L’extravergine a LSDM 2016, la degustazione guidata da Marco Oreggia alla scoperta del panorama olivicolo italiano


di Luciana Squadrilli

AgricolturaOliva - Olio raccolta olive azienda Letrari13 gennaio 2010Archivio CCIAA TN © Romano MagroneDIG DSC_8383RCC

AgricolturaOliva – Olio raccolta olive azienda Letrari13 gennaio 2010Archivio CCIAA TN © Romano MagroneDIG DSC_8383RCC

È uno dei simboli della Dieta Mediterranea e della tradizione gastronomica italiana (ma pure l’avanguardia spesso non può farne a meno), al pari della pasta, del pomodoro e, naturalmente, della mozzarella. Senza di lui gli spaghetti al pomodoro non sarebbero la stessa cosa, e nemmeno un’insalata caprese.

Parliamo, naturalmente, dell’olio extravergine di oliva: uno dei tesori del Made in Italy gastronomico e uno dei segni di riconoscibilità di gran parte della nostra cucina, soprattutto al Meridione ma non solo. Ecco perché l’extravergine non poteva mancare tra i grandi prodotti da celebrare e promuovere con LSDM, e tra i partner della manifestazione ci sono diversi grandi produttori nazionali, da Nord a Sud.

Ed ecco anche perché quest’anno, a raccontare del grande patrimonio olivicolo italiano e a guidare una degustazione che offrisse un ventaglio – non esaustivo, ma comunque ben rappresentativo – della produzione nazionale è stato uno dei maggiori esperti del settore: Marco Oreggia, fondatore e curatore (insieme a Laura Marinelli) della guida mondiale all’extravergine Flos Olei. «Da sempre anche io punto alla valorizzazione delle materie prime di eccellenza, non solo l’olio extravergine ma anche pasta, birra e altro ancora oltre al vino, che infatti sono presenti anche negli eventi di lancio della guida – commenta – È sempre un’ottima cosa creare occasioni per approfondire questi argomenti e fare cultura sui prodotti protagonisti del nostro stile alimentare».

Nella prima giornata del convegno, dunque, Oreggia ha condotto un incontro dedicato all’extravergine: dopo una doverosa introduzione su cosa si intenda per qualità dell’olio extravergine e sulle tecniche base dell’assaggio, ha offerto una panoramica sulla produzione italiana in generale prima di passare alla degustazione di alcuni tra gli oli extravergini dei partner della manifestazione, suggerendo per ognuno di essi anche modi d’uso e possibili abbinamenti gastronomici.

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Un primo piano di Marco Oreggia

Dalla Toscana – con l’erbaceo caratterizzato da spiccate note di carciofo dell’elegante Dop Chianti Classico di Dievole – al Cilento, con gli accattivanti sentori di pomodoro del Diesis Dop Colline Salernitane del Frantoio Torretta e con quelli freschi e intensi di erba falciata dell’Olio Extravergine di Oliva biologico di San Salvatore 1988, quest’anno piacevolmente ancor più deciso e strutturato. Ma pure Basilicata – con il profumato blend di Nocellara Messinese e del Belice da olive raccolte negli oliveti lucani gestiti da Dievole – e Puglia, con l’eleganza e l’intensità calibrata del Denocciolato Monocultivar Oliva Coratina del Frantoio Muraglia e l’interessante e armonico blend di Coratina e Ogliarola della Dop Terra di Bari selezionata da Olitalia.

Non potevamo esimerci dal chiedergli quale sia per lui l’extravergine ideale per accompagnare e arricchire ulteriormente il gusto – se proprio ce ne fosse bisogno – della mozzarella: «Soprattutto con la mozzarella di bufala cilentana, già saporita di suo – commenta Marco Oreggia – ci vogliono oli abbastanza decisi, dal fruttato medio-intenso; tra quelli in degustazione, per esempio, ci starebbero molto bene entrambi gli oli di Dievole: tanto la Dop Chianti Classico – appena un filo, magari con un po’ di pepe – che la Nocellara, con il suo fruttato medio di pomodoro mediamente maturo accompagnato da note di basilico e menta».