Le Langhe di Ceretto: una storia di famiglia tra arte, vino e territorio
di Ilaria Oliva
Ripartiamo alla grande con il progetto di Ceretto, storica azienda langarola, produttrice di vino dal 1937, quando Riccardo Ceretto, che ancora non possedeva vigneti, vinificava comprando uve altrui. Acqua sotto i ponti ne è passata tanta, a partire dalla svolta che vide l’ingresso in azienda dei figli Bruno e Marcello, i quali, negli anni ’60, cominciarono a mappare i terreni da cui venivano i vini migliori, e ad acquistare i vigneti. Un nuovo giro di boa si ebbe nei primi anni 2000 quando Alessandro Ceretto, terza generazione della famiglia, entrò in azienda e comprese che per evidenziare le caratteristiche del terroir è necessario limitare l’impatto dell’uomo e quindi cominciò a lavorare di sottrazione: nel 2008 avviò la fermentazione senza lieviti selezionati, con la logica di intervenire il meno possibile, poiché la peculiarità di ogni vino è il suo profumo, che gli aromi e il tannino del legno nuovo coprono. La certificazione biologica arrivò nel 2015 e ad oggi l’azienda produce circa 950mila bottiglie all’anno.
Da queste premesse è nato poi un progetto eclettico che ruota attorno al baricentro vino: insieme a Enrico Crippa, chef, hanno fondato il ristorante Piazza Duomo ad Alba, primo tre stelle Michelin in Piemonte e quindi l’osteria La Piola; per il 2026 è prevista anche l’apertura di un wine bar all’interno del vigneto Le Brunate con 40 posti, orario continuato e piatti tipici.
Attorno a queste realtà, e a cementare l’unione delle varie anime dell’azienda, ruota il variegato progetto di arte contemporanea. Il primo segno, nel 1999, si trova nella Cappella del Barolo disegnata da Sol LeWitt e David Tremlett: il vigneto di Brugnate a La Morra, acquistato nel 1970, portava con sé una piccola chiesetta mai consacrata, quasi in rovina, impiegata come deposito agricolo. Fu il grande artista britannico David Tremlett, in un lungo soggiorno agostano nelle Langhe, a immaginare la nuova vita che la cappella avrebbe potuto avere, e a coinvolgere l’amico e collega Sol Lewitt per collaborare a quest’opera vibrante e piena di colore, che è oggi uno dei luoghi simbolo del territorio, attirando oltre 60mila persone l’anno e cementando il senso di appartenenza della popolazione locale.
Da qui il contatto con il curatore e critico d’arte Bill Katz, grazie al quale i ristoranti aziendali si sono trasformati in gallerie d’arte in miniatura, con l’affresco che Francesco Clemente realizzò nella sala da pranzo principale di Piazza Duomo nel 2007, e con i due lampadari di Kiki Smith, simili a voliere sospese, che adornano la sala del ristorante La Piola e la parete decorata di stelle e lampadine a cui Smith ha dato il titolo “La Speranza”. E ci sono anche i Piatti d’Artista a rallegrare le sale de La Piola: 12 artisti per 39 differenti opere.
Il passo successivo è stato spontaneo: invitare degli artisti a soggiornare in Langa e allestire delle mostre. Il primo appuntamento è stato “10 Artisti per Steven”, nell’estate 2010, una esposizione collettiva in memoria dell’architetto americano Steven Shailer, che aveva contribuito al restyling dello spazio che ospita oggi i due ristoranti albesi Piazza Duomo e La Piola.
A quel punto, nel 2010, si pensò di fare in modo che gli artisti invitati vivessero le Langhe con pienezza, trasformando un antico casolare affacciato sui vigneti della Tenuta Monsordo Bernardina in un loft dai soffitti altissimi: nacque così “La Casa dell’Artista”.
Il Coro della Chiesa della Maddalena di Alba venne individuato quale luogo deputato alla realizzazione delle mostre negli anni a venire: nell’autunno 2012, la collettiva “Americans”, a cura di Bill Katz, con opere di Jasper Johns, Julian Lethbridge, Ed Ruscha, Kiki Smith e Terry Winters. Nell’autunno 2013 Ellsworth Kelly, artista americano tra i più noti esponenti dell’Hard Edge Painting, reduce dalla personale al MoMa di New York per i suoi 90 anni, con la mostra “Rivers”, omaggio ad un elemento della natura delle Langhe, alle sue colline attraversate dal fiume Tanaro.
Nel 2014 Anselm Kiefer con 8 pannelli alti oltre 3 metri posizionati in verticale nel centro del Coro barocco, dal titolo Der Rhein (il Reno), dove il fiume allude al suo valore simbolico di legame tra il Romanticismo e il successivo movimento nazionalista. Nel 2015 Kiki Smith, pittrice e scultrice americana tra le più quotate, con 3 grandi sculture rappresentative della sua produzione artistica: Mary Magdalene, Annunciation, e She-Wolf, scultura bronzea del 2001, incontro tra mondo mitologico, inconscio e regno naturale. E ancora, nel 2016, Francesco Clemente, dopo aver impreziosito con un suo affresco le pareti del ristorante Piazza Duomo, con “After Omeros”, composta da due installazioni e quarantuno acquerelli ispirati al poema epico Omeros, Premio Nobel per la letteratura. Marina Abramović nel 2017 porta ad Alba “Holding the milk”, parte del progetto “The Kitchen, Homage to Saint Therese” elaborato nel 2009, costituito da nove fotoritratti e tre opere video, girati nella cucina dell’ex convento La Laboral a Gijón. Il 2018 vede “la strana coppia” Lynn Davis & Patti Smith con “Conspiracy of Word and Image”, frutto di oltre quaranta anni di grande amicizia, matrimonio di scrittura e fotografia.
