Mastroberardino finanzia il restauro del San Gennaro di Luca Giordano


San Gennaro di Luca Giordano

San Gennaro di Luca Giordano

L’intervento riporterà all’antico splendore una delle immagini più note del santo patrono partenopeo

 

Grazie al mecenatismo di un solo donatore, proprietario di un’azienda vinicola, la Mastroberardino Società Agricola s.r.l., già impegnata nel sostegno alla tutela del patrimonio cultuale campano, la prima chiamata alle arti della Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini è stata un successo immediato: in sole 48 ore la raccolta per il restauro del dipinto raffigurante “San Gennaro” di Luca Giordano, collocato nella cappella di Sant’Agnese, si è chiusa grazie a una donazione a totale copertura dell’intervento.

“Grazie a questo generoso atto di liberalità – dichiara la direttrice Antonella Cucciniello – l’opera potrà ricevere in tempi brevissimi le cure necessarie per tornare all’antico splendore, recuperando in pieno l’originale preziosità cromatica”.

Citato da tutte le antiche guide della città di Napoli e raffigurazione tra le più note del santo patrono partenopeo, il dipinto venne restaurato nel 1947 in occasione della “IV mostra di restauri” al Museo di San Martino. Successivamente il dipinto venne sottoposto a un ulteriore parziale intervento conservativo nel 1997, ad opera del laboratorio di restauro della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Napoli, con una fondamentale operazione di foderatura e pulitura.

Al momento, da una prima analisi visiva dal basso, sono evidenti ridipinture, ritocchi, strati protettivi alterati e ossidati che determinano un’alterazione cromatica e una scarsa leggibilità dell’opera in alcuni punti. L’intera superficie è coperta da depositi superficiali coerenti e incoerenti. La vernice appare fortemente ossidata ed è presente un deposito di sporco omogeneo sull’intero film pittorico. La vernice finale è stata pigmentata con sostanze grasse che, in diversi punti, altera la leggibilità dell’opera. Il dipinto presenta anche molte zone lacunose, stuccate e ritoccate nel precedente restauro, la cui cromia si presenta compromessa.

L’intervento comporterà la movimentazione dell’opera, la documentazione fotografica in luce visibile trasmessa, radente e transilluminazione, la rimozione su recto e verso dei depositi coerenti e incoerenti con pennelli a setole morbide, un’eventuale disinfestazione antitarlo a siringa sul telaio ligneo, l’esecuzione del test di pulitura con solventi a polarità controllata per l’identificazione del solvente idoneo alla rimozione degli strati di vernice ossidata soprammessa negli anni, la pulitura delle vernici ossidate con solvente lavorato a tampone, la stuccatura delle lacune con gesso di Bologna e colla di coniglio, la reintegrazione pittorica a tratteggio delle lacune con colori a vernice per il restauro e pigmenti, la stesura finale di un film protettivo trasparente per ristabilire il corretto indice di rifrazione dei pigmenti antichi.