La voce di Biondi Santi in un audiolibro d’autore


La Voce di Biondi-Santi

La Voce di Biondi-Santi

di Giulia Gavagnin

“La voce di Biondi Santi” è un progetto ambizioso e innovativo, che si candida a diventare un modello di riferimento nel mondo del vino d’alta fascia.

E’ un audiolibro che si intitola Grappoli di Note, scritto appositamente per Biondi Santi da Elena Dallorso e recitato da un fuoriclasse come Neri Marcorè (Tomas Arana lo sostituisce nella versione anglofona), un racconto ambientato a Montalcino che ha accompagnato la presentazione di due nuove annate in anteprima, il Brunello di Montalcino 2016 e la Riserva 2015.

Due vini diversi, che in qualche modo costituiscono da spartiacque tra “il prima” e “il dopo” dell’azienda ilcinese, che dal 2017 parla anche francese, essendo stata acquisita dal gruppo transalpino Epi di proprietà della famiglia Descours che aveva già acquisito –tra gli altri- Piper-Heidsieck.

“Equilibrio” è l’aspirazione nonché l’ispirazione del progetto, l’audiolibro già citato accompagnato da una serie di podcast scaricabili direttamente attraverso il Qr code posto sul collo della bottiglia, ove si possono udire le conversazioni di Dallorso con l’amministratore delegato Giampiero Bertolini, il direttore tecnico Federico Radi e due personalità femminili della cultura, la direttrice d’orchesta toscana Beatrice Venezi e la Master of Wine Susan Lin.

La Voce di Biondi-Santi

La Voce di Biondi-Santi

“Biondi Santi intende mettere insieme vino, persone, storie” dice Giampiero Bertolini. “L’equilibrio è concetto guida della nostra missione, accompagnerà l’azienda verso il futuro”.

Se i sensi sono sinergici, il connubio tra gusto, olfatto, musica e parola amplifica la potenzialità del vino come cassa di risonanza di sensazioni, ne racconta una delle tante storie possibili, invita all’immaginazione e alla meditazione.

La musica e le parole dell’audiolibro e del podcast accompagnano, dunque la scoperta delle due annate.

La Riserva 2015 secondo Federico Radi è un’espressione di Sangiovese “più orizzontale che verticale”. E’ l’ultima annata la cui produzione è interamente legata alla gestione precedente. E’ stata un’annata calda con piogge torrenziali settembrine che hanno imposto una raccolta delle uve posticipata. Tuttavia, la vendemmia è stata abbondante e qualitativamente importante. Prodotto in numero di sedicilima bottiglie, è stato vinificato in tini verticali di rovere, invecchiato per tre anni in grandi botti di rovere di Slavonia e affinato per due anni in bottiglia.

L’esito è maestoso, di grande freschezza, con note di confettura di ciliegia, scorza di arancia rossa, viola mammola e una soffice speziatura.

Il Brunello di Montalcino 2016 è figlio di un’annata equilibrata e piuttosto calda. Prodotto in numero di quarantacinquemila bottiglie, è vinificato in cemento vetrificato e affinato per tre anni in botti di rovere di Slavonia. E’ un vino decisamente croccante, in cui le note di confettura di amarena e mirtillo si sposano al tipico sentore di bosco mediterraneo e a umori balsamici.

Un sangiovese inconfondibile, con ottime potenzialità di invecchiamento.