L’impegno per l’ambiente di Olitalia: ridurre il consumo di plastica e investimento nella ricerca


 Gianni Tognoni

Gianni Tognoni

di Laura Guerra

Ridurre entro il 2020 il consumo di plastica del 30% introducendo la pratica del riuso e utilizzando materiali sostenibili e completamente compostabili. Con questo obiettivo Olitalia, gruppo leader nella produzione di oli e aceti,  presente sui mercati di   120 paesi ha aderito al progetto Plastic No More.

L’azione strategica che porterà ad una diminuzione di consumo di plastica di ben 677 tonnellate l’anno è stata cosi motivata dal presidente Angelo Cremonini.

“L’attenzione verso l’ambiente e la salute dell’uomo è parte del nostro modo di lavorare, ed è naturale ritrovarla nelle strategie più importanti, come nei gesti più semplici di cui ognuno di noi è protagonista. In questo momento storico è urgente porsi il problema della sostenibilità ambientale;  applichiamo questa attenzione strategica  a tutta la filiera produttiva ed è per questo motivo che siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione del progetto Plastic No More che avrà risultati concreti e misurabili a beneficio di tutte le generazioni future.”

“Nello specifico  – spiega  Gianni Tognoni, direttore vendite e marketing – il progetto si delinea su tre filoni principali: l’eliminazione di monouso da tutti gli uffici e i reparti operativi, l’elaborazione di un piano per il recupero, riciclo e riutilizzo dei materiali plastici presenti in azienda, sostituiti  con prodotti totalmente compostabili e la  creazione di  una rete di stakeholder per sostenere un progetto di ricerca europeo che progetti e realizzi nuovi materiali completamente compostabili”.

Plastic No More, diretto dal professor Silvestro Greco, è in linea con i principi e con gli obiettivi posti dalla Commissione Europea nel piano  “Circular Economy Action Plan”, azione di sostegno di  tutte le strategie utili ad incrementare riciclabilità e biodegradabilità ed è stato messo a punto in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Slow Food International, l’Università di Pollenzo, Polieco, Lipu, MareVivo, Coldiretti e Gdo.