Nel 2019 il ventennale della Cappella del Barolo è stato celebrato con la realizzazione di un vinile, una pubblicazione e un programma di performance ispirati da due dei temi principali della Cappella: l’idea di arte come risultato di un impegno collaborativo e la passione condivisa di LeWitt e Tremlett per la musica. KEEPING TIME – Sol LeWitt & David Tremlett contiene 20 tracce di 20 artisti, 10 affermati e con legami duraturi con Tremlett e LeWitt e 10 giovani coinvolti a ispirarsi alla storia della chiesa. Assieme al vinile anche un libro che racconta la storia della cappella e la collaborazione tra LeWitt e Tremlett.
Un profondo interesse verso l’architettura che, come l’arte contemporanea, sa valorizzare luoghi già di per sé straordinari, ha portato ad investire molto anche in settori apparentemente distanti da quello enologico: è il caso della Cantina Bricco Rocche, a Castiglione Falletto, che nel 2000 diventa “Il Cubo”, in seguito a lavori di ammodernamento, una struttura che funge da punto panoramico, con vista a 360° sulle vigne, ed è essa stessa un punto di attrazione, con la sua forma particolare e le sue vetrate trasparenti.
Qui, nel 2012, si è inserito il poetico intervento site-specific Ovunque proteggimi di Valerio Berruti sul cancello di acciaio, che ritrae due figure unite in un abbraccio, le cui sottili volute sinuose non chiudono la vista ma incorniciano la vigna, il Cubo di vetro e il Castello di Serralunga.
Nel 2009 è stato il turno della Tenuta Monsordo Bernardina, ad Alba, quartier generale Ceretto, edificio massiccio dall’architettura elegante ma severa, risalente al 1850, che è stato arricchito con un elemento inconsueto come l’Acino, bolla sospesa sul paesaggio di Langa, tra il passato della tenuta e il futuro del nuovo millennio, una piattaforma che somiglia a una navicella spaziale. E, nella stessa tenuta, è stato posizionato l’ultimo intervento in ordine di tempo, “LOVE” di Francesco Clemente, realizzato nel 2019 e provvisoriamente allocato nei primi mesi del 2024: due statue fuse in bronzo di circa 4,50 metri che raffigurano due figure femminili specchiate con teste a forma di nuvola.
Tutto questo era in qualche modo già prevedibile se si guarda a ritroso ai primi anni ’80, quando Bruno Ceretto azzarda e presenta una nuova veste grafica, moderna e rivoluzionaria per presentare la sua gamma di vini, scegliendo il brillante designer Silvio Coppola, che crea dei sinuosi tagli grafici sulle etichette storiche di casa (1981) e nel 1985 regala l’inimitabile Blangè, di cui quest’anno si festeggia il quarantennale.
Ho interpellato Roberta Ceretto, e il mio quesito riguardava la direzione futura dei progetti culturali, considerato che la sezione mostre pare momentaneamente in pausa: si andrà nel futuro più verso lavori site specific come è stato per gli interventi di Berruti e Clemente sulle due tenute? Oppure si tornerà a lavorare sulle mostre, e, se sì, ancora nel Coro della Maddalena? O magari si allargherà il concetto di intervento artistico a quello di intervento culturale in senso più ampio, coinvolgendo altre tipologie di arti, non solo quelle visive? Eccovi la sua risposta.
R.C.: “Le mostre sono state un piacevole momento, per ora archiviato. Mi serviva capire come coinvolgere in un lavoro come il mio un lato puramente artistico: noi non siamo galleristi e non abbiamo uno spazio per ospitare mostre, e crearne uno poteva essere un mezzo, ma questi anni di esperienze con esposizioni mi han fatto capire cosa cerco nell’arte. Io sarò sempre una produttrice di vino con una grande passione per l’arte e ciò mi ha insegnato che ho piacere di portare bellezza al mio territorio peraltro già straordinariamente bello e ricco di cultura.
Il coro della Maddalena, dopo la nostra esperienza, ha ospitato altri progetti ma non è’ proprio un luogo semplice da allestire poiché delicatissimo e molto “ingombrante” quindi rischia di oscurare le opere. Abbiamo nel cassetto un paio di nuovi progetti con amici artisti. Non molto raccontato è il lavoro di Francesco Clemente L.O.V.E., oggi ospitato nella nostra Cantina di Alba ma in attesa di esser trasferito nei pressi del nuovo ristorante che aprirà nel 2026 alle Brunate di La Morra (accanto alla cappella di sol LeWitt e David Tremlett) e pertanto non lo abbiamo pienamente svelato. Poi ci saranno un mosaico di una grande artista e la torre a Vezza d’Alba ma non ho idea dei tempi. A breve spero.
Con la musica ci abbiamo ogni tanto provato, anche con grandi artisti come Ezio Bosso ma io sono più appassionata alle arti visive.
Vedremo inoltre cosa ci verrà in mente per celebrare i 40 anni del Blangé e i 20 dei ristoranti Piola e Piazza Duomo. Non ci precludiamo alcuna arte, dopo tutto siamo partiti dai libri e da un premio letterario negli anni ‘90 e ora abbiamo intrapreso un percorso artistico, ma ci piace fondamentalmente pensare di riportare in questa nostra terra nuovi contenuti che la rendano più viva e interessante.”
Nuovi interessanti sviluppi ci attendono in Langa.