Via del Campo 2013 Irpinia Falanghina doc Quintodecimo


Irpinia Falanghina Doc Via del Campo 2013 di Quintodecimo

Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 30 a 35 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Merum carmen telluris elatum. Il vino è il canto della terra verso il cielo. Parole d’autore che si prestano a far da sfondo all’etichetta di Via del Campo dell’azienda Quintodecimo.

In terra d’Irpinia, nel cuore dell’areale della Docg Taurasi, sul crinale esposto a nord-ovest della collina di Mirabella Eclano, l’azienda Quintodecimo. Un omaggio all’antica storia  di Aeclanum, primitivo insediamento nella fertile valle del fiume Calore.
Successivamente distrutta e chiamata Quintum decimum, per le sue 15 miglia dalla vicina Benevento.

Una Falanghina in purezza, vinificata attraverso le tecniche più rigorose, in rispetto della naturalità del vitigno e del suo corredo genetico. Nessuna forzatura, nessun imprinting personale a travisarne la personalità. Semplicemente la voce della cultivar campana. Un calice nato da uve provenienti dall’omonima vigna, piantata nel 2004 proprio a Mirabella Eclano.

Godendo di un’altitudine di 360 metri, di una densità d’impianto di 4.000 ceppi, Luigi Moio ha scelto un sistema di allevamento a  Guyot per esaltare le tipicità di quel vitigno che, specialmente in irpina, si arricchisce di mineralità e mirabile acidità.
Dopo la pressatura, il mosto fermenta in acciaio (70%) e in barriques nuove. Otto i mesi di permanenza sulle fecce fini, con  periodici e leggeri batonnage. Precisione, passione, preparazione, perseveranza, progetto. Queste le caratteristiche che hanno reso un uomo di scienza, quale Luigi Moio, un vigneròn autentico.

Un professore universitario “prestato” alla terra, con la quale celebra ogni giorno un sodalizio d’amore. Il calice è pieno e i profumi iniziano a solleticare l’olfatto.

Strepitoso! Falanghina Via Del Campo 2013 esprime perfettamente il carattere fruttato e minerale tipico della cultivar campana. Un calice nato con una naturale cromatura giallo dorato. Al naso è un’esplosione di piacere! In apertura refoli di mela e biancospino cedono il passo a sentori mentolati. Erbe aromatiche e fiori di campo in sottofondo (sentori questi dovuti anche dalla breve permanenza, durante la fermentazione in piccole botti di rovere). Echi minerali sul finale, che si allungano con una leggera nota di arachide nuda. Al palato il sorso è generoso e grintoso.
Detto in rigore, restituisce quanto proposto all’olfatto, detto tra noi: “ è molto di più”! Sapido, dalla beva fine e godibile. Nonostante la giovane età, è di fascino la sua piacevolezza, anche in abbinamento. Il vino è un finto solitario. Degustato da solo è fantastico, abbinato perfettamente è l’apoteosi. Tornando a noi, l’acidità rende questo calice atto a camminare nel tempo. Conquista il palato tanto da chiamare al riassaggio. Che dire?  Veronelli docet: il vino come canto verso il cielo, Via del Campo come voce inconfondibile in terra irpina.
Sede a Mirabella Eclano, Via San Leonardo. Tel e fax 0825.449321. www.quintodecimo.it; [email protected]. Enologo: Luigi Moio. Ettari: 10 di proprietà. Bottiglie prodotte: 30.000. Vitigni: aglianico, fiano, falanghina e greco.

 

Questa scheda è di Teresa Mincione

Sede a Mirabella Eclano, Via San Leonardo. Tel e fax 0825.449321. www.quintodecimo.it; [email protected]. Enologo: Luigi Moio. Ettari: 10 di proprietà. Bottiglie prodotte: 30.000. Vitigni: aglianico, fiano, falanghina e greco.

13 Commenti

  1. Vino d’ineccepibile fattura e bonta’ unico neo il prezzo, completamente fuori di testa e di mercato..

    1. Scusa Marcello, sarà anche fuori di testa ma certo non di mercato visto che va sempre esaurito. Secondo me costa anche poco

  2. Dice il saggio: per l’articolo V° chi ha i soldi in mano ha vinto. Io invece mi aspettavo che il Prof. non si facesse coinvolgere da questa mania di dare ai vini nomi di fantasia ma si adeguasse di più ai dettami della 164

  3. La questione del prezzo, secondo me, è relativa.In Campania ho potuto costatare una politica commerciale al ribasso che svaluta cosi i nostri prodotti di altissima manifattura.Da quando mi sono avvicinato con approccio scientifico a questo settore ho potuto notare una competizione piu che qualitativa, di prezzo ,puntando alla copertura di mercato a piu livelli e quanto piu ampia possibile.Inoltre ho notato che il cliente medio italiano trovandosi difronte ad un qualunque vino “base”francese non si scompone se gli viene chiesto di elargire una cifra ben superiore ai vini dell’azienda in questione(solo perchè francese) ma paradossalmente ha a che dire sui grands crus campani ,garantiti, lavorati seguendo in modo maniacale e da manuale la via della pura e semplice Qualità.Forse i russi non avendo tanti pregiudizi sui vitigni, sulle zone di produzione o sulle aziende riescono ad apprezzare la grandezza e l’unicità di alcuni vini pagandoli ciò che valgono.Io da campano apprezzo molto aziende come la suddetta ( ma anche altre e in diversi settori ) che decidono di utilizzare questa linea di mercato,in quanto, secondo me, è questa la vera strada per valorizzare i prodotti campani, e come dice un altro saggio:il risparmio non è mai guadagno.

    1. Si ma na Falanghina per quanto buona che sia, a 30/35 euro a bott stai a for’ fra’

      1. Perché per una faLnghina sarebbero troppo?invece per uno chardonnay li posso spendere?

  4. Quindi mi stai confermando quello che ho detto , la tua non è una critica al vino di Quintodecimo che può piacere come non può piacere ma al vitigno utilizzato; se fosse stato uno degli internazionali ad esempio Sauvignon,Chardonnay ,Muscat,o un Prosecco,senza considerare la storia che c’è dietro un vino, la tecnica di produzione,le rese del vigneto ,le rese in cantina,etc.., il prezzo per te sarebbe stato idoneo?

    1. La Falanghina come il Fiano, Greco, Coda di Volpe ecc, sono il nostro fiore all’occhiello e dobbiamo andarne fieri. Ci sono Fiano, Greco e Falanghine superlativi che non superano i 15 euro in enoteca, e mi sembra anche giusto….Solo Moio applica sti prezzi sconsiderati, stesso discorso per i Taurasi. Per quanto riguarda i prezzi dei vini francesi (di ogni tipologia) li considero una vera rapina, ormai il gap tra noi ed i francesi e’ quasi del tutto risolto a parte alcune eccezzioni…

  5. Gentile Autrice, le spiacerebbe correggere quel “vigneròn” con l’accento sulla o alla fine del 6° capoverso?
    Merci

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