L’abbacchio romano igp il gusto della storia di Roma
di Marina Betto
Iscritto nell’elenco delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) dal 2009 l’Abbacchio Romano IGP è una carne usata tradizionalmente nella gastronomia romana, presente in più di cento ricette, fra le quali l’abbacchio al forno con patate, l’abbacchio a “scottadito” e l’abbacchio alla cacciatora. Abbacchio è un antico termine romanesco che indica l’agnello giovane, ancora lattante mentre l’agnello vero e proprio si appresta a raggiungere un anno di età e già due volte tosato ma questa distinzione si fa solo nel Lazio. L’allevamento ovino a Roma e nei territori limitrofi risale a millenni fa, all’epoca degli antichi romani si fa menzione nei trattati di agricoltura e allevamento della bontà di agnelli, abbacchi e castrati e delle pecore vendute al Foro Romano. L’industria pastorizia romana si è poi sviluppata per la grande richiesta di stoffe di lana in epoca imperiale ed è proseguita fino ai giorni nostri testimoniando lo stretto legame tra territorio e tradizioni che il Consorzio Abbacchio Romano si impegna a tutelare dal 2010 rappresentando i produttori della filiera produttiva e vigilando su tutte le fasi della produzione e commercializzazione garantendo sicurezza e qualità.
L’ abbacchio romano viene allevato allo stato brado e allattato, l’allevamento si chiama estensivo per questo, perché svolto all’aperto dove le pecore pascolano e brucano ripulendo l’ambiente, i capi sono preda di volpi, lupi e cinghiali e il lavoro dei pastori è costante e non conosce pause, per questo motivo ci sono sempre meno persone disposte a svolgerlo e sempre meno capi di bestiame. Le razze impiegate previste dal disciplinare di produzione sono la Sarda, Comisana, Sopravissana, Massese, Merinizzata Italiana, gli animali devono essere nati e macellati tra i 28 e i 40 giorni di età secondo il disciplinare del Consorzio di Tutela. La tracciabilità di ogni fase del processo produttivo è monitorata e documentata e la carne dell’abbacchio romano IGP è etichettata con chiarezza e provvista di un apposito contrassegno. Nelle macellerie e nei supermercati cercate il logo che lo contraddistingue per avere la certezza di comprare questo prodotto che ha un costo maggiorato del 40% rispetto agli altri tipi di agnello.
La carne dell’abbacchio Romano IGP si caratterizza per la scarsa presenza di grasso e una tessitura fine, suggerimenti su come cucinare questa prelibatezza li possiamo attingere da qualsiasi ricettario di cucina romana e laziale. L’abbacchio si presta alla cottura in forno e ad essere accompagnato dalle “ramoracce” erbe spontanee della campagna, i carciofi, le patate e non può mancare tra le portate del menù di Pasqua.
La coratella (cuore, polmone e fegato) di abbacchio servita come antipasto insieme alla “vignarola” (contorno romano composto da carciofi, fave e piselli) fa parte del menù di pasquetta ma con questa carne prelibata si può fare un bel ragù in bianco per condire dei rigatoni o ancora gustare l’Abbacchio IGP “cacio e ova” così come lo ha servito lo chef Arcangelo Dandini nel suo ristorante Arcangelo per celebrare questo prodotto eccezionale della tradizione romana.
www.abbacchioromanoigp.it