La ricetta. Mafaldine al tonno con i sapori della Sicilia


Mafaldine, tonno fresco, capperi, pinoli, pomodori secchi e passolina

Una bella fetta di tonno fresco, un pacco di pasta lunga molto buona e i miei souvenir direttamente dalla Vucciria, Lo Capo e Ballarò: uva passolina, pinoli, pomodori secchi e capperi salati. Tutti sapori decisi e tosti. Ed ecco come è andata a finire.

Ingredienti per 2 persone

180 gr di Mafaldine Gerardo di Nola
1 fetta spessa di tonno fresco di circa 200 gr
una manciatina di pinoli
una manciatina di uva passolina
una mezza manciatina di capperi sotto sale
6 pomodori secchi conditi
olio extravergine di oliva qb


Mettete a bollire l’acqua per la pasta (non salata, che di sale ce n’è a iosa in quasi tutti gli ingredienti!)  e, non appena comincia  a farsi tiepida, prendetene un mestolino per lasciarvi per qualche minuto in un bicchiere i chicchi di uva passolina. Io ho usato quella siciliana comprata al mercato del Capo, che è piccola e scura — a differenza dell’uva passita che ritroviamo comunemente in negozi e supermercati.

Poi in un piccolo tegame antiaderente lasciate tostare per pochi minuti i pinoli. In una padella larga e alta fate cuocere il tonno tagliato a dadini insieme a due cucchiai di olio extravergine e ai pezzetti di pomodoro secco. Anche in questo caso ho utilizzato il mio “bottino” siciliano: dei pomodori tondi secchi, polposi e profumatissimi che avevo lavato, asciugato e condito con olio, origano e aglio.
Non appena il tonno accenna a cambiare colore unitevi l’uvetta, i pinoli e i capperi dissalati. La mia vaschetta di capperi viene invece dal mercato di Ballarò e anche questi sono pieni e  tondi, rinverditi e non rinsecchiti dal sale. Scolate al dente le mafaldine e mantecate per un minuto prima di servire. Garantisco un viaggio di ritorno mentale a Palermo entro il primo boccone. Astenersi palati delicati.

Virginia Di Falco

11 Commenti

  1. la ricetta è meravigliosamente tanto semplice quanto gustosa.
    sfrutto però questo post per introdurre una domanda che ho da tempo: mafaldine, manfredi, tripoline o reginette? chi sa la verità su questo formato di pasta con ben 4 nomi differenti, parli!

    1. caro Gaspare, me lo sono sempre chiesto anche io che chiamo sempre Mafaldine tutti i formati lunghi “con il riccio”. In realtà queste con il doppio riccio che ho usato qui, Di Nola le chiama Manfredine (al femminile). Poi nel mio recente viaggio in Sicilia ho scoperto che i tripolini (al maschile) è il formato con un solo lato riccio e uno liscio (ne ho mangiato un piatto favoloso “alle acciughe rosse” da Benedetto Biondo recensito qui). Anche le reginette però – facendo un giro in rete – ho visto che sono a doppio riccio. Mah….urge indagine accurata….

  2. Pian piano abbiamo imparato che la Di Falco ama i sapori forti e decisi.
    Un quesito sorge spontaneo: ciò ha attinenza con il suo carattere?

    1. La Virginiae Di Falcus è una lupacchiotta di origini irpine…svezzata con il latte della lupa capitolina !!! Se tanto mi dà tanto…immagino il carattere… :-))

  3. Complimenti, bella ricetta, proverò a farla sperando di trovare tutti gli ingredienti siciliani dal mio salumiere… cosa abbastanza difficile, sigh ;(

  4. Non nascondo che quanto apro il blog di Luciano Pignataro mi dico “spero abbiano inserito una nuova ricetta” si perche’ tutte le ricette inserite sono semplicemente fantastiche e tutte meravigliosamente fattibili. Le mafaldine, quelle con il doppio riccio sono notevoli. Grazie!

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