizione del meraviglioso ristorante.
Sicuramente sarà la mia prossima degustazione appena mi troverò nelle vicinanze.Complimenti