Moio 57


MOIO
Uve: primitivo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: legno


Michele Moio
Nel territorio compreso tra il fiume Volturno ed il Monte Massico, il Primitivo si chiama Falerno. Per me però è ancora dir poco. Il Falerno del Massico è Moio. Cantina nata nel 1880, oggi è diretta da Michele Moio, padre di Luigi Moio, enologo tra i migliori in Italia e professore all’università di Agraria. La tradizione c’è ed anche la passione per il vino. Questa cantina è stata la prima nell’immediato Dopoguerra a puntare sul Falerno e a crederci fino ad oggi. Moio produce molte versioni di questo vino: il Falerno del Massico Rosso ed il Gaurano che ha la particolarità di nascere da uve vendemmiate leggermente sovrammature, donando un equilibrio ed una beva fruibile ai più senza però essere banale. Poi il Maiatico ed il Moio 57. Ed è proprio quest’ultimo che voglio proporre in degustazione. L’ho scelto perché è un bicchiere che fa compagnia. Che richiama alla mente incontri spensierati con gli amici di sempre. In etichetta non troverete l’annata perché è un vino registrato come “vino da tavola”. Non lasciatevi spaventare da questa denominazione.
Può capitare semplicemente che sia un blend di più annate, nulla più. Mi piace questa bottiglia perché è un po’ ostica e capricciosa. è di colore rosso cupo. Appena versato il vino nel bicchiere, all’olfatto, sentirete subito note forti di catrame (goudron ). Il vino sembra quasi chiuso in se stesso, alcolico e netto. Delle volte (non sempre) vale la pena avere pazienza col vino e, lasciandolo ossigenare, si apre a sentori fortemente speziati. Al gusto è ricco. Piccoli frutti neri e frutti rossi sotto spirito lo rendono caratteristico. Balsamico ed erbaceo si apre sulle spezie. In bocca è persistente, alcolico ma sapido. E’ una bottiglia da abbinare con la cacciagione di pelo, cotta con sughi di pomodoro addolciti da una base di battuto classico. Forte e ricco al palato è un bicchiere pieno e un po’ retrò. Non ha quel frutto ammiccante dei vini moderni ma proprio questa sua antica diversità lo rende semplice e unico. Conta poco, ma è tra i miei preferiti. Io sono tra quelli che crede che, in fondo, solo alcuni hanno le parole per descrivere il vino, ma quello che conta quando lo si beve è che piace o non piace. A me questa bottiglia semplicemente piace.
Questa scheda è di Sara Marte

Sede a Mondragone, viale Margherita 6
Tel e Fax 0823.978017
Sito: http://www.cantinemoio.it
Email: [email protected]
Enologo : Luigi e Michele Moio
Bottiglie prodotte: 100.000
Ettari: 8 di proprietà e 5 in affitto
Vitigni: falanghina e primitivo