Intervista a Sergio Miccú, presidente Associazione Pizzaiuoli Napoletani: faremo ogni anno il Premio Procida


Sergio Miccu'

Sergio Miccu’

“La pizza napoletana si conferma grande attrattore culturale e messaggero di pace nel mondo”. Così Sergio Miccú, presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani al termine del contest “Un Pizzaiuolo per Procida”, evento che si è appena concluso sull’isola Capitale della cultura.

– Miccú, cosa la spinge a credere a questo ruolo strategico della pizza?

“Il fatto che abbiano partecipato ben 250 Pizzaiuoli di numerosi Paesi esteri. Persone che non si sono poste domande di nessun tipo perché erano accomunate solo dalla passione per questo alimento”.

– Sta dicendo che la pizza travalica confini e anche convinzioni politiche?

“La pizza è trasversale. Piace a ogni ceto sociale, a persone di ogni dove, di tutte le culture e, se è questo che intende, ai tesserati di ogni partito. Ai vax e ai no vax. Attraversa le carestie, sopravvive alle guerre ed alle pandemie. Adesso il contest Un Pizzaiuolo per Procida ha dimostrato che la pizza può anche veicolare nel mondo un territorio”.

Con le sue valenze agroalimentari…

“Infatti uno dei risultati straordinari del contest è stato proprio quello di aver stimolato il rilancio di antiche cultivar procidane. Infatti il nostro progetto chiedeva ai Pizzaiuoli delle delegazioni APN di tutto il mondo di sperimentare pizze che nel condimento avessero prodotti del territorio flegreo ricordandoci che, per estensione, insieme a Procida fanno parte del comprensorio Capitale della cultura anche Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida. Nel preselezionate le materie prime di alta qualità territoriale ci eravamo resi conto che oltre al limone di pane famoso in tutto il mondo per la sua dolcezza, poche erano le altre valenze agroalimentari specificamente procidane. Durante il nostro percorso abbiamo scoperto che una agronoma, la professoressa Rosa Pepe, stava proprio lavorando al recupero delle varietà agricole del posto andate perdute. Prima di tutto il pomodoro lampadina. E siamo arrivati alle finali del contest presentando proprio il paniere più tipico di Procida”.

– Un contest che è durato un anno

“Un evento che da centrifugo è diventato poi centripeto nel finale: nella prima fase siamo riusciti a portare un pezzetto di Procida nel mondo, nel finale siamo riusciti a portare il mondo a Procida. Una cosa resa possibile grazie ai nostri partner: Caputo – il mulino di Napoli, Ciao il pomodoro di Napoli, Latticini Orchidea e Gi.Metal”.

Con un risultato importante…

“Sí, grazie al main sponsor Mulino Caputo e all’impegno del comune di Procida l’evento diventerà un appuntamento fisso. Siamo già al lavoro per la seconda edizione . Dal prossimo anno avremo il trofeo Procida”.