Ischia, il Forastera di Andrea


Davvero i bianchi campani sono in continua crescita e la 2004 si annuncia annata elegante, di carattere, simile alla straordinaria 2001. La memoria papillosa di Vitigno Italia corre infatti sui bicchieri più intriganti provati a Napoli appuntando il Greco di Tufo di Terranera e quello di Macchialupa, l’asprinio Kikirrus di Cicala e il Vite Maritata di Numeroso, la Falanghina Acquamara di Porto di Mola, il Bianco di Conca di Poderi Foglia. En plein di bianchi dunque, di cui quattro casertani su sei a sigillo di una progressione davvero impressionante di questa provincia nelle ultime tre vendemmie. Non citiamo, o meglio lo facciamo, il Caiatì di Alois, l’Acquavigna e il Sèrole di Terre del Principe, perchè ormai sono già certezze. Grandi bianchi, competitivi per la qualità con il meglio della produzione italiana che ci sembra in verità generalmente un po’ stanca e priva di idee, assolutamente sul podio per il prezzo da affare. Ma per scoprire l’eccelso, ciò di cui abbiamo sognato respirando, dell’azzurro mare e del giallo delle ginestre in fiore sul tufo verde, andiamo dritto nelle vigne di Forio d’Ischia, Lacco Ameno e Serrana Fontana, dai contadini Bartolino Regine, Giulio Mattera, Bartolo Castagliuolo e Venenzio Calise. Andrea D’Ambra ha scritto i loro nomi sulle etichette del Forastera Euposìa perché la grandezza è nella semplicità dei gesti: uva foresta, straniera, perchè portata da fuori nella seconda metà dell’800 per arricchire la biancolella. Andrea cacciatore di vitigni e di sensazioni ha vinificato in purezza la Cenerentola bianca ischitana, unico sinora a pensarla così, chiamandola Euposìa, buon bere. Se la siccitosa 2003 si distingue soprattutto per il frutto, l’elegante e fine 2004 diventa piccolo capolavoro con lo straordinario naso mediterraneo di erbe di campo, origano, menta e finocchietto, intenso, persistente, in continua evoluzione quando il bicchiere attende paziente sul tavolo. La bocca conferma queste sensazioni decise anche se non complesse, buona sapidità, mineralità, freschezza, prevale comunque l’eleganza, ossia la capacità di un vino come di una persona di stare nel modo giusto in ogni situazione. In questo caso a diverse temperature, con il pesce o con i formaggi di media stagionatura, le carni bianche, anche il tartufo o i funghi. Euposìa sarà il padrone di casa alla prossima edizione del Vinischia organizzata tra l’uno e il tre luglio da Marco Starace. Molto difficilmente lo pagheremo, in enoteca, più di otto euro: il prezzo giusto per staccare il biglietto per l’Isola Verde di Nestore dove l’agricoltura eroica del monte Epomeo ci difende dalla volgarità della gente ingorda di creme abbronzanti.
10/06/2005