I vini rosati da bere alla Vigilia di Natale


Vini rosati Campania

Vini rosati Campania

 

di Adele Elisabetta Granieri

Il vino riveste un ruolo fondamentale sulla tavola della Vigilia di Natale e, anche se è usanza comune abbinare al pesce i bianchi, una valida alternativa può essere rappresentata dai rosati che, grazie alla loro versatilità, possono accompagnare il cenone dall’antipasto al dolce e rappresentano una scelta eccellente sulle preparazioni più elaborate, soprattutto se arricchite dal pomodoro.

Frutti di mare e crostacei crudi, polpo all’insalata e salmone affumicato hanno una naturale predisposizione verso le bollicine: il Franciacorta Rosé Pas Dosé “Parosé” di Mosnel rappresenta un abbinamento nel segno della migliore tradizione spumantistica italiana, con la forza del pinot nero e l’anima elegante dello Chardonnay, i profumi di scorza di agrumi e melograno e le profonde note iodate che anticipano un sorso pieno, verticale e salino. Valida alternativa, il Lambrusco Spumante Metodo Classico Rosé Brut di Cantina della Volta, con i suoi profumi di melograno e frutti di bosco e il sorso ricco e cremoso, sostenuto da una vivace freschezza e da un piacevole finale. Stessa sorte per il baccalà fritto, la cui voluttuosa untuosità brama una rinfrescante bollicina.

La pizza di scarole, arricchita da uva passa, pinoli, olive nere e qualche acciuga, richiede un vino morbido e di carattere: il Rosa di Primitivo “Idea” di Varvaglione, da Primitivo in purezza, richiama i lamponi e le erbe aromatiche e ha un sorso pieno e saporito. Avvolgente e carnoso, il Vesuvio Rosato “Ereo” di Cantine Olivella, a base di Piedirosso, Guarnaccia nera e Sciascinoso, sposa molto bene il ripieno delle scarole, con i suoi profumi di mela annurca, arancia e salvia.

C’è chi non può proprio ammetterlo e chi invece non può fare a meno di macchiare gli spaghetti “a” vongole con un po’ di pomodoro, che sia San Marzano o Pomodorino del Piennolo. A soccorrere arriva il rosato, nelle vesti del Costa d’Amalfi Rosato di Tenuta San Francesco: a base di Piedirosso e Aglianico, profuma di fiori di ginestra, fragoline di bosco e timo, con soffusi richiami minerali di sottofondo e un sorso connotato da una decisa sapidità. Abbinamento ben riuscito anche con il Sicilia Rosato “Grecu di Livanti” di Feudo Disisa, un Nero d’Avola dal colore delicato ma di grande personalità all’assaggio, dai richimi di rosa canina e cedro e soffi sulfurei per un sorso teso e saporito.

Il baccalà in umido, insaporito da pomodoro, olive e capperi trova abbinamento perfetto in un rosato di grande stoffa: Il Cerasuolo d’Abruzzo “Vigneto Sant’Eusanio” di Valle Reale esprime tutto il carattere del Montepulciano di montagna, con i suoi profumi di violetta e mirtillo, le sottili note di pepe rosa e genziana e il sorso intenso, succoso e verticale. Gastronomico e rustico, “Pellerosa” de I Cacciagalli, a base di Aglianico vinificato in anfora, sostiene il sugo di pomodoro con il suo sorso generoso e saporito.

Questione spinosa quella del capitone fritto che, data la grande intensità gustativa, richiede un vino di buona struttura, ma dotato anche di acidità sufficiente a contrastare l’untuosità del fritto: “Vinudilice” de I Vigneri, intenso e materico, tra le note di mirtillo e sottobosco e i sottili richiami di pepe e noce moscata o, per chi ha la fortuna di averlo in cantina, un grande Cerasuolo di Valentini, magari con qualche anno sulle spalle.

Anche struffoli, susamielli, roccocò e mostaccioli vanno “in rosa”, con il Moscato Rosa di Marco Felluga, dai profumi di fiori appassiti, cannella e confettura di fragole e un sorso caldo e avvolgente