La tutela dell’amarena dei colli di San Pietro


Mario Persico e le amarene dei colli di San Pietro

Mario Persico e le amarene dei colli di San Pietro

di Marco Milano

Nasce la nuova comunità Slow Food per la tutela dell’Amarena dei Colli di San Pietro. Al via un progetto per la tutela, la salvaguardia e l’implementazione dell’amarena nella località di Colli di San Pietro a Piano di Sorrento. La presentazione ufficiale sarà a “Castello Colonna – Antico Parco del Principe” a Piano di Sorrento (via Cermenna 48).

Le amarene dei colli di San Pietro

Le amarene dei colli di San Pietro

“La caratteristica dell’Amarena dei Colli di San Pietro – ha spiegato il portavoce Mario Persico del gruppo costituito e della nuova Comunità Slow Food – è che è un piede franco, la pianta successiva ai tre anni di vita inizia a produrre una bacca di buona calibratura adatta alla lavorazione di elevate proprietà organolettiche che anche raggiunta la sua maturazione conserva la sua spiccata acidità che viene bilanciata dalla dolcezza dello zucchero che viene aggiunto nella famosa lavorazione dell’Amarena Appassita (Quarantina) dei Colli di San Pietro”. L’iniziativa è nata per consolidare un percorso intrapreso anni or sono da Slow Food Costiera Sorrentina e Capri per salvaguardare l’amarena, uno dei prodotti tipici della costiera e dimenticati a causa della globalizzazione. “Il periodo di raccolta va da fine maggio alla seconda decade di giugno – ha spiegato Persico illustrando il periodo dell’amarena e quali sono le principali lavorazioni – molto dipende dal microclima e dalla zona dei Colli di San Pietro in quanto è caratterizzato da due versanti e diverse altitudini e tipologie di terreno.

Il processo di lavorazione delle amarene

Il processo di lavorazione delle amarene

Le principali lavorazioni sono la ‘quarantina’ che è il prodotto di punta e che conserva al meglio le qualità del frutto, le confetture uniche per la loro dolce acidità, lo sciroppo per bevande dissetanti, i noccioli per l’utilizzo sia per liquori che per cuscini terapeutici, i peduncoli essiccati per tisane drenanti, le foglie insieme alle mandorle dei noccioli per lo Cherry”. E l’amarena quarantina nella storia della penisola sorrentina riveste un ruolo di grande importanza. “L’insediamento più antico di amarene – ha detto Mario Persico patron dell’Agriturismo Antico Casale – si presume che nasca ai Colli di San Pietro dove sorgeva l’abbazia Benedettina e si pensa che proprio i Monaci abbiamo incominciato la coltivazione di questa pianta lungo gli apprezzamenti di via Cermenna per poi estenderli a tutto il territorio collinare del Piano di Sorrento. La zona è stata riconosciuta per molti anni la maggior fornitrice di Amarene per grandi fabbriche come la Stock, la, la Fabbri e la Cirio che venivano a caricare interi camion di prodotti quando c’era soltanto una strada carrabile e si narra di file di muli, carrette e contadini carichi di amarene pronti a scaricare.

La lavorazione delle amarene

La lavorazione delle amarene

Quindi ancor prima dell’avvento del famoso pomodoro di Sorrento il frutto rappresentava una fonte importante del reddito delle popolazioni agricole del posto”. E a difendere la biodiversità agraria locale ed in particolare dell’amarena c’è stata Slow Food. “La prima e forse l’unica associazione – ha aggiunto Persico impegnato nel recupero di questa antica produzione – a capire e valorizzare questo frutto che oramai era sulla via dell’estinzione innanzitutto segnalandola nell’Arca internazionale del Gusto di Slow Food riproponendo queste produzioni quasi perse del tutto nei Mercati della Terra il racconto di questa storia in degustazioni e cene organizzate dai Cuochi dell’Alleanza per i soci e i simpatizzanti della chiocciola. Ma la cosa più importante è stata la formazione data ai produttori che oggi riescono a valorizzare e salvaguardare i prodotti tipici del territorio, ad aggregarsi con altri produttori grazie anche ad uno strumento come le Comunità”. Ora, dunque, nasce la Comunità dell’Amarena. La Comunità come chiarito da Slow Food “è un gruppo di persone che da diverso tempo porta avanti un lavoro, una tradizione, un prodotto tipico, una varietà vegetale, una ricetta tradizionale e decide di unirsi sotto un’unica bandiera per unire le forze e fare si che quella cosa che li contraddistingue non si perda e venga valorizzata e tramandata. Per anni la famiglia Persico dell’Agriturismo Antico Casale ha coltivato e trasformato l’amarena appassita dei Colli di San Pietro diventando il prodotto rappresentativo dell’azienda, ma a distanza di dieci anni dall’inizio del recupero è giusto ed è giunta l’ora che l’amarena diventi il prodotto simbolo dei Colli come lo era un tempo ed un’eccellenza della penisola sorrentina e dei prodotti agroalimentari campani. In termini agricoli deve radicarsi al territorio”. Ora tra le “mission” della Comunità appena costituita ci sarà quella di “tutelare la cultivar che stiamo recuperando diffondendola sul territorio collinare sorrentino – dice Mario Persico – convincere altri produttori a riprenderne la produzione sulla base delle conoscenze tramandateci dalle generazioni precedenti, riportare di nuovo il gusto delle amarene quarantine nelle tradizioni gastronomiche della penisola, punteremo molto alle scuole per partire innanzitutto dai più piccoli. Un nostro obiettivo è quello di far diventare la nostra amarena un Presìdio Slow Food con un vero e proprio disciplinare di qualità”.