La Franciacorta incontra la cucina catanese
di Francesco Raguni
L’abbinamento cibo-vino è da sempre un campo affascinante, capace di unire e dividere. Cuochi e sommelier studiano con attenzione le combinazioni migliori per valorizzare sia gli ingredienti presenti nel piatto, sia il vino nel calice. Uno dei criteri più apprezzati per l’abbinamento cibo-vino è certamente quello del legame territoriale. Tuttavia, non sempre questo binomio rappresenta un valore assoluto; anzi, può essere spesso derogato, laddove un vino di un territorio del Nord si sposi bene con un piatto del Sud e viceversa. Ed è stato proprio questo l’obiettivo che si è prefissato Il Sale – Art Café, ristorante situato in via Santa Filomena, nel cuore pulsante della movida catanese, quando ha deciso di organizzare un evento in cui far incontrare la propria cucina con i vini della cantina lombarda Ca’ del Bosco.
Il percorso è stato composto da diverse portate, nelle quali i prodotti ittici sono stati sempre protagonisti: partendo dai crostacei, passando per seppie e ricci, fino ad arrivare al pesce spada e al baccalà. I quattro vini abbinati alla serata hanno dunque affrontato l’arduo compito di dimostrare che anche le bollicine del Franciacorta, e persino i suoi vini fermi, possono sposarsi felicemente con una cucina che guarda al mare.
Come antipasto è stato servito “Astice, gambero in kataifi e arancia”, un piatto costruito in verticale, in cui erano presenti un’insalata di astice, gamberetti fritti e arancia pelata a vivo.
Se da un lato risultava molto gradevole e saporito, grazie alla tendenza dolce e alla masticabilità dei crostacei, dall’altro questi sapori talvolta rischiavano di essere sovrastati dalla componente agrumata. In abbinamento è stato servito il Cuvée Prestige Rosé di Ca’ del Bosco (vendemmia 2021), un metodo classico ottenuto da uve Chardonnay (80%) e Pinot Nero (20%). Al naso si percepivano sentori di fragoline di bosco; in bocca, una spalla acida interessante e una buona sapidità. Effettivamente, in questo modo, il vino si è ben prestato a esaltare la parte marina del piatto, rischiando invece di entrare in conflitto con la componente agrumata.
Come primo piatto, invece, è stato proposto un riso nero (con presenza anche di nero di seppia) con polpa di ricci, stracciatella e cavolo cappuccio saltato. Di fronte a questa portata è stato interessante provare due vini differenti e analizzarne il comportamento sul medesimo boccone. A “sfidarsi” sono stati il Corte del Lupo Curtefranca Bianco 2021 e il Satèn DOCG 2019 di Ca’ del Bosco.
Il primo ha svelato un bouquet olfattivo ricco di frutta gialla e note minerali. In bocca, tuttavia, nonostante l’affinamento per sei mesi in botti piccole di secondo passaggio, risultava meno performante. Discorso diverso per il Satèn, un metodo classico dalla grande acidità e sapidità, con un perlage fine e persistente. Al naso note di pasticceria e agrumi canditi, in bocca mai stucchevole, anzi: vibrante e ben equilibrato. Tra i due, è stato proprio quest’ultimo il vino capace di tenere testa a un primo complesso e opulento, in cui il sapore della polpa di riccio e la grassezza della stracciatella necessitavano di essere controbilanciati da una bevuta capace di pulire il palato. Per il Curtefranca Bianco, probabilmente, sarebbe stato più adatto un primo più semplice, che non rischiasse di coprire la sua delicatezza.
Contrariamente a ogni aspettativa — o forse sarebbe meglio dire, a ogni credenza — l’accoppiata che ha funzionato meglio è stata quella tra “Spada VS Baccalà” e il Corte del Lupo Curtefranca Rosso 2020. Il piatto era composto da una crema di patate, pesce spada e baccalà cotti delicatamente, così da preservarne la morbidezza, pomodorini confit e riduzione di soia. Una portata di spessore, piacevole e avvolgente.Nel calice, il taglio bordolese di Ca’ del Bosco, che comprendeva anche un 3% di Carmenère, ha regalato piacevoli profumi di peperone verde e sentori terziari, dovuti all’invecchiamento di 12 mesi in barrique di rovere. Il tannino del vino rosso asciugava la bocca dalla salivazione indotta dalla tendenza grassa del piatto, creando una ciclicità di sapori totalmente inaspettata e confermando, ancora una volta, che pesce e vino rosso possono perfettamente coesistere.
In definitiva, l’incontro tra la cucina catanese e i vini di Ca’ del Bosco si è rivelato un percorso piacevole, capace di stupire e di avvicinare Nord e Sud attraverso la tavola. Quanto appena detto valga come prova del fatto che la qualità e l’attenzione nella scelta degli ingredienti, uniti alla versatilità che può offrire il parco etichette di una determinata cantina, possono regalare interessanti spunti di riflessione.
Il Sale Art Café
Via Santa Filomena n. 10/12
Numero di telefono: +39 095 316 888
Mail: [email protected]