La Firma 2004 Aglianico del Vulture doc


CANTINE DEL NOTAIO
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 20 a 25 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

C’è una regione che non bluffa mai nel bicchiere, in miglioramento sensibile vendemmia dopo vendemmia. Recenti assaggi hanno confermato la straordinarietà dell’Aglianico del Vulture, dove ormai ci sono almeno una quindicina di produttori capaci di competere ad altissimi livelli, credo che nessun territorio del Mezzogiorno continentale sia così ricco a queste vette. Confesso che all’inizio La Firma mi aveva lasciato convinto ma non incantato perché mi sembrava un vino troppo voglioso di piacere e di stupire subito, poi con i ripetuti riassaggi mi sono progressivamente convinto che il tempo è un elemento da tenere in considerazione nella valutazione. La 2001, per esempio, di recente riassaggiata per l’ennesima volta, è davvero un vino straordinario, giovane, ricco di sentori olfattivi evoluti e complessi, fresco, lungo, abbastanza morbido. Il 2004 con cui abbiamo avuto un primo impatto un paio di settimane fa si presenta ancora più equilibrato, merito forse di una annata non eccessivamente concentrata come la 2003, che è stata capace di regalare a questi vini dai tannini forti quella eleganza necessaria per consentire loro il necessario decollo in una degustazione. Il 2004 ha appunto questo pregio, è robusto ma al tempo stesso elegante, intenso, persistente, fine, con un ingresso in bocca ricco al tempo stesso di frutta e di mineralità, in buon equilibrio i tannini con la freschezza: probabilmente per queste sue caratteristiche non ptotrà avere la setssa longevità del 2001, ma sicuramente ha molti anni ancora da raccontare. La pignoleria di Gerardo Giuratrabocchetti sta spingendo questi prodotti oltre ogni limite umano, è ormai alle soglie della leggenda, basta ancora una piccola spinta e un po’ di marketing per fare di questo Aglianico uno dei rossi più grandi di tutti i tempi. Qui, crediamo, Luigi Moio ha raggiunto il suo picco interpretativo più significativo. Del resto questo rosso mette d’accordo un po’ tutti, come succede ai Taurasi di Molettieri, modernisti e conservatori, e lo si evince chiaramente anche dai responsi delle guide specializzate e dai concorsi. La cosa che però a me piace di più è il rapporto profondo che Gerardo e la moglie Marcella hanno con il territorio di cui sono espressione compiuta, il fatto che i loro prodotti, a parte parleremo di questi grandi Moscati della Basilicata, sono inseriti in una rete produttiva di grande qualità, mai banale e mai scontata. Un Sud, infine, ancora da scoprire e conosciuto solo dai veri intenditori.

Sede a via Roma, 159 in Rionero in Vulture
Tel.0972.717111
Sito: http://www.cantinedelnotaio.com
Email: [email protected]
Enologo: Luigi Moio
Bottiglie prodotte: 50.000
Ettari: 26 di proprietà
Vitigni: aglianico, moscato, malvasia