La forza del Fiano in Irpinia: la degustazione di undici etichette del 2013


Le bottiglie in degustazione

La prima domanda è questa: quante zone vitinicole italiane riescono a mettere insieme undici aziende con una vendemmia di dieci anni fa? O meglio, quante riescono a schierare undici vini bianchi perfetti, incredibilmente buoni, ricchi, freschi come se fossero stati imbottigliati l’altro ieri? Tenendo conto che sarebbe stato facile reperirne almeno altri dieci senza esagerare?
Nella risposta della degustazione svolta ad Aiello del Sabato c’è la risposta dell’incredibile potenziale dei bianchi dell’Irpinia, segnatamente del Fiano, un vitigno che sta sicuramente nell’Olimpo mondiale per qualità e profondità.
La degustazione, svolta con Lello Tornatore e Michele D’Argenio sulla bellissima Terrazza Montevergine nell’ambito delFiano Music Festival resterà sicuramente nella storia perchè, per quanto diversi siano stati i punti di partenza, alla fine abbiamo avuto un risultato unico: undici grandi vini ricchi di frutto, note balsamiche, freschezza assoluta e chiusura lunga, precisa, e pulita.

Fiano di Avellino, Rocca del Principe a Lapio
Una garanzia di affidabilità. Ercole Zarrella da tre anni aveva deciso di iniziare a vendere con un anno di ritardo e la scelta gli ha dato decisamente ragione.

Piante a Lapio, Joaquin a Lapio
L’etichetta parte con un progetto a lungo termine da piante di circa cento anni e l’usoparziale del legno di castagno.Un sorso snello efine, assolutamente elegante.

Fiano di Avellino, Scuotto a Lapio
Adolfo Scuotto ha avuto il coraggio di presentare il vino base, pensato peruna usicta immediata. Risultato, un frutto pieno ampio, piacevoli note di idrocarburo.

Fiano di Avellino Villa Diamante a Montefredane
Un lungo applauso ha salutato l’ultima vendemmia di Antoine Gaita, oggi la continuità è assicurata anche e possiamo berla con tranquillità. Un piccolo grande capolavoro per ricchezza, complessità, energia.

Fiano di Avellino, Guido Marsella a Summonte
Il primo insieme ad Antoine Gaita ad uscire con un anno di ritardo. Adesso sta su due. Un Fiano di potenza, dove la freschezza bilancia l’alcol,in attesa della tipica nota fumè il vino esprime ancora buona frutta matura e note balsamiche.

Fiano di Avellino, Ciro Picariello a Summonte
Prima annata 2004, vino sempre di spiccata longevità. Ciro Picariello parte subito con un anno di ritardo, questo è ancora il blend dei vigneti di Summonte e Montyefredane, in perfetto stato di grazia

Alimata Fiano di Avellino, Villa Raiano a San Michele di Serino
Questo progetto nasce con l’inizio della collaborazione con Fortunato Sebastiano. Tre cru di cui due di Fiano, questo di Montefredane e Ventidue di Lapio. Bianchi di potenza che allungano il passo dopo un bel po’ di tempo. Grandissima verve e potenza.

Fiano di Avellino, I Favati a Cesinali
Coraggiosa anche Rosanna Petrozziello a presentare il Fiano di annata enon il riserva avviato con Vincenzo Mercurio, un enologo che la capacità di adeguarsi al territorio senza pretendere il contrario con grande abilità.

Fiano Particella 928, Cantina del Barone a Cesinali
Questo vino fu rifiutato dalla commissione della docg e oggi possiamo parlare di un cold case risolto: esprime perfettamente l’anima dell’uva e del territorio in cui è stata coltivata. Uninno alla libertà di vinificazione contro il pensiero unico.

Fiano di Avellino, Tenuta Sarno a Candida
Quarta annata di Maura Sarno nell’areale di Candida. Come sempre accade, il vino si presenta perfetto, integro, puro e ricco di verve.

Alessandra Fiano di Avellino, Di Meo a Salza Irpina.
Chiudiamo con una azienda che ha puntato decisa sul tempo lungo del Fiano conquistando prestigio e differenziandosi da tutto il resto. Un Fiano di grande stoffa, uscito in commercio appena lo scorso anno, tanto per gradire.

 

La straordinarietà di questa degustazione è nel fatto che nessuno di questi vini era al capolinea, anzi, tutti hanno ancora un lunghissimo futuro davanti. Appuntamento al 2033, chi vivrà, berrà.