Le Braci 2001 Salento igt di Severino Garofano | Voto 90/100


Le Braci 2001 Salento igt

MASSERIA MONACI

Uva: negroamaro
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Vista 5/5. Naso 26/30. Palato 25/30. Non Omologazione 34/35

Ritroviamo questo magnifico rosso durante il nostro ultimo soggiorno in Puglia, sempre troppo corto rispetto ai nostri desiderata. Finisce imperiale sull’agnello del Poeta Contadino
Una fine degna, il rosso di Severino riprovato dopo quattro anni ci riempe di gioia al naso, nel quale i profumi evolvono e cambiano di continuo mantenendo comunque ancora una ferma cornice di frutta rossa evoluta non ancora di conserva. L’allungo delle spezie di legno è dolce ma non pacchiano.


Al palato il Negroamaro mantiene intatta la sua vena acida discreta, c’è morbidezza dei tannini che rende la beva non sofferta, immediata e piacevole senza scedere nella banalità.
Un vino dall’aspetto delicato, gentile, pieno di carattere e decisione, conme si dimostra nell’abbinamento alla carne. Uno dei capolavori di Severino, maestro sinora insuperato nell’interpretare il vitigno principe del Salento. Talmente insuperato che ci riesce davvero difficile trovare esecuzioni emozionanti che non portano, ancora oggi, la sua grande firma.

Scheda del 10 febbraio 2007. Do you remember Graticciaia? Come no, è stato il vino mito, assieme al Patriglione, di tutti gli anni ’90 nel corso dei quali ha indicato una strada che pochi in Puglia hanno mostrato di voler seguire, ossia quella dei vini spinti. Ma l’eccesso, qui, non è, come si potrebbe pensare o auspicare ai tempi d’oggi, nel frutto abbondante e unificante, bensì nello scheletro, nella struttura del vitigno che espone improvvise capacità di studiare seriamente e imporsi a tutti i livelli. La 2001 non è stata un’annata facile, piuttosto calda e selvaggia da gestire con molti parametri in esubero e dunque si è dovuto lavorare soprattutto sulla freschezza per trovare una trama capace di spingere alla beva: parliamo del vino top dell’azienda di famiglia di Severino Garofano, un campione in poco più di diecimila bottiglie, quasi studio didattico sul comportamento del vino a bacca rossa salentino per eccellenza. La macerazione passa attraverso l’avvizzimento delle uve sulla pianta coltivata ad alberello secondo lo stile greco che consente alla pigna di sopportare meglio il caldo ocnservando l’umidità del terreno calcareo, una lunga attesa, il fuoco dell’estate che continua a riscaldare il frutta, come appunto la brace sotto la cenere, poi l’elevamento in barrique. Rosso rubino carico, il naso è gentile con suoavi note di cioccolata bianca, balsamico, una frutta matura ma assolutamente non cotta, riflessi, forse suggestione, di sapida salsedine poggiata di una terra che spezza il mare.  In bocca il vino va ben oltre le attese con un ingresso abbastanza morbido ma caldo, siao comunque a circa 14,5 gradi di alcol, i tannini risolti ma ben presenti nell’impianto generale della beva sino alla fine, solo la freschezza consente di reggere un impianto così imponente e carico in tutte le sue componenti che comunque mantengono un buon equilibrio dall’inizio sino alla fine. Intensità e persistenza annunciate dal naso sono più che confermate in bocca, dove emergono anche vaghi sentori di cuoi al retronaso prima della chiusura lunga, interminabile, asciutta. Un grande vino da meditazione oppure da spendere sulla cioccolata amara.

Sede a Copertino. Tel e fax 0832.947512. www.masseriamonaci.com. [email protected] Enologo: Severino Garofano. Bottiglie prodotte: 500.000. Ettari: 16 di poprietà più 20 in fitto. Vitigni: nero di Troia, negroamaro, aglianico, montepulciano, primitivo, chardonnay, sauvignon, paglierino, malvasia bianca.

Un commento

  1. Anch’io ho avuto la fortuna di provare questo fuoriclasse del Salento. Ero ad una degustazione a Gravina in Puglia, presso una Cantina dove Severino Garofano aveva allora un incarico come enologo. Degustammo alcuni campioni di vini pugliesi, e il millesimo 2001 de Le Braci predominò su tutti alla grande.

